Petronio e Marziale: riassunto

Breve riassunto su Petronio e Marziale e relative opere: Satyricon e le prime raccolte e gli Epigrammata (3 pagine formato doc)

Appunto di gra93v

PETRONIO E MARZIALE: RIASSUNTO

Petronio.

Tacito ci parla di Petronio come di un personaggio molto in vista alla corte di Nerone, l’imperatore giudicava piacevole ed elegante dolo ciò che gli veniva raccomandato da Petronio. Questa posizione di favore e di privilegio suscitò la gelosia e l’odio del prefetto del pretorio Tigellino, che lo accusò di essere amico di uno dei promotori della congiura pisoniana e Petronio fu costretto a suicidarsi.
Tacito dice che nel suo testamento, Petronio descrisse per filo e per segno le turpitudini (oscenità) del principe, sigillò il testamento e lo inviò a Nerone.
L’identificazione dell’autore del “Satyricon” con il Petronio tacitano appare molto probabile non solo perché il ritratto tracciato dallo storico sembra corrispondere ai gusti e agli orientamenti dello scrittore, ma anche e soprattutto perché alcuni dati ed elementi precisi contenuti nell’opera riportano all’età di Nerone.

Marco Valerio Marziale: riassunto

PETRONIO: SATYRICON

Satyricon - Il protagonista e narratore del romanzo è Encolpio che viaggia in compagnia del suo amante Gitone e di Ascilto, il quale è anche innamorato di Gitone All’inizio vi è Encolpio che parla della crisi dell’eloquenza col maestro di retorica Agamennone; successivamente Encolpio e Ascilto tornano insieme a Gitone nella locanda dove alloggiano e successivamente sono raggiunti dalla matrona Quartilla che li coinvolge in un rito orgiastico in onore del dio Priàpo.
Dopo abbiamo la cena a casa di Trimalchione, un ricco liberto; nel corso del banchetto i protagonisti assistono ad ogni sorte di grossolanità e stravaganza. Terminata la cena Encolpio e Ascilto litigano violentemente a causa di Gitone che se ne va con Ascilto.

Encolpio dopo essere stato abbandonato sta chiuso in una locanda per 3 giorni e poi si reca in una pinacoteca dove incontra Eumolpo, un poeta vagabondo che recita una sua composizione. I presenti non gradiscono e cacciano via i due. Successivamente rientra in scena Gitone che è ricercato da Ascilto. Quest’ultimo non compare più nel romanzo, e il suo posto viene preso da Eumolpo. I tre si imbarcano su una nave, senza sapere che è la nave di Lica, un vecchio avversario di Encolpio. Con Lica c’è Trifena innamorata di Gitone. Dopo diverse zuffe Eumolpo riesce a riportare la pace. Infine una tempesta mette in salvo Encolpio dalle minacce del proprietario della nave, che muore annegato mentre Trifena sparisce su una scialuppa di salvataggio.
Gitone, Encolpio e Eumolpo scoprono di aver naufragato a Crotone, città nota per i cacciatori di eredità. Eumolpo si finge ricco e senza figli e gli altri 2 fanno finta di essere i suoi servi, così egli diventa al centro dell’attenzione dei cacciatori di eredità.

CONFRONTO MARZIALE PETRONIO

La questione del genere letterario. Il “Satyricon” viene chiamato “romanzo”, ma nelle letterature classiche non esiste un genere letterario che corrisponda esattamente al romanzo moderno, il nome viene attribuito convenzionalmente. Come caratteristica comune ha quella di raccontare delle vicende complesse e avventurose disposte lungo l’asse narrativo di un viaggio.
La differenza è che il romanzo moderno è scritto interamente in prosa e questo contiene delle parti in versi.
Il titolo “Satyricon” significherebbe “Libri di cose satiriche”, con riferimento alla satira menippea.
Un altro genere che ha influito sul “Satyricon” è la novella milesia, poiché sono presenti all’interno dell’opera 5 novelle, raccontate da diversi personaggi.
La sua opera non ha un fine moralistico, ma il divertimento proprio e del pubblico per cui scriveva, che era un pubblico colto.
Il “Satyricon” si inserisce nella tradizione del realismo comico, egli attua un atteggiamento di distacco da ciò che descrive. Il suo stile è semplice e disinvolto e talvolta il linguaggio dei personaggi si eleva. All’opposto rispetto a questi momenti di stile “alto” si pone il sermo vulgaris dei personaggi incolti come Trimalchione.

MARZIALE

Marziale. Nacque a Bilbilis, in Spagna, intorno al 40 d.C. Verso il 64 si trasferì a Roma, dove visse esercitando l’attività poetica e cercando la protezione e il sostegno economico di partoni e mecenati (“cliente”). I testi più antichi che di lui ci rimangono risalgono all’80, quando pubblicò una raccolta di epigrammi per l’inaugurazione del Teatro Flavio (Colosseo), rivolgendo grandi elogi a Tito.
A Domiziano Marziale dedicò numerosi epigrammi e dopo la sua morte scrisse degli elogi a Nerva e Traiano.
Nel 98 tornò in Spagna, una signora gli donò una casa e un podere, e lì egli visse i suoi ultimi anni. Morì tra il 102 e il 104.

REALISMO DI MARZIALE

La poetica. La produzione di Marziale possiede una grande consapevolezza critica. Egli è contrario alla mitologia che ritiene falsa e inverosimile e sostiene una poesia legata alla realtà. La realtà è identificata con i comportamenti umani. Marziale preferisce rivolgere i suoi attacchi contro la culpa piuttosto che contro il colpevole.
Lo scopo dei suoi componimenti è l’intrattenimento e non ha un contenuto moralistico.
Le sue poesie non escludono la volgarità.