Il mercato in economia: definizione e tipologie

Il mercato in economia, riassunto: definizione, tipologie, struttura e caratteristiche delle principali forme di mercato

Il mercato in economia: definizione e tipologie
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Il mercato: definizione

Il mercato in economia: definizione e tipologie
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Il mercato è il luogo in cui avviene l'incontro tra la domanda e l'offerta di un determinato bene.

La sua funzione è quella di mettere in contatto compratori e venditori, rendendo possibile lo scambio è quindi il luogo dove si forma il prezzo del bene.

Può essere un luogo fisso, fiere, mercati rionali o un luogo virtuale come contrattazioni telematiche dei titoli di borsa.

Il mercato può passare dalla dimensione locale, mercati rionali, a quella mondiale che riguarda la domanda e l'offerta di un bene proveniente da tutto il mondo, mercato del petrolio.

La globalizzazione dell'economia ha prodotto la tendenza alla creazioni di mercati sempre più vasti a carattere internazionale.

Tipi di mercato in economia

La tipologia dei mercati può essere suddivisa in base:

  • alla quantità trattate: mercati all'ingrosso. Grandi quantità di beni prodotti e al dettaglio: trattate piccole quantità del bene;
  • alla categoria di beni trattati: beni di consumo, di produzione e materie prime;
  • alla loro dimensione: locali, mondiali.

Per ogni bene esiste uno specifico mercato, per esempio il mercato del latte, delle bici, delle scarpe.

Perché si formi un mercato libero sono necessarie strutture giuridiche che lo tutelano, in particolare, la tutela giuridica della proprietà privata e dell'esecuzione dei contratti sono essenziali per stimolare l'attività imprenditoriale privata.

Struttura del mercato

Ogni mercato di un determinato bene ha una sua struttura definita:

  • dall'omogeneità, che può essere più marcata o meno, dei prodotti dalle imprese operanti in un determinato mercato;
  • dal numero delle imprese offerenti;
  • dal numero di soggetti acquirenti.

In relazione alla struttura del mercato, le imprese in esso operanti dovranno adattare differenti strategie produttive e di vendita per massimizzare (scopo dell'imprenditore: ottenere il massimo profitto) il profitto.

Forme di mercato

La struttura del mercato viene definita forma di mercato:

  • libera concorrenza: domanda e offerta frazionati in molteplici soggetti economici che producono beni uguali;
  • monopolio: l'offerta di un bene è concentrata in un’impresa;
  • oligopolio: l'offerta di un bene è concentrata in poche imprese;
  • monopsonio: la domanda di un bene è concentrata in un solo soggetto economico;
  • monopolio bilaterale: domanda e offerta sono concentrate rispettivamente in un unico soggetto economico.

Libera concorrenza

Il modello teorico di libera concorrenza o di concorrenza perfetta ha diverse caratteristiche:

  • La domanda è frazionata in molti consumatori, per cui la variazione da parte di un singolo consumatore determina variazioni minime della domanda globale del bene e quindi non incide sul suo prezzo.
  • L'offerta è frazionata, per cui la variazione dell'offerta da parte di un singolo produttore risulta minima rispetto all'offerta globale e quindi non incide sul livello del prezzo.
  • Il bene prodotto è omogeneo, ovvero è dello stesso tipo per tutte le imprese operanti nel mercato.
  • Non esistono barrire all'ingresso nel mercato per nuove imprese.
  • I fattori produttivi hanno una perfetta mobilità, ciò consente alle imprese di passare dalla produzione di un bene ad un altro.
  • Gli operatori economici hanno perfette informazioni sulle condizioni di mercato, ad esempio conoscono tutti i prezzi praticati dalle imprese nel settore.
  • Le imprese hanno costi di produzione omogenei, sostanzialmente uguali.
  • Si tratta di un modello economico scarsamente aderente alla realtà.

Il prezzo nella libera concorrenza

I singoli soggetti economici della libera concorrenza sono detti price taker, letteralmente subire il prezzo. Non possono influire sul prezzo che si forma sul mercato e quindi lo devono accettare come un fatto estraneo alla loro volontà.

Il prezzo è il risultato complessivo della domanda e dell'offerta prodotta da tutti gli operatori economici che operano nel mercato, per questo motivo è detto anche atomistico.  

Uguaglianza tra ricavo marginale e prezzo

Ricavo marginale = incasso aggiuntivo derivante dall'ultima unità di bene venduta, si calcola sottraendo al ricavo totale, dopo aver venduto l'ultima unità di prodotto, il valore del ricavo totale prima di avere venduto l'ultima unità di prodotto.

Le singole imprese che offrono il bene, l'aumento o la diminuzione della loro produzione non influisce sul prezzo facendo restare invariato, questo determina che il ricavo marginale è sempre uguale al prezzo.

In libera concorrenza:

  • gli operatori economici sono price maker;
  • il ricavo marginale è uguale al prezzo.

Saggio di profitto nei diversi settori di libera concorrenza

La libertà di entrata nei mercati da parte delle imprese e la mobilità dei fattori produttivi consentono il livellamento dei saggi di profitto (= rapporto tra profitto ottenuto e capitale investito nell’attività produttiva) nei vari settori produttivi.

Infatti, se in un settore il saggio di profitto è più alto rispetto a quello di altri settori, le imprese avranno convenienza a spostare la produzione nel settore più remunerativo. In questo modo, l'offerta del bene aumenta, il prezzo diminuisce, come i profitti e come il saggio di profitto.

Il fenomeno delle imprese in entrata continuerà fino a quando il saggio di profitto nel settore non giungerà ad essere pari a quello presente negli altri settori, a quel punto non ci sarà più convenienza da parte delle imprese a cambiamenti di settore produttivo.

Se invece, il saggio di profitto in un settore più basso rispetto a quello degli altri, gli imprenditori lo abbandoneranno per dedicarsi ad attività più remunerative, in questo modo diminuisce l'offerta, crescono i prezzi i profitti e il saggio di profitto, l'abbandono del settore cesserà quando il saggio di profitto raggiungerà un livello uguale a quello degli altri.

In realtà, il saggio di profitto è diverso nei vari settori produttivi, esistono attività più rischiose economicamente rispetto alle altre, le prime vengono realizzate solo se garantiscono saggi di profitto più elevati rispetto alle seconde.

Il monopolio e la produzione che massimizza il profitto

Si ha monopolio quando l'offerta di un bene è concentrata in un'unica impresa.

La concentrazione dell'offerta è possibile se la produzione è protetta da brevetti (il brevetto è un titolo giuridico che conferisce all'inventore un monopolio esclusivo di sfruttamento della propria invenzione limitato nel tempo e territorialmente. In questo caso si ha monopolio legale).

Poiché l'offerta è determinata da una singola grande impresa, le variazioni della produzione sono in grado di incidere sul livello del prezzo del bene o al contrario, delle imprese concorrenziali, in cui la quota di produzione è un piccolissima parte dell'offerta globale.

Per questo, l'impresa monopolistica è detta anche price maker: fare il prezzo, perché è determinante con le sue decisioni produttive nel formare il prezzo del bene.

Se ad esempio l'impresa monopolistica vuole aumentare la produzione e quindi le vendite per attirare nuovi consumatori diminuisce il prezzo, se invece vuole aumentare il prezzo del bene deve ridurre l'offerta.

MONOPOLI NATURALI: possono essere in mano a un ente privato ma più spesso sono in mano ad un ente pubblico o ad uno stato. Tipico esempio di monopolio legale privato: brevetto (innovazioni).

Tale monopolio ha però una durata limitata perché, ad esempio, può non essere rinnovato. Se all'impresa viene garantito per legge l'intero mercato, essa è in grado di produrre a costi inferiori rispetto a quelli che si verificherebbero in presenza di un offerta molto frazionata (monopolio naturale).

Quelli pubblici invece esistono perché lo stato si pone particolari obiettivi:

  • aumentare le proprie entrate (monopoli fiscali) specie per prodotti a domanda rigida (es. gioco dell'otto);
  • fornire determinati servizi a tutte le collettività ad un prezzo politico (far pagare un prezzo simbolico) minore del costo unitario di produzione (monopoli sociali), per es. l’energia elettrica;
  • sviluppare settori strategici di particolare importanza per lo sviluppo economico del paese, dove si richiedono alti investimenti il cui costo si recupera in molti anni per cui i privati non hanno interesse (es. raffinerie).

MONOPOLI LEGALI: si ha quando l'autorità pubblica dispone che sia un'unica impresa a produrre un determinato bene.

MONOPOLI DI FATTO: si formano quando un'impresa per varie cause, elimina le imprese rivali o le assorbe (es. FIAT) grazie alla sua capacità di innovazione tecnologica o di organizzazione.

Lo stato come pure l'Unione Europea, cercano di ostacolare tali monopoli con leggi antimonopolistiche anche se, oggi con la globalizzazione tali imprese sono comunque esposte alla concorrenza internazionale.

Monopolio bilaterale

E’ una forma di mercato in cui l'offerta di un bene è concentrata in un unico soggetto economico come la domanda, si ha quindi, un monopolio dal lato dell'offerta e uno dal lato della domanda.

Un esempio, è il mercato del lavoro.  

La concorrenza monopolistica (o imperfetta)

Forma di mercato in cui operano molte imprese che producono beni differenti tra loro, ma facilmente sostituibili l'uno con l'altro.

Le imprese che operano in questo tipo di regime si caratterizzano per produzioni a medio-basso contenuto tecnologico; medio-piccole imprese che si ritagliano piccole nicchie di mercato in settori produttivi, e non richiedono ingenti investimenti.

Inoltre, l'impresa che opera in questo tipo di regime, può mantenere il prezzo del prodotto più alto che se fosse in regime di libera concorrenza ma non può tenere un prezzo tanto alto quanto se fosse in un mercato di monopolio, perché a quel punto i consumatori sposterebbero la domanda su altri beni fungibili venduti a minore prezzo.

Per questo, l'imprenditore deve definire il prezzo che gli consente di sfruttare la sua posizione di monopolio ma anche non far fuggire i consumatori, ricorre quindi al mark up, un margine di profitto che viene addizionato al costo medio di produzione per poter definire il prezzo del prodotto.

Oligopolio

Si ha mercato oligopolistico quando l'offerta di un bene è concentrata in poche grandi imprese mentre la domanda è frazionata tra numerosi acquirenti.

Il mercato oligopolistico riguarda sempre beni a medio-alto contenuto tecnologico che possono essere prodotti solo da grandi imprese, che hanno notevoli possibilità finanziarie per la ricerca scientifica e gli ingenti investimenti necessari alla produzione, i beni a basso contenuto tecnologico (scarpe, giochi…) possono essere prodotti da una moltitudine di imprese.

L'oligopolio può essere:

  • omogeneo: le imprese oligopolistiche producono prodotti di base quasi identici es. acciaio , alluminio;
  • differenziato: i beni prodotti non sono particolarmente omogenei ma sono facilmente sostituibili tra loro.

L'oligopolista nel definire il prezzo del prodotto deve tenere conto delle reazioni dei concorrenti.

Strategie delle imprese oligopolistiche

Tra le imprese oligopolistiche può esserci un'impresa più grande delle altre ed economicamente più efficiente delle altre, in questo modo le altre imprese seguono la politica dei prezzi dell'impresa leader, in quanto sono certe di perdere quote di mercato in una eventuale guerra commerciale basata sui ribassi dei prezzi.

Qualora le imprese oligopolistiche si facessero concorrenza (quando manca un'impresa leader) il prezzo dei prodotti diminuirebbe, diventando simile a quello che si realizzerebbe in un mercato di libera concorrenza (gli operatori economici non possono influenzare in nessun modo il prezzo).

Cartelli

Sono accordi collusivi che riguardano le imprese oligopolistiche e sono finalizzati a limitare la concorrenza tra di esse (se manca quella leader) per non spingerla sui prezzi oltre certi livelli.

I cartelli danneggiano il consumatore e sono resi possibili dal limitato numero di imprese concorrenti (si realizzano con le imprese concorrenti).

Limiti delle piccole dimensioni dell'impresa

La forma più favorevole per il consumatore è la libera concorrenza ma il prezzo al livello del costo medio minimo non garantisce alle imprese l'accumulo di ingenti profitti.

Le ridotte dimensioni produttive non consentono economie di scala (riduzione dei costi di produzione a causa degli ampi volumi di produzione e/o vendita).

Per quanto riguarda le imprese di grandi dimensioni, occorre fare una distinzione tra imprese monopolistiche e oligopolistiche:

  • MONOPOLISTICHE: sono le sole ad operare sul mercato, non hanno quindi nessun incentivo a migliorare la quantità dei prodotti ed aumentare la propria efficienza produttiva con continui investimenti, per ciò, l'inefficienza si scarica sui prezzi a danno dei consumatori.
  • OLIGOPOLISTICHE: l'aumento delle dimensioni e la loro riduzione di numero entro certi margini non sono sempre negativi per il benessere economico-sociale generale, perché si possono realizzare economie di scala ed elevati profitti. Inoltre, non si realizzano cartelli e non si attuano strategie per evitare l'ingresso di nuove imprese nel settore produttivo in modo tale da ridurre concretamente la concorrenza tra le imprese e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali.

A questo proposito sono state prodotte legislazioni antimonopolistiche, legislazione antitrust, che prevedono varie forme di sanzioni a tutela delle imprese concorrenti e dei consumatori, non viene impedito di raggiungere grandi dimensioni ma, l'abuso e lo sfruttamento di posizione dominate sul mercato.

La prima legislazione antitrust venne fatta negli USA nel 1890.

Monopsonio

Forma di mercato in cui la domanda di un bene è concentrata in un unico soggetto economico (tipo di mercato raro).

Fallimenti di mercato

Gli economisti neoclassici hanno individuato delle carenze nelle efficienze del libero mercato (libera concorrenza), fallimenti di mercato, casi in cui è necessario l'intervento pubblico.

Un caso è quando si formano eccessive concentrazioni di mercato in poche imprese è quindi necessaria una legislazione antitrust per impedire abusi di dominazione.

La domanda e l'offerta di un bene – L'elasticità

Il prezzo è un fattore importante nel determinare la domanda di un bene. Secondo la legge della domanda infatti, la domanda di un bene si muove in senso opposto alle variazioni del prezzo.

La domanda globale di un determinato bene è data dalla somma delle domande di ogni singolo consumatore ad un determinato prezzo.

Domanda e offerta possono essere individuali, del singolo operatore economico o collettive, di un certo sistema economico.

Domanda = (collettiva – globale / aggregata) quantità di beni e servizi che i soggetti economici desiderano acquistare. Essa può essere soddisfatta o meno se l'offerta non è sufficiente.

Offerta = (globale – aggregata – collettiva) quantità di beni e servizi che i soggetti economici desiderano vendere. I venditori possono riuscire a vendere tutto oppure, avere merci invendute (sovrapproduzione), che vanno ad aumentare le scorte.

Quando la domanda e l'offerta sono uguali, il mercato è in equilibrio, esso può essere di piena occupazione se vengono scambiate le quantità massime producibili usando pienamente la capacità produttiva.

Se la domanda è uguale all'offerta ma per quantità inferiori al prodotto potenziale (max producibile) il mercato è in equilibrio di sottoccupazione.

Prodotto reale < del prodotto potenziale

La capacità produttiva nel breve periodo non può essere aumentata, quindi se la domanda è > dell'offerta, in piena occupazione nel breve periodo, aumenteranno i prezzi perché ci sarà concorrenza tra i compratori. Invece, nel lungo periodo la capacità produttiva può essere aumentata.

Per studiare il mercato occorre analizzare domanda e offerta.

Tipi di domanda

La domanda di un bene se riferita ad un singolo individuo è detta domanda individuale. La domanda aggregata è la somma di beni e servizi nazionali.

Per elasticità della domanda si intende la variazione percentuale della domanda di un bene rispetto alla variazione percentuale del suo prezzo.

    Domande & Risposte
  • Cos’è il mercato?

    Il mercato è il luogo in cui avviene l'incontro tra la domanda e l'offerta di un bene.

  • Quali sono le forme di mercato?

    Libera concorrenza, monopolio, oligopolio, monopsonio e monopolio bilaterale.

Un consiglio in più