Il Fallimento

Caratteristiche del fallimento. Presupposti del fallimento, Analisi del presupposto soggettivo e oggettivo, L’imprenditore cessato o defunto... (6 pagine formato doc)

Appunto di softball87
Il Fallimento Il Fallimento Il fallimento consiste nel complesso degli atti giuridici processuali che hanno per oggetto la liquidazione dell'intero patrimonio dell'imprenditore commerciale insolvente e la distribuzione del ricavato fra tutti i suoi creditori (detti chirografari) in parti uguali (par condicio creditorum), salvo per quelli muniti di cause legittime di prelazione.
Presupposti del fallimento Si arriva al fallimento solo dopo che sono stati messi in atto tutti i possibili tentativi per evitarlo; se le procedure di salvataggio non raggiungono il loro scopo, si passa al fallimento (in questo caso si parla di fallimento dipendente). Quando la situazione oggettiva dell'impresa non consente neanche di provare a salvarla, si parla di fallimento autonomo.
I presupposti del fallimento autonomo sono due: il debitore deve avere la qualità di imprenditore commerciale e di natura privata (presupposto soggettivo); il debitore deve versare in stato di insolvenza (presupposto oggettivo). La legge fallimentare recita che sono soggetti alle disposizioni sul fallimento gli imprenditori che esercitano un'attività commerciale. L'imprenditore che si trova in stato di insolvenza è fallito. Analisi del presupposto soggettivo Sono esclusi dal fallimento i piccoli imprenditori, ovvero: i coltivatori diretti del fondo; gli artigiani; i piccoli commercianti; coloro che esercitano un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia. Sono inoltre esclusi dal fallimento: gli enti pubblici; l'imprenditore agricolo. Analisi del presupposto oggettivo Il concetto di insolvenza del diritto fallimentare si estende anche al caso in cui l'imprenditore commerciale non paga i suoi debiti perché non vuole o perché il suo patrimonio presenta attività illiquide o non prontamente liquide. L'insolvenza, che è la generale ed organica impotenza dell'imprenditore commerciale a soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni, deve essere distinta dall'inadempimento che consiste nella mancata esecuzione, in tutto o in parte di una obbligazione. Una serie di inadempimenti è certamente manifestazione di insolvenza, ma lo stato di insolvenza può manifestarsi anche con altri fattori esteriori che non sono inadempimento, come ad esempio la fuga dell'imprenditore. Gli inadempimenti o gli altri fatti esteriori devono dimostrare che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Il bilancio dell'impresa può essere in attivo perché il patrimonio è superiore al passivo; se però gli immobili ed i crediti non sono facilmente realizzabili e l'imprenditore non ha liquidità sufficiente per pagare i creditori, si manifesta lo stato di insolvenza e si dichiara il fallimento. L'imprenditore commerciale può anche fallire per debiti che nulla hanno a che fare con la sua attività di impresa, ad esempio i debiti di gioco. L'insolvenza deve essere provata da chi richiede al Tribunale l'apertura di una procedura con