Heidegger, riassunto

critica alla razionalità occidentale, la scelta dell'esistenza, i due atteggiamenti (circolo ermeneutico), l'uomo nella temporalità (inautenticità e autenticità), la soluzione all'alienazione e da pastore a custode dell?essere. Riassunto su Heidegger (3 pagine formato docx)

Appunto di nico711

HEIDEGGER, RIASSUNTO

Critica alla razionalità occidentale: La riflessione di Heidegger parte principalmente dall’individuazione di ciò che ha scatenato la crisi europea, occidentale, vale a dire la trasformazione di questa in una società puramente tecnica e scientifica, che si occupa del predominio dell’uomo sul mondo, della pianificazione.

In questa società si abbandona il pensiero dedicato alla comprensione dell’essere, dell’esistenza, per un pensiero di tipo calcolante, basato sul numero.
Le origini di tale crisi per Heidegger devono essere rintracciate nella metafisica, non solo perché sarà proprio il punto cruciale della crisi stessa, ma perché ogni metafisica di un’epoca raccoglie le informazioni esistenziali sull’epoca stessa e quindi può fungere da ricostruzione del mondo. Già Nietzsche aveva individuato la crisi occidentale come frutto della metafisica, nata con Socrate; per Heidegger invece questa nasce con Platone: nella filosofia pre-platonica infatti, la verità proveniva dall’essere stesso in quanto questo si disvelava; è un periodo filosfico che H.
ammira moltissimo tanto che conduce lezioni universitarie memorabili sulla filosofia soprattutto presocratica (Anassimandro, piuttosto che Eraclito); con Platone invece si arriva alla contemplazione dell’essere da parte dell’uomo e quindi non è l’essere a mostrarsi, bensì l’uomo a cercarle le Idee e quindi la verità: proprio in questo spostamento d’asse verso l’uomo ha origine la crisi. In questo processo l’essere si è perso in un mare di “enti”, trasformandosi in ente stesso, come nella teologia. E’ evidente il pensiero “anti-umanismo” di Heidegger poiché è proprio quando subentra l’uomo che ha inizio l’era dell’oblio dell’essere, ovvero la metafisica. L’interrogativo che si porrà Heidegger “Che cos’è l’essere?” non avrà risposta, soprattutto dopo la prima fase della sua filosofia, dopo la quale, si renderà conto della differenza troppo forte tra l’essere e l’esserci (essere rapportato alla dimensione dell’uomo). La filosofia di Heidegger consta di due fasi: quella esistenzialista in cui vien fuori la sua opera più importante “Essere e Tempo” e in cui vi è una riflessione sull’esistenza umana; e la seconda fase, elaborata dopo la seconda guerra mondiale, in cui Heidegger teorizza come attraverso linguaggio e poesia si possa superare l’oblio.

Essere e tempo di Heidegger: riassunto


HEIDEGGER, RIASSUNTO PENSIERO

La scelta dell'esistenza. Heidegger compie la scelta di analizzare l’essere, ma lo fa paradossalmente analizzando l’esistenza umana. Ciò perché non si può cercare l’essere senza prima riflettere sulle condizioni in cui realmente esso viene cercato. Per cui Heidegger cerca l’essere nell’”ente” a noi più vicino e familiare: noi stessi, la nostra esistenza. In questo modo l’analisi dell’essere parte dall’analisi di colui che lo cerca.
L’esistenza umana è proiettata nella fugacità della dimensione della temporalità: condizione che ha portato l’uomo a una perdita di valori. L’esistenza umana è Esser-ci o Da-sein, essere dell’uomo all’interno del mondo., cioè in rapporto con gli altri esseri, che questi siano altri uomini o cose. Per cui se l’uomo viene concepito in rapporto con il resto del mondo, Heidegger rifiuta l’idealismo dove invece l’Io era considerato mera coscienza. Quindi l’uomo è apertura verso il mondo degli oggetti, in funzione della loro utilizzabilità; verso il mondo degli uomini poiché non è solo Da-sein ma anche Mit-sein (essere con); infine è essere gettati nel mondo, cioè essere condizionati dalle condizioni storico-sociali in cui si vive.

Martin Heidegger: riassunto di filosofia


HEIDEGGER, RIASSUNTO BREVE

I due atteggiamenti (circolo ermeneutico). L’individuo, nella sua esistenza, svolge due tipi di atteggiamenti, profondamente intrecciati tra loro, che vanno a costituire un circolo da dove non si può uscire, proprio per la loro interferenza, che ha a che fare con la conoscenza. Il primo atteggiamento è quello teoretico, cioè relativo alla comprensione e interpretazione del mondo, dove la seconda è vera conoscenza, in quanto questa non è mera raccolta di dati come riteneva il positivismo, né attribuzione di significato da parte del soggetto come riteneva l’idealismo. E’pertanto un processo circolare che permette ai significati oscuri di rivelarsi. L’interferenza nell’ambito della conoscenza, deriva dal fatto che questa non è intrapresa da noi come tabula rasa, ma portiamo già dietro un bagaglio di valori proveniente dalla nostra società, tanto che l’interferenza si ha tra il dato che leggiamo e il modo in cui lo facciamo. Il secondo atteggiamento è quello pratico, quello della cura del mondo nel suo essere costituito da oggetti, al fine di poterli manipolare; e anche gli altri e la cura per questi arriva ad essere finalizzata al manipolazione dell’altro essere umano. Ma prendersi cura delle cose, è un fenomeno che Heidegger riconduce alla deiezione e all’alienazione: la prima significa che l’uomo si getta tra le cose, diventando una cosa tra le cose; l’alienazione invece vi è poiché in questo modo cadiamo in un oblio di noi stessi, perché non facciamo altro che progettare, rimandare noi stessi ad altro in maniera continua, quindi alienare la propria esistenza.

Primo Heidegger: riassunto


HEIDEGGER, RIASSUNTO FILOSOFIA

L’uomo nella temporalita’ (inautenticita’ e autenticita’). La deiezione è l’immergersi dell’uomo della sua temporalità. La temporalità in cui agisce l’uomo altro non è che proiettarsi verso il futuro per cambiare la propria condizione, ma essere costantemente ostacolati dal passato e condizionati da questo. Questa dimensione temporale può essere vissuta in due modi: autentico ed inautentico. Nell’esistenza inautentica l’individuo è una cosa tra le cose, è impersonale in quanto vive nella chiacchiera, nell’equivoco, conducendo una vita banale e quotidiana. In questa vita si agisce in maniera impersonale anche a livello morale, cioè si seguono dei valori perché tutti lo fanno, cadendo così nel conformismo collettivo.