Fedro di Platone: riassunto

Fedro: riassunto dell'opera di Platone in cui Socrate e Fedro parlano di amore, bellezza e retorica

Fedro di Platone: riassunto
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FEDRO DI PLATONE

Fedro di Platone: riassunto
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Il Fedro è un dialogo di Platone, che prende il nome dal personaggio principale, Fedro, che partecipa al dibattito con Socrate. Il dialogo affronta diverse tematiche, tra cui l'amore, la bellezza, il discorso e la retorica. Inoltre, Platone utilizza il Fedro per esplorare il concetto di anima e il suo ruolo nella vita umana. Il Fedro è considerato uno dei dialoghi più importanti di Platone e ha avuto un grande impatto sulla filosofia occidentale.

FEDRO DI PLATONE: RIASSUNTO

Socrate, appena fuori dalle mura di Atene, incontra Fedro che proviene dalla casa di Lisia, un oratore. I due decidono di andare in un posto tranquillo, sotto un platano lungo un fiume e qui Socrate incita Fedro a leggergli l’orazione di Lisia sull’amore. Il filosofo riconoscere l’abilità retorica di Lisia, ma non è d’accordo con quello che dice e, dopo le sollecitazioni di Fedro, improvvisa un’orazione sul medesimo tema.

In questa prima orazione le conclusioni di Socrate sono simili a quelle di Lisia, ma il Daimonion si fa sentire e lo costringe a fare una palinodia, un discorso mirato a ritrattare quanto detto in precedenza. Un esame successivo sui tre discorsi fatti porta Socrate a definire i caratteri della retorica e a sancire la superiorità della parola sulle cose scritte.

DISCORSO DI LISIA

Secondo Lisia, in amore si deve preferire chi non è appassionatamente preso da noi perché è equilibrato, sereno e prudente; chi, invece, ama molto è instabile e geloso.

L’amore è un sentimento inutile perché non porta benefici e perché i legami più forti (quelli tra padre, madre e figli) nascono da altre cose.

PRIMO DISCORSO DI SOCRATE

Socrate inizia dalla definizione dell’amore, che rappresenta il desiderio di bellezza. Può essere un desiderio intemperante, che porta disordinatamente al piacere, che abbassa e danneggia l’uomo per la brama di possesso, o un desiderio temperante, dominato dalla ragione e volto al bene.

SECONDO DISCORSO DI SOCRATE

Costretto dal demone a trovare la bellezza dell’amore, Socrate costruisce un altro discorso. In questo afferma che l‘amore è un delirio, un furore benefico suscitato dagli dei. Prima di analizzare quest’aspetto, però, si deve definire la natura e l’immortalità dell’anima umana, che può essere rappresentata come il cocchio alato di un auriga trainato da due cavalli di diversa razza: uno nobile, che rappresenta la parte irascibile dell’anima, e l’altro cattivo, la parte concupiscibile, mentre l’auriga rappresenta la parte razionale. L’uomo ricerca sulla Terra la bellezza che la sua anima vedeva quando era vicino agli Dei e raggiunge il suo scopo solo se si preserva puro e non cede alla passione sensuale.

TERZO DISCORSO DI SOCRATE

Socrate crede che i retori non si curino della verità dei loro discorsi, ma solo dell’efficacia persuasiva e di conseguenza seguono solo leggi esteriori per raggiungere il loro scopo. La vera retorica deve essere ispirata alla conoscenza della verità e dell’anima umana e dall’amore verso gli ascoltatori e deve guidare verso la Bellezza e la Giustizia.

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