Giappone: riassunto di geografia

Giappone: riassunto di geografia. Territorio, popolazione, insediamenti, sistema economico, servizi, trasporti, industria e storia

Giappone: riassunto di geografia
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IL GIAPPONE: RIASSUNTO DI GEOGRAFIA

Giappone: riassunto di geografia
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Il Giappone è il più ricco tra gli stati asiatici e uno tra i più avanzati del mondo. Comprende oltre 3.000 isole che formano un arco lungo 2.500 km, di cui quattro sono le principali, partendo da nord: Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu. Il territorio è prevalentemente montuoso, la pianura principale è quella di Kanto e i fiumi sono brevi, i laghi piccoli.

Territorio

Il Giappone è un paese geologicamente giovane e ciò lo dimostra la presenza continua di terremoti e la grande quantità di vulcani (Fujiyama 3776m). Nonostante sia grande poco più dell’Italia è densamente popolato e ciò lo deve a tre fattori principali: il suolo che è molto fertile, il clima generalmente mite e con una notevole varietà climatica poiché si estende per una vasta latitudine (dalla Libia alle Alpi) e il mare che attenua il freddo dell’inverno.

Hokkaido e il Nord di Honshu hanno inverni freddi e lunghi, dove prevalgono la foresta di conifere e la taiga. La grande presenza di foreste, da quella boreale a nord a quella tropicale a sud, fornisce grandi quantità di legname. Infine, l’incontro di forti correnti marine, calde e fredde, genera lungo le coste un ambiente favorevole alla fauna acquatica.

La popolazione

In Giappone vivono oltre 128 milioni di abitanti e la densità è di 338 ab/km². Le minoranze etniche sono costituite da Coreani, Cinesi e Ainu. Circa il 65% dei giapponesi vive nelle città ed in particolare nella fascia tra il sud di Honshu e il nord di Kyushu, dove incontriamo quattro grandi aree urbane:

  1. Tokyo-Yokohama-Kawasaki (30 milioni di ab.)
  2. Nagoya (7 milioni di ab.)
  3. Osaka-Kobe-Kyoto 
  4. Kitakyushu
  5. Kyoto un tempo era la capitale del Giappone, oggi è Tokyo (che si chiamava Yedo fino al 1868). La sua densità è di 5715 ab/km² e il suo aspetto ricorda una metropoli americana: case grigie, grandi fabbriche, grattacieli.

Le vie di comunicazione

In Giappone i principali mezzi di trasporto sono la metropolitana e le ferrovie locali. A Tokyo, una metropolitana lunga 220 km, trasporta ogni giorno più di 600 milioni di pendolari e nei vagoni dei treni si trovano il triplo dei passeggeri che si potrebbero contenere. Il paese entra nel Guinness anche per il numero di ombrelli smarriti sui treni in un anno(600 000). C’è anche un gran numero di porti e fa sì che il 40% dei trasporti avvenga via mare, la rete stradale è meno sviluppata ma la linea più famosa è la Shinkansen. Inoltre troviamo grandi areoporti, il più famoso, quellon di Osaka, venne progettato da un italiano.

Economia

Il settore primario: agricoltura e pesca

Solo il 13% del territorio giapponese è coltivabile, per cui cercano di sfruttarne ogni metro quadrato. Per ovviare a questo disagio si è messa in atto la polderizzazione, cioè riempiendo e prosciugando bacini di mare per conquistarli alla coltivazione o alle fabbriche. La fertilità dei suoli e l’uso di concimi chimici e macchine permettono rendimenti per ettaro tra i più alti del mondo e una grande varietà di prodotti: frumento, legumi, ortaggi, patate, soia, agrumi e gelso. Quest’ultimo, utilizzato come nutrimento per i bachi da seta, permise al Giappone di arrivare a produrre fino ai 2/3 di tutta la seta greggia del mondo.

Ciò è diminuito per la presenza dei meno costosi filati sintetici. Alla base dell’economia giapponese troviamo, però, il riso, dal quale ricava anche il sakè, bevanda tradizionale. L’allevamento è poco diffuso, se si eccettua quello suino, mentre molto importante la pesca. I giapponesi erano anche i principali cacciatori di balene del mondo, quest’attività è però diminuita perché minacciava l’estinzione di questi mammiferi.

Il settore secondario: l'industria

Tranne che per il carbone, le risorse del sottosuolo sono inesistenti infatti il Giappone è costretto ad importare le materie prime e il petrolio. Per ridurre la dipendenza dall’estero vengono costruite numerose centrali nucleari. Il Giappone è il terzo produttore mondiale di energia elettrica, termoelettrica e nucleare e al primo posto nelle costruzioni navali. Si trova ai primo posti anche nella produzione di autovetture, veicoli commerciali, motociclette, televisori, radio, macchine fotografiche, apparecchi fax… Importantissima è anche la produzione di ghisa, acciaio, pneumatici, benzina, carta… La borsa di Tokyo è una delle maggiori del mondo e la sua moneta, lo yen, è una delle più importanti.

Le keiretsu

Esse sono un’alleanza tra più società, indipendenti tra loro, che agiscono in armonia. In una keiretsu c’è una banca, una società commerciale, una compagnia di assicurazioni e un numero variabile di industrie: ognuna di esse detiene una quota della proprietà di tutte le altre.

La religione

Oggi in Giappone più del 90% della popolazione si dichiara scintoista e buddista, l’1.2% cristiana, l’ 8% pratica altre religioni. Lo shintoismo è una religione molto antica e in origine era un insieme di venerazione delle forze della natura, di momenti della vita rurale. I più alti ideali dello shintoismo sono raccolti nel Bushido: la fedeltà ai propri doveri e all’imperatore, l’amore per la nazione, l’austerità, il coraggio e lo sprezzo per la morte. Nel VI secolo, allo shintoismo, si affiancò il buddismo e una sua forma di adattamento è la meditazione stando seduti, lo zen. In questo momento il samurai trova la forza per affrontare il combattimento. Dalla Cina arrivò il Confucianesimo, un insieme di principi morali di cui il più importante è l’armonia. Altri valori sono il rispetto e l’amore dei figli e dei genitori, il senso dell’onore, la lealtà dell’individuo. Questi ideali vengono riportati nei libri scolastici affinché i ragazzi sviluppino un forte senso di responsabilità.

La storia

Dalle origini al 1800

In due millenni il Giappone si è formato e sviluppato autonomamente con caratteri originali, un po’ come il Regno Unito. Nei primi secoli d.C. attraverso la Corea arrivarono il confucianesimo, che influenzò la cultura e le istituzioni del paese, il buddismo e la scrittura cinese. La scrittura venne adattata alla propria lingua, simile al coreano, che deriva dal gruppo delle lingue altaiche (o secondo altri è una lingua a sé). I giapponesi inventarono un loro alfabeto fonetico.

I primi abitatori del Giappone vennero dalla Corea, dalla Cina del Sud e dall’Asia sudorientale. Gli Ainu sono gli eredi di una di queste popolazioni di stirpe asiatica e, sebbene in minoranza, oggi vivono nell’isola di Hokkaido. La struttura sociale del Giappone restò inalterata per secoli: l’imperatore veniva onorato ma non contava nulla, l’impero era diviso in 200 feudi retti dai daimyo, titolo che si trasmetteva di padre in figlio. I giapponesi erano divisi in diverse classi. La più importante era quella dei bushi (guerrieri) che comprendeva daimyo e samurai, cioè dei guerrieri che rimanevano fedeli al daimyo e combattevano per lui. Poi c’erano i contadini, che vivevano in poveri villaggi e coltivavano la terra per il loro signore. Infine c’erano gli chonin (uomini dei borghi), mercanti, usurai, artigiani, intellettuali. Attorno al XVIII-XIV secolo si affermarono i daimyo e non i borghesi che non investivano i soldi in imprese produttive. Così nell’Ottocento gli americani costrinsero i Giapponesi ad aprire il porto con gli Occidentali. Da ciò i borghesi ne traevano vantaggio: infatti diminuendo la quantità di prodotti disponibili per i giapponesi potevano aumentare i prezzi. Lo shogun veniva attaccato da contadini e daimyo per non aver opposto resistenza agli stranieri e sostenevano di dover copiare le tecniche barbariche che consentivano agli occidentali di essere così potenti.

Dal 1800 a oggi

Nel 1868 salì al potere Mutsuhito (Mejiiàgoverno illuminato) e abolì lo shogun per restaurare il potere imperiale. Fece tantissime altre riforme. Abolì il feudalesimo, il commercio doveva essere libero, la terra si poteva vendere e comprare, i contadini potevano cambiare mestiere, la scienza e la tecnica vennero introdotte nelle scuole, l’istituzione del servizio militare tolse ai samurai il monopolio delle armi e si introdusse un inizio di democrazia parlamentare. Inoltre, poiché la borghesia era troppo debole per investire i soldi in uno sviluppo economico moderno, impiegò il denaro delle tasse per la costruzione di strade, ferrovie, fabbriche e cantieri. In cambio dei loro diritti feudali i nobili ricevevano soldi per il titolo di amministratori, tecnici, finanzieri. I motivi per cui il Giappone non venne mai colonizzato furono due: uno, perché le risorse naturali apparivano meno ricche di altri paesi, due, perché nessuna delle potenze occidentali si dimostrava più forte delle altre da conquistare il Giappone. Inoltre come difesa alle minacce dell’Occidente i Giapponesi sfruttarono le loro stesse armi: l’industria, la scienza, le tecniche moderne. Lo stato, quando la borghesia divenne abbastanza forte, gli cedette per pochi soldi ferrovie, industrie, cantieri navali.

La nuova borghesia giapponese si organizzò in grandi società dette zaibatsu che facevano capo a grandi famiglie. Per vendere i prodotti delle fabbriche, i giapponesi necessitavano di conquistare territori stranieri per venderli e ricavarne le materie prime. Così nel 1845-95 occupò la Cina e si impadronì di Formosa, nel 1904-05 sconfisse la Russia e la Corea,nel 1931 la Manciuria e nel 1937 la Cina.

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale il paese era alleato con Hitler e Mussolini e sconfisse la flotta americana a Pearl Harbor. Con le due bombe atomiche nel 1945 ad Hiroshima e Nagoya gli Alleati li sconfissero.

Dopo la seconda guerra mondiale gli americani occuparono il Giappone togliendo tutti i territori conquistati, imponendo un regime di tipo americano (limitando il potere dell’imperatore), molte persone vennero condannate a morte e gli zaibatsu vennero smantellati. Poi però, essendo la Cina un paese comunista e impedendo che questa avesse nuovi successi col regime decise di “farsi amico” il Giappone, limitando le riforme imposte contro di loro. L’industria venne rafforzata, per affrontare la concorrenza delle altre merci i giapponesi lavoravano molto e venivano pagati poco, le zaibatsu vennero infine sostituite con le keiretsu. Nel 1952 gli Americani se ne andarono, il Giappone stava diventando sempre più potente con una borghesia dominante. Il partito liberal-democratico è rimasto al governo dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. 

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