Virginia Woolf: biografia, pensiero e opere

Vita e pensiero di Virginia Woolf, la scrittrice inglese impegnata nella lotta per la parità di diritti tra uomini e donne. Trama e analisi delle opere principali
Virginia Woolf: biografia, pensiero e opere
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1Virginia Woolf: vita e opere

Virginia Woolf (1882-1941): scrittrice, saggista e critico. E' stata una figura di spicco nei circoli letterari di Londra ed era membro del gruppo Bloomsbury. Ha sofferto di esaurimento nervoso.
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Virginia Woolf nacque a Londra nel 1882 in una famiglia benestante. Suo padre, Leslie Stephen, era un famoso critico letterario e filosofo dell’epoca vittoriana. Virginia fu allevata in un’atmosfera colta, infatti, la casa dei suoi genitori era frequentata da famosi scrittori del tempo quali Henry James e Thomas Hardy. La scrittrice frequentò alcuni corsi al King’s College di Londra, ma studiò soprattutto a casa, dove aveva a disposizione l’enorme biblioteca paterna. La famiglia Stephen trascorreva le estati con parenti e amici a St. Ives in Cornovaglia, dove possedevano una casa, Talland House.  

Virginia adorava l’oceano, il rumore delle onde, e il mare e la casa furono i temi fondamentali di romanzi importanti quali Jacob’s Room (La Stanza di Jacob – 1922), To the Lighthouse (Gita al Faro – 1927) e The Waves (Le Onde – 1931). Il periodo felice per la famiglia Stephen terminò nel 1895, quando la madre di Virginia morì e suo padre, non sopportando l’idea di recarsi a Talland House senza sua moglie vendette la casa.

Dopo la morte di sua madre, Virginia attraversò un lungo periodo di depressione e cominciò a mostrare i primi segni della malattia mentale che caratterizzò tutta la sua vita. In questi anni trascorreva molto tempo nella biblioteca paterna leggendo e scrivendo articoli e saggi e allo stesso tempo cominciò a sviluppare una relazione conflittuale col padre a causa del suo carattere autoritario e tirannico. 

Bloomsbury Group House
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Dopo la morte di Leslie Stephen nel 1904, Virginia, suo fratello Toby e sua sorella Vanessa lasciarono la casa di Hyde Park Gate e si trasferirono nel quartiere di Bloomsbury.   

La loro casa diventò il centro del famoso Bloomsbury Group, dove si incontravano importanti intellettuali tra cui il critico d’arte Clive Bell, che sposò Vanessa, l’editore e giornalista Leonard Woolf, che diventerà marito di Virginia nel 1912, e il romanziere E.M. Forster. Il gruppo esprimeva le nuove tendenze dei primi anni del XX secolo ed era decisamente contro il rigido moralismo vittoriano che aveva permeato gli anni della giovinezza di Virginia.   

Dopo il matrimonio con Leonard Woolf, la scrittrice pubblicò il suo primo romanzo The Voyage Out (La Crociera – 1915). Questi anni furono caratterizzati da un altro periodo di depressione che culminò in un tentativo di suicidio.

Nel corso della sua vita, Virginia Woolf fu sempre interessata al ruolo della donna nella società e lavorò come volontaria nel movimento che combatteva per il diritto di voto alle donne, scrisse anche opere sull’emancipazione femminile come A Room of One’s Own (Una Stanza Tutta per sé – 1929) che ebbe un grande impatto sul movimento femminista degli anni ’60 e ’70 del ‘900.

Nel 1917 fondò una casa editrice con suo marito, la Hogarth Press, che pubblicò, oltre alle sue opere, quelle di giovani autori come T.S. Eliot. Nel 1925 pubblicò Mrs Dalloway, in cui sperimentò le nuove tecniche narrative del tempo: il romanzo del flusso di coscienza in cui lo scrittore segue il flusso dei pensieri dei personaggi, in questo caso seguiamo il flusso dei pensieri di Mrs Dalloway nel corso di dodici ore mentre lei prepara una festa che si terrà la sera stessa a casa sua. Nel 1928 pubblicò Orlando che dedicò a Vita Sackville-West, una scrittrice con cui Virginia ebbe una relazione intensa. Questo romanzo, ambientato nell’epoca elisabettiana, segue la vita del protagonista Orlando, che reca sia tratti femminili sia maschili, dal XVI al XX secolo. 

Intanto i disturbi mentali continuarono a tormentare la scrittrice che era sempre sopraffatta da crisi di ansia e insicurezza. La Seconda Guerra Mondiale peggiorò le sue paure, camminando per le strade di Londra distrutte dalla guerra, vedeva la disintegrazione del mondo che la circondava, inoltre cominciava a sentire voci nella sua testa e temendo di impazzire scelse l’unica strada possibile per lei: la “morte per acqua” (death by water) annegandosi nel fiume Ouse (Sussex) vicino la sua casa nel 1941.

2Virginia Woolf e il romanzo modernista

Virginia Woolf, come James Joyce e altri suoi contemporanei, adottò le nuove tecniche narrative che caratterizzarono i primi decenni del XX secolo. La scrittrice era convinta che la narrazione degli eventi in ordine cronologico fosse ormai un modo superficiale e imperfetto per presentare la vita. Virginia Woolf era interessata a dare voce al mondo interiore dell’uomo, la cui coscienza era concepita come un flusso continuo di emozioni e impressioni.

La psicoanalisi di Freud aveva rivelato che la nostra coscienza è formata da diversi strati di cui molto a noi è sconosciuto. L’inconscio è la parte misteriosa della nostra mente ed è guidata da forze irrazionali che la ragione non può spiegare. Anche il filosofo francese Henri Bergson aveva elaborato una nuova teoria del tempo, secondo cui bisogna distinguere tra tempo cronologico, composto dall’ordinata sequenza di passato, presente e futuro, e tempo psicologico, la cui durata varia da individuo a individuo ed è misurato dall’intensità emotiva di un momento.   

Virginia Woolf e Leslie Stephen
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Nel saggio Modern Fiction del 1919 Virginia Woolf scrive: “Esaminiamo per un momento una mente ordinaria in un giorno ordinario. La mente riceve una miriade di impressioni – banali, fantastiche, evanescenti, o scolpite con una punta di acciaio, che provengono da ogni parte. È come una pioggia incessante di innumerevoli atomi […] Registriamo gli atomi così come essi cadono sulla mente e nell’ordine in cui cadono, tracciamo il disegno, per quanto sconnesso o incoerente sia all’apparenza, che ogni immagine o incidente incide sulla coscienza”. Questa affermazione mostra il rifiuto di Virginia Woolf per le tecniche narrative convenzionali, gli eventi che costruiscono una storia non sono più importanti così come non importano il tempo cronologico e la realtà esterna, ciò che conta è il tempo psicologico, la vita della mente dei personaggi, dove passato, presente e futuro si sovrappongono.

Il mondo esterno conta solo per l’influenza che può esercitare sulla vita interiore. Il narratore onnisciente sparisce e il punto di vista si sposta nella mente dei personaggi, dove tutto scorre come un flusso continuo ed è reso attraverso flashback, associazioni di idee, impressioni ed emozioni temporanee.

A differenza di James Joyce, che esprime i pensieri dei suoi personaggi attraverso il monologo interiore talvolta portato a conseguenze estreme, Virginia Woolf controlla il flusso dei pensieri mantenendo ordine logico e grammaticale. La scrittrice narra le sue storie in terza persona, dando l’impressione che ci sia un legame tra mondo esterno e mondo interno. Mentre Joyce usa le epifanie, cioè un momento di rivelazione spirituale improvvisa, Virginia Woolf usa quelli che chiama Moments of Being (Momenti d’Essere), cioè rari momenti di grande intensità e percezione, che permettono ai personaggi di vedere chiaramente la realtà della loro condizione. 

Woolf esplorò molti temi tipici del romanzo modernista quali ansia, crisi e difficoltà di comunicazione, ma trattò anche temi molto vicini a lei come la solitudine, la distinzione tra sogno e realtà, la malattia mentale e i pregiudizi nei confronti delle donne che impedivano loro di esprimere la propria identità.

3Mrs Dalloway: trama e analisi

Mrs Dalloway (1925), ambientato a Londra, è la storia di un giorno ordinario, un mercoledì d’inizio giugno 1923, nella vita di Clarissa Dalloway, sposata con Richard Dalloway, un membro del parlamento inglese. Clarissa esce da casa intorno alle dieci di mattina e si reca a Bond Street a comprare dei fiori per la festa che si terrà quella sera stessa a casa sua nel quartiere di Westminster. Mentre è in un negozio di fiori, sente il rumore di una macchina che passa e questo rumore attira la sua attenzione verso la strada, dove vede Septimus Warren Smith e sua moglie Lucrezia camminare. Septimus lavora in un’agenzia immobiliare ed è un veterano di guerra affetto da disturbi mentali che vari dottori, tra cui Sir William Bradshaw, stanno cercando di curare.

Quando Clarissa torna a casa, riceve la visita inattesa di Peter Walsh, un suo amore di gioventù, appena tornato dall’India, che ancora la ama. Quello stesso pomeriggio Peter Walsh si reca a Regent’s Park, dove vede Warren Smith diretto allo studio del Dottor Bradshaw. Il dottore dice a Septimus di volerlo ricoverare in una clinica; alle sei di sera Septimus si uccide saltando dalla finestra della sua stanza e l’ambulanza che trasporta il suo corpo passa davanti a Peter Walsh che sta tornando al suo hotel. Durante la festa, Clarissa viene informata dai Bradshaw del suicidio di Septimus e anche se lei non l’ha mai conosciuto, è molto colpita da questa notizia e sente una forte connessione con lui. 

3.1Mrs Dalloway: temi e personaggi

Virginia Woolf: scrittrice britannica
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Mrs Dalloway è il romanzo in cui Virginia Woolf abbandona la struttura del romanzo tradizionale, quindi la narrazione cronologica degli eventi in favore della tecnica del flusso di coscienza e del monologo interiore. Seguiamo la vita di Clarissa Dalloway e degli altri personaggi nell’arco di un giorno nella zona di Bond Street a Londra e il loro monologo interiore si intreccia con i suoni e i rumori della città.

Virginia Woolf descrive il contrasto tra tempo psicologico e tempo cronologico in modo davvero brillante, infatti, mentre Clarissa percorre le strade di Londra diretta al negozio di fiori, seguiamo anche il percorso della sua mente e dei suoi pensieri che vanno avanti e indietro nel tempo in un intervallo brevissimo (tempo soggettivo); allo stesso tempo Clarissa percepisce il mondo esterno, per esempio i rumori delle automobili e in particolare i rintocchi del Big Ben, che interrompono i suoi pensieri. Il Big Ben è il simbolo del tempo che passa (tempo cronologico) ed è sentito da tutti i personaggi del romanzo creando una connessione tra loro.   

Clarissa Dalloway è una donna di cinquantuno anni dell’alta borghesia, suo marito è un membro del parlamento del partito conservatore che ha delle idee ristrette sui diritti delle donne e la politica. Clarissa è una donna complessa, contraddittoria e frustrata, vive il matrimonio come un limite per la sua libertà, ma non riesce davvero a esprimere i suoi sentimenti spontaneamente e il suo bisogno di indipendenza. Organizza feste per avere l’approvazione degli altri, cerca di mantenere la pace e l’armonia e di rendere la sua casa perfetta per evidenziare il suo status, ma non è soddisfatta, ricorda continuamente il suo passato, in particolare il suo amore per Peter Walsh cui aveva preferito Richard Dalloway solo perché più ricco.

Parallelamente alla storia di Clarissa, seguiamo la storia di Septimus Warren Smith, un reduce della Prima Guerra Mondiale, affetto da disturbi mentali e paziente del Dottor Bradshaw. Clarissa e Septimus non si conoscono personalmente, vediamo Septimus per la prima volta camminare per Bond Street con sua moglie mentre Clarissa si trova in un negozio di fiori, poi di nuovo a Regent’s Park dove viene visto da uno dei suoi amici. In quello stesso giorno Septimus si uccide perché ossessionato dai suoi tormenti e dalle sue paure. Clarissa apprende la notizia della sua morte durante la festa a casa sua e sente in qualche modo un legame con lui.

Septimus rappresenta le paure nascoste di Clarissa e la sua inabilità di affrontare la vita, la differenza tra loro è che Clarissa è sempre consapevole del mondo che la circonda anche quando si lascia andare ai suoi pensieri, mentre Septimus non riesce a distinguere tra il suo mondo interiore e quello esteriore. Attraverso il suicidio di Septimus, Clarissa comprende che la morte è parte della vita, l’accetta e decide di andare comunque avanti.

4Gita al Faro: trama e analisi

Gita al Faro (1927) è ricco di spunti autobiografici, infatti, Virginia Woolf s’ispirò a un periodo felice della sua vita, quando era solita trascorrere le vacanze a Talland House in Cornovaglia con la sua famiglia. La storia è divisa in tre parti: The Window (La Finestra), Time Passes (Il Tempo Passa), The Lighthouse (Il Faro). 

La prima parte è ambientata in un giorno di metà settembre sull’isola di Skye, nelle Ebridi, dove la famiglia Ramsey si è recata in vacanza con un gruppo di amici: la pittrice Lily Briscoe che sta cercando di dipingere il ritratto di Mrs Ramsey con il figlioletto James ai suoi piedi. Charles Thansey, il quale afferma che le donne siano incapaci di dipingere o scrivere, il matematico e poeta Augustus Carmichael, il botanico William Bankes e Paul Rayley e Minta Doyle, due giovani innamorati.

Durante la giornata i vari membri della famiglia e gli ospiti trascorrono il loro tempo in modo diverso: Mrs Ramsey legge per James e poi lavora a maglia per la maggior parte del pomeriggio mentre James ritaglia delle immagini da un catalogo; Mr Ramsey parla con Charles; Lily Briscoe dipinge il suo quadro e gli altri bambini giocano a cricket in giardino. Intanto il piccolo James esprime il desiderio di fare una gita al faro il giorno successivo ma suo padre, Mr Ramsey dice che non è possibile perché il tempo sarà cattivo. Il rifiuto di Mr Ramsey inquieta sua moglie che si preoccupa per la delusione del piccolo James. La sera tutti gli ospiti partecipano alla cena organizzata da Mrs Ramsey.  

Nella seconda parte del romanzo, dieci anni dopo, veniamo a sapere che i Ramsey stanno per tornare, ma che Mrs Ramsey è morta improvvisamente, sua figlia Prue è morta di parto e suo figlio Andrew è rimasto ucciso durante la Prima Guerra Mondiale.  

La terza parte è ambientata in un giorno dieci anni dopo l’inizio della prima parte. I Ramsey ritornano nella loro casa sull’isola di Skye con i loro amici, finalmente James può fare la sua gita al faro, ma molte cose sono cambiate, solo il faro è rimasto lo stesso e così il ricordo di Mrs Ramsey.   

4.1Gita al Faro – un romanzo moderno

La prima edizione del romanzo di Virginia Woolf "To the Lighthouse" pubblicato da Leonard e Virginia Woolf alla "Hogarth Press", Londra 1927.
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In Gita al Faro l’azione è ridotta al minimo e gli elementi esterni sono irrilevanti. Virginia Woolf racconta la vita interiore dei personaggi grazie all’uso della tecnica del flusso di coscienza e il monologo interiore indiretto (la storia è narrata da un narratore esterno) per rendere i pensieri dei personaggi visibili ai lettori. Il tempo è presentato in modo davvero originale, tipico del periodo modernista. La prima parte del romanzo si svolge nell’arco di un solo giorno, ma è più lunga della seconda parte che copre un periodo di dieci anni. Ciò è dovuto al fatto che nella prima parte il tempo è quello della mente, quindi dilatato dall’uso della tecnica del flusso di coscienza, invece nella seconda parte il tempo è oggettivo.

Gita al Faro è ricco di simboli, sicuramente il simbolo più importante è il faro, che rappresenta il desiderio per qualcosa di irraggiungibile, ma è anche una presenza illuminante, rappresenta la speranza e la luce. Un altro simbolo importante è il mare, tanto amato da Virginia Woolf. Skye è un’isola quindi il mare è sempre presente, lo si può vedere e sentire. Con i suoi riflussi, le maree, lo sciabordio delle onde sulla spiaggia rappresenta la vita ma anche l’inesorabile trascorrere del tempo.

4.2Gita al Faro: analisi di Mrs Ramsey

Libri: inediti di Virginia Woolf
Fonte: ansa

Tutto il romanzo ruota intorno alla figura di Mrs Ramsey, è lei il punto di riferimento di tutta la famiglia ma anche dei loro amici. Per Lily Briscoe è una fonte di ispirazione, la pittrice inizia il suo ritratto nella prima parte e lo terminerà solo alla fine del romanzo, cercando sempre di ricordare il suo aspetto. Mrs Ramsey è una moglie affezionata al marito che a sua volta rappresenta il tipico uomo vittoriano con l’idea della superiorità dell’uomo rispetto alla donna; è una madre adorata e una donna ammirata dai suoi amici.

Anche dopo la morte, è costantemente presente nel romanzo, infatti, è sempre viva nei ricordi dei figli e del marito. È come il faro: una luce per i suoi cari. Attraverso lei, Virginia Woolf ha voluto ricordare la madre che morì nel 1895 lasciando un vuoto incolmabile nella sua vita, ha voluto sfidare l’oblio attraverso il ricordo, ricreando il passato perduto grazie alla sua arte.