Pensiero e poetica di Ugo Foscolo

Pensiero e poetica di Ugo Foscolo: dalla formazione, al pensiero illuminista, a quello preromantico. Descrizione della maturazione poetico-culturale

Pensiero e poetica di Ugo Foscolo
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Ugo Foscolo

Ugo Foscolo, dipinto di Andrea Appiani
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La cultura di Foscolo, di formazione classica, è caratterizzata dalla presenza di elementi di vario genere: dai concetti illuministi, ad esempio la razionalità e l’ateismo, a quelli preromantici, come il gusto della morte.

Non manca tuttavia l’influenza da parte di altri autori, ad iniziare da Vittorio Alfieri, definito il “protoromantico per eccellenza”, da cui Foscolo prese la tensione alla libertà, Giuseppe Parini, da cui prese l’impegno civile, e Giambattista Vico, da cui ereditò la concezione ciclica della storia.

Interessato alla politica della sua epoca, dopo la firma del trattato di Campoformio, con cui Napoleone cedeva Venezia all'Austria, Foscolo perse fiducia nelle istituzioni politiche, sviluppando il suo concetto di pessimismo che lo accompagnò anche nella militanza tra le file napoleoniche.

Ugo Foscolo, pensiero

Le concezioni alla base del pensiero di Foscolo sono:

  • Visione atea dell’universo, che porta l’uomo, dopo la sua morte, a dissolversi nel nulla;
  • Vita intesa come sofferenza la cui soluzione è la morte, raggiunta spesso attraverso il suicidio;
  • Le illusioni - come l’amicizia, la poesia e l’amor patrio - capaci di alleggerire il peso delle tragedie e delle delusioni

Nel suo pensiero e nella sua poetica, Foscolo vive una contraddizione acuta fra ideali illuministi e il profondo legame con le passioni umane, che non trovarono mai il loro giusto equilibrio.

Tale conflitto  è visibile nel poemetto Le Grazie, in cui convivono valori neoclassici e preromantici, ma in cui al contempo si nota l’abbandono del pessimismo profondo espresso precedentemente nel capolavoro Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

Ugo Foscolo, poetica

Alla base della poetica di Foscolo c'è la sua personalità contraddittoria, dovuta all'epoca di passaggio in cui vive: a metà fra il secolo dei lumi, il neoclassicismo e il romanticismo, l’ottocento.

Foscolo incarna la figura preromantica del genio sregolato per le diverse attività intraprese e per le decisioni improvvise. Nella sua poetica convivono elementi neoclassici, come l’esaltazione dell’antica Grecia, la compostezza linguistica, e le principali tendenze preromantiche, come l’autobiografia, il patriottismo e le visioni notturne.

Foscolo esprime preferenza nei confronti di due suoi personaggi:

  • da un lato Jacopo Ortis, eroe dalle forti passioni
  • dall’altro Didimo Chierico, realista senza illusioni.

Fondamentale è la sua concezione della poesia e del ruolo del poeta. Quest’ultimo deve essere per Foscolo un genio creativo la cui opera non deve essere frutto di emulazione, ma di esperienze e sentimenti personali.

Il poeta deve essere libero e non soggetto alle regole della critica letteraria. La poesia ha invece una funzione eternatrice, ricorda il poeta alla storia e annienta l’illusione della morte e della dimenticanza dell’uomo.

Ma questa ha anche altre funzioni: la poesia deve essere civilizzatrice ed universale, adempiendo anche allo scopo morale (porta l’uomo a scoprire le sue virtù migliori), antropologico (l’uomo educato dalla poesia grazie ad essa forma una società), politico (promuove la libertà dell’uomo) e ovviamente estetico (accede al bello).

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