Erano i capei d'oro a l'aura sparsi: parafrasi

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi: parafrasi, analisi e figure retoriche del sonetto del Canzoniere di Francesco Petrarca (2 pagine formato doc)

Appunto di lsl90

ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI: PARAFRASI

Erano i capei d’oro all’aura sparsi di Francesco PetrarcaParafrasi - I biondi capelli erano sparsi al vento, intrecciati in mille dolci nodi e ardeva in modo straordinario la luce splendente dei suoi occhi, ormai offuscati a causa dell'età; e gli sembrava, non sa se fosse vero o se la sua fosse solo un'illusione, che sul suo viso si diffondesse un'espressione di pietà: egli, che aveva l'animo predisposto all'amore, non c'è da stupirsi se arse subito di questo sentimento.
Il suo incedere non era quello di una creatura umana, ma di uno spirito angelico, e le parole avevano un suono diverso da quello di una voce puramente umana.
Egli vide uno spirito celeste, un vivo sole, e se non fosse così la sua piaga non si sanerà, anche se la corda dell'arco che ha scagliato la freccia si sarà già allentata.

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi: riassunto e analisi del testo

ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI: ANALISI

Analizza il testo dal punto di vista metrico, fonetico
Il sonetto è composto da due quartine a rima incrociata (con schema ABBA), e due terzine a rima inversa(CDE-DCE).

I versi sono endecasillabi piani.
È utilizzata più volte la sinalefe tra la finale di una parola e l’articolo, la congiunzione oppure una preposizione. L’allitterazione si suddivide in due gruppi principali: nelle quartine si rileva una maggior presenza di –rs ed una continua ripetizione soprattutto della prima consonante anche affiancata ad altre; invece nelle due terzine prevale l’accoppiamento –an.
Analizza il testo dal punto di vista ritmico
Nelle quartine il ritmo della poesia è molto lento e spezzato dalla presenza consistente di punteggiatura. In queste due strofe l’unità metrica coincide con l’unità logica e quindi non sono presenti enjambement.
Al contrario le due terzine presentano un ritmo più scorrevole e veloce, nelle quali si nota che unità metrica e unità logica non coincidono per la presenza di alcuni enjambement nei versi 9-10 (Non era l’andar suo cosa mortale ma d’angelica forma) 10-11 (e le parole sonavan altro che pur voce umana) e nei versi 12-13 (Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i vidi). Le due terzine rimangono divise da un punto e un punto e virgola che marcano lo stacco e il cambiamento di strofa.

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi: tema centrale, analisi e commento

ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI: FIGURE RETORICHE

Figure del significato. Le figure retoriche utilizzate da Petrarca sono fondamentali per conferire al sonetto sfumature particolari e indispensabili.
L’autore usa come figure retoriche delle metafore e delle similitudini. Esempi:
• nel primo verso descrive i capelli biondi, dorati di Laura sparsi al vento così:”I capei d'oro a l'aura sparsi”.
• nel secondo verso“CHE ‘N MILLE NODI GLI AVOLGEA”, l’autore vuole descrivere il disordine dei capelli di Laura ed esprimere l’idea di questi nodi come qualcosa alla quale è rimasto impigliato e non riesce più a liberarsi;
• nel terzo verso utilizza un’anafora che continua nel quinto verso per dare maggior enfasi al suo sentimento e al sonetto “.E’L VAGO / E’L VISO “
• nell’ultimo verso “PIAGA PER ALLENTAR D’ARCO NON SANA”, vuol dire letteralmente che una ferita provocata da una freccia non guarisce nemmeno se si allenta la corda dell’arco che l’ ha scagliata. Con questo il poeta vuole affermare che il suo amore per Laura non cambierà mai, anche se negli anni l’aspetto dell’amata cambierà e non sarà più dotata della grazia e della bellezza originari.
Analizza il testo dal punto di vista sintattico lessicale
E’ interessante notare l’intreccio dei tempi verbali, rilevando il trascorrere del tempo e i mutamenti che esso porta con sé. Il poeta utilizza tre forme verbali. L’imperfetto e il passato remoto sono utilizzati per ricordare delle scene di vita. L’imperfetto descrive l’aspetto fisico del giovane Laura, bellezza che continuò ad avere per un certo periodo, quindi esprime una continuità nel passato. Il passato remoto descrive un momento unico e singolare, l’incontro tra Petrarca e Laura. Utilizzando il presente l’autore vuole porre l’accento la decaduta bellezza della sua amata, e l’amore eterno che prova nei confronti dell’amata dopo molti anni.
Sul piano lessicale Petrarca, usa l’omofonia L’AURA-LAURA nell’apertura del sonetto. In questo modo Petrarca colloca la donna su uno sfondo naturale, identificandola addirittura con il vento.