Canto 7 - Gerusalemme liberata: analisi

Analisi del brano, metrica e stile, e riassunto della Gerusalemme liberata di Tasso, L'amore infelice, Erminia. Analisi del canto 7 della Gerusalemme liberata (4 pagine formato doc)

Appunto di kekkodis

CANTO 7 GERUSALEMME LIBERATA ANALISI

L’amore infelice: Erminia

Canto VII, 3-22: Erminia è una principessa pagana innamorata di Tancredi, che però ama a sua volta Clorinda.

Nel VI canto cerca di raggiungerlo per curarne le ferite (si era scontrato con Argante in un lungo e sanguinoso duello). La donna indossa l’armatura bianca di Clorinda per poter lasciare indisturbata Gerusalemme ma si fa scoprire dalle sentinelle cristiane ed è costretta alla fuga. Dopo aver cavalcato un giorno e una notte giunge ad un fiume e si addormenta: al suo risveglio si ritrova nel mondo incantato dei pastori, un mondo di serenità e di pace dove Erminia trova rifugio e consolazione senza cessare peraltro di pensare al suo amore per Tancredi.

Gerusalemme liberata: Erminia fra i pastori parafrasi

CANTO 7 GERUSALEMME LIBERATA PARAFRASI

Erminia fugge su un cavallo.

Questo ricorda Angelica che, nell'Orlando furioso, fugge in seguito alla battaglia. Il Tasso è fra gli autori che alludono sempre a una possibilità del reale che ci sfugge, a un'ambiguità della realtà, all'introduzione di un dubbio: questo si può notare con l'espressione "tra viva e morta".
Nell'espressione "errò senza consiglio e senza guida" ritorna il verbo errare, che già abbiamo incontrato nel proemio. E' finita in una parte della selva dove ormai non la seguono più. E' al sicuro, e sente solo il suo pianto. L'espressione "cibo non prende già" ci ricorda Orlando, che stremato dalla ricerca di Angelica non ha più fame. Erminia soffre e si "pasce delle sue lagrime": c'è una sorta di voluttà, Erminia si abbandona al sonno e sembra godere della sua sofferenza. Solo con il sonno, che concilia i mortali, riesce a mitigare le sue sofferenze. Ma, nonostante dormisse, l'amore comunque le turba il sonno (la sua pace turbò mentre ella dorme).

Gerusalemme liberata: analisi del testo

CANTO 7 GERUSALEMME LIBERATA RIASSUNTO

Erminia si desta al canto degli uccelli e al fruscio delle acque. Ritorna qui il locus amoenus: le onde che quasi sferzano l'aria. Le sembra di ascoltare, tra l'acqua e i rami, una voce che la richiama. Mentre ella piange, si accorge che i suoi lamenti sono rotti da uno strano suono: il pastore con i suoi fili. A questo suono si sveglia e vede un uomo caduto, dai capelli bianchi: il pastore, accanto al gregge, tra i fanciulli. Il pastore si spaventa non appena vede la corazza di Arminia. Le racconta poi con un flashback la sua storia, come egli è stato custode di quei giardini. Erminia viene quindi accolta dal pastore e da sua moglie.
Le ultime ottave di questo testo ricorda olto da vicino "chiare, fresche e dolci acque" di Francesco Petrarca; inoltre, viene rievocata la follia di Orlando, nel momento in cui Erminia si abbandona  aquesto suo amore per Tancredi e si rivolge alle piante come sue confidenti.

Gerusalemme liberata: riassunto

GERUSALEMME LIBERATA CANTO 7 ANALISI DEL TESTO

Le forme: metrica e stile. Proviamo a confrontare l’ottava di Tasso con quella di Ariosto: mentre il ritmo dell’Orlando furioso è il più delle volte rapido, scorrevole, a volte frenetico, quello della Gerusalemme è spesso lento, ricco di sfumature, descrittivo. L’ottava di Tasso richiede molta concentrazione al lettore: il ritmo è spesso interrotto dagli enjambements, soprattutto fra nome e aggettivo, che hanno come effetto quello di arrestare il fluire della narrazione (ottava 5 vv. 5-6; 10,7-8 ecc.). Altri due stilemi tipicamente tassiani sono la ripetizione e l’antitesi.