Le fasi della poetica di Gabriele d'Annunzio: riassunto

Le fasi della poetica di Gabriele d'Annunzio: riassunto completo di riferimenti biografici e delle opere

Le fasi della poetica di Gabriele d'Annunzio: riassunto
getty-images

Le fasi della poetica di D'Annunzio

Le fasi della poetica di D'Annunzio: riassunto
Fonte: getty-images

Gabriele d’Annunzio è considerato uno dei più noti esponenti del decadentismo internazionale. Nato a Pescara nel 1863, ha studiato al liceo di Prato in Toscana e successivamente si è trasferito a Roma, dove ha frequentato la facoltà di Lettere senza però laurearsi. Ha lavorato come giornalista per riviste letterarie e ha scritto articoli mondani, entrando in contatto con l'aristocrazia che sarebbe poi diventata oggetto dei suoi romanzi. Ha vissuto molte relazioni amorose intense e fugaci, fino alla clamorosa fuga con la duchessa Maria Hardouin, che ha sposato nel 1883, e dalla quale ha avuto tre figli. Questo periodo coincide con la sua fase giovanile di scrittura, con raccolte come Canto novo, Intermezzo di Rime, Poema paradisiaco; tuttavia, il suo esordio poetico verista è stato il 1879 con la raccolta Primo Vere. Nel 1889 ha pubblicato anche Il Piacere.

Gabriele D'Annunzio ha vissuto a Napoli con la nobile Maria Gravina tra il 1891 e il 1893, ma ha poi subito una condanna per adulterio a causa della denuncia del marito della donna. Influenzato da Nietzsche e Wagner, ha scritto il Trionfo della Morte nel 1884. Il 1894 è stato un anno di svolta: l'amore per  Eleonora Duse ha soppiantato Gravina e i due si sono trasferiti nella villa chiamata "La Capponcina" a Settignano, vicino a Firenze, dove D'Annunzio ha vissuto per 12 anni, dal 1898 al 1910. Qui ha scritto i primi tre libri delle Laudi, il romanzo Il Fuoco e l'opera teatrale La figlia di Iorio. Nel 1905, Duse è stata sostituita da Alessandra Rudinì e nel 1910, a causa dei debiti contratti per mantenere la villa, D'Annunzio è stato costretto a un esilio volontario in Francia, dove è rimasto fino al 1915 continuando a collaborare con il Corriere della Sera. Nel 1915, allo scoppio della guerra, è tornato in patria schierandosi dalla parte degli interventisti e partecipando attivamente a imprese belliche rischiose, durante le quali ha perso l'occhio destro. Questo incidente ha comportato un periodo di infermità durante il quale D'Annunzio ha scritto Il Notturno. Dopo la presa di Fiume nel 1919, si è ritirato in una villa sul lago di Garda, una sorta di museo dedicato a se stesso. Qui ha curato l'edizione nazionale delle sue opere fino alla sua morte nel 1938.

Fase giovanile: il sensualismo barbarico

Se Pascoli aveva un approccio alla realtà di tipo intuitivo, quello di D’annunzio è definibile sensuale. Per D’annunzio infatti il poeta si identifica con colui che possiede l’abilità di rendere le sensazioni percepibili al lettore. 

Modelli letterari di questa fase sono indubbiamente Carducci e Verga.

  • Primo Vere (’79).  Per quanto riguarda la poesia, costituisce l’esordio: a 16 anni pubblica infatti questa raccolta di testi di forte timbro carducciano (forte è infatti l’influenza delle Odi Barbare) ma già improntate da una maggiore sensualità.
  • Canto Novo (’82). Secondo libro di rime, è sempre improntato sullo stile delle odi barbare carducciane e quindi del suo classicismo metrico, ma con l’aggiunta di una tipologia espressiva nuova, da riallacciarsi al parnassianesimo francese. In questa raccolta viene analizzato il rapporto fra l’uomo e la natura: la corporeità del soggetto vissuta come una riconquista e un’affermazione della propria capacità di vivere al di fuori della civiltà e della storia; comincia quindi ad intravedersi il panismo che sarà poi caratteristico della sua fase + matura. Ne viene eseguita poi nel ’96 una riedizione, privata di oltre 35 testi originali, che caricano di maggiore significato la raccolta.
  • Intermezzo di rime (’84). Consiste in un abbandono del metro delle odi barbare e in una sperimentazione di un metro più chiuso e tradizionale, in un tema di disfacimento e corruzione. È caratterizzato da un eros molto forte. Stesso scenario nella raccolta successiva, composta dai due libri distinti La chimera e L’Isotteo.

Fase estetica: il sensualismo raffinato

Protagonista incontrastato di questa fase è Il Piacere.

E' il romanzo simbolo dell’estetismo decadente, e costituisce una sorta di manifesto di quest’ultimo insieme a Il ritratto di dorian gray di Wilde e A Rebours di Huysmans: nel Piacere infatti sono contenute numerose dichiarazioni di poetica. Nel romanzo viene sottolineata la centralità dell’eros e la ricerca del piacere vista come una sorta di mito. Scenario del libro è la Roma bene del tempo, frivola ed elegante, palcoscenico dell’esteta Andrea Sperelli, alter ego di D’Annunzio. Intreccio erotico che sintetizza elementi tradizionali e del romanzo moderno – si tratta infatti di un romanzo d’ambiente con l’aggiunta di un soggettivismo tipico del romanzo decadente - è sicuramente influenzato dal naturalismo francese. È diviso in 4 libri, all’interno dei quali è possibile identificare 3 blocchi:

  1. Attesa di Elena a palazzo Zuccari. Flashback sulla storia d’amore con la donna; arrivo di questa e loro addio. Ripresa della vita da esteta e lesione nel duello.
  2. Villa della cugina di Andrea nella convalescenza. Incontro con Maria Ferres, sua partenza e ritorno a Roma di Andrea.
  3. Nuovo incontro con Elena e con Maria, conclusione del romanzo con delusione dell’esteta.

Fase intimista: fase della bontà

Caratterizzata dall’abbandono del tema erotico – mondano e dell’estetismo delle raccolte precedenti. Con la permanenza a Napoli infatti, vive un momento di crisi e di ripiegamento su se stesso, fortemente influenzato dai romanzieri russi quali Tolstoj – dal quale riprende il tema della pietà e della purezza d’animo -  e Dostoevskij – del quale invece imiterà tormento interiore ed analisi psicologica. Questa nuova fase corrisponde ad un bisogno interiore di rinnovamento e di nuova sperimentazione artistica. Il suo desiderio di rigenerazione morale si traduce così nella ricerca di un linguaggio più misurato.

  • Giovanni Episcopo (’91). È difatti una lunga novella che sperimenta il tema del Trionfo della morte, ossia l’inettitudine. Il protagonista è succube di un amico prepotente e violento, Giulio Wanzer. Egli ne è talmente influenzato e sottoposto da sposare sotto sua spinta Ginevra, nonostante la pessima fama della donna, dalla quale avrà il figlio Ciro. Tradito sistematicamente dalla sposa e perso il lavoro, Giovanni ha un moto di ribellione solo quando Wanzer, amante della moglie, picchia il figlio: Giovanni pugnala e uccide il marito.
  • L’Innocente (’92). Tullio, protagonista dalla personalità ambivalente e contraddittoria, che vive un’esistenza dissipata e mondana, fallito il matrimonio con la moglie Giuliana mantiene con lei un rapporto fraterno. Riavvicinatosi a lei, ella gli rivela di aver ceduto alla seduzione di un corteggiatore e di aspettare un figlio. Perdonato cento volte dalla donna, decide di accettare la situazione. Ma la nascita del figlio – l’innocente a cui allude il titolo – scatena in lui una furente gelosia, che lo porta – forse complice della moglie stessa – a portare il bambino alla morte.

Entrambi i romanzi sono caratterizzati da una forte componente russa e da tinte forti.

  • Poema paradisiaco (’93). Poema unitario che narra il suo distacco dalla sensualità e dall’erotismo e il suo riavvicinamento, anche attraverso il ricordo del passato, alla famiglia e ai sentimenti puri dell’infanzia. Il tema è quello del ricordo: il lessico è meno prezioso, ma tuttavia non meno raffinato e letterario. Vi sono frequenti riferimenti al quotidiano e dei particolari realistici e concreti; su questa poesia, che si presenta come una pausa di riflessione, si riflette la lezione del simbolismo minore francese. Fu l’unica opera dannunziana gradita ai crepuscolari, che ne furono grandi critici e contestatori. È composto da 3 libri: Hortus conclusus [giardino chiuso], dedicato alla potenza dell’more per Maria Gravina; Hortus larvarum, [giardino dei fantasmi], dedicato al ricordo delle apparizioni femminili e alla rievocazione dell’amore per Barbara Leoni; Hortulus animae [piccolo giardino dell’anima], che dichiara il disgusto per l’esperienza passata, e l’arrivo, il recupero dell’innocenza e dell’altruismo. Tutto è quindi una sorta di percorso di risalita, da uno stato d’animo difficile alla ritrovata purezza.

Fase del superomismo: la scoperta di Nietzsche

In questa fase D’Annunzio elabora in modo esplicito la teoria del romanzo wagneriano influenzato da Nietzsche, in quanto creatore di un nuovo modello di uomo. D’Annunzio adatta Nietzsche alle proprie esigenze, in realtà impoverendo le sue teorie dal punto di vista filosofico, e rendendo il suo superuomo un esteta caratterizzato da grande vitalismo. È un uomo libero ed eccezionale, dotato di volontà di potenza vista come volontà creativa. Il suo compito è quello di cancellare dal mondo la meschinità.

Ascolta la puntata del podcast su D'Annunzio

Ascolta su Spreaker.

Rendi più semplice il tuo studio

I riassunti che ti possono aiutare per conoscere meglio l'autore e il periodo storico:

Poesie
Adesso non disponibile

Se ti serve un aiuto in più per non perdere la concentrazione, prova questi integratori:

Contenuto sponsorizzato: Studenti.it presenta prodotti e servizi che si possono acquistare online su Amazon e/o su altri e-commerce. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti in pagina, Studenti.it potrebbe ricevere una commissione da Amazon o dagli altri e-commerce citati. Vi informiamo che i prezzi e la disponibilità dei prodotti non sono aggiornati in tempo reale e potrebbero subire variazioni nel tempo, vi invitiamo quindi a verificare disponibilità e prezzo su Amazon e/o su altri e-commerce citati

Un consiglio in più