La guerra di Piero: spiegazione

La guerra di Piero: spiegazione, analisi, commento e testo della canzone di Fabrizio de Andrè (2 pagine formato doc)

Appunto di kekkodis

LA GUERRA DI PIERO: SPIEGAZIONE

La guerra di Piero di De Andrè. Una parte consistente di questo percorso è dedicata alla guerra.

Soprattutto dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, dato l’elevatissimo numero di perdite che essa ha causato in tutto il mondo, anche da parte degli artisti il giudizio sulla guerra è diventato fortemente critico: non vi è quasi stata voce che non ne abbia condannato la stupidità, la disumanità e soprattutto l’inutilità. Raramente si è posto l’accento sul valore militare dei combattenti, sugli ideali di patria e di eroismo che erano stati esaltati soltanto alcuni decenni prima.
Questa celebre canzone del cantautore genovese Fabrizio De André (1940-1999), benché incentrata su un atto di eroismo, non fa eccezione. Non si tratta infatti del gesto temerario dell’eroe che perde la vita per la patria in un’impresa militare rischiosa, ma del gesto coraggioso e istintivo di un soldato che, per non veder morire il nemico, esita a sparargli: questa esitazione gli costa la vita.

DE ANDRE' LA GUERRA DI PIERO: TESTO

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
5 «Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati,
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente».
Così dicevi ed era d’inverno
10 e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
e il vento ti sputa in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso,
lascia che il vento ti passi un po’ addosso,
15 dei morti in battaglia ti porti la voce:
“Chi diede la vita ebbe in cambio una croce”.
Ma tu non la udisti e il tempo passava
con le stagioni, a passo di giava,
ed arrivasti a passar la frontiera
20 in un bel giorno di primavera.
E mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
25 Sparagli Piero, sparagli ora,
e dopo un colpo sparagli ancora,
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere a terra a coprire il suo sangue.
«E se gli sparo in fronte o nel cuore,
30 soltanto il tempo avrà per morire,
ma il tempo a me resterà per vedere,
vedere gli occhi di un uomo che muore».
E mentre gli usi questa premura,
quello si volta, ti vede, ha paura
35 ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
40 e non ci sarebbe stato ritorno.
«Ninetta mia, a crepare di Maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio,
Ninetta bella, dritto all’inferno
avrei preferito andarci d’inverno».
45 E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi il fucile,
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano
50 non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

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RIFLESSIONI SULLA GUERRA DI PIERO

Analisi del testo: Una canzone a due voci: gli appelli del narratore e i pensieri di Piero Sul piano strutturale La guerra di Piero si presenta come una specie di ballata popolare a due voci: quella del narratore esterno, indirizzata a Piero e pertanto espressa in seconda persona, e quella che riporta in prima persona i pensieri di quest’ultimo (nel testo esplicitati dalle virgolette). La narrazione della fine tragica del protagonista inizia dopo una quartina, ripetuta in modo identico nell’ultima strofa, nella quale è indicato il luogo in cui il giovane è sepolto: un campo di grano disseminato di mille papaveri rossi. Piero è dunque rappresentato come un soldato, triste e nauseato per tutti i cadaveri che ha visto, che in pieno inverno vaga da solo per i campi, in direzione della frontiera nemica. Il narratore, nel primo appello rivolto al personaggio (Fermati Piero, fermati adesso, v. 13), lo esorta a fermarsi e a riflettere sull’insegnamento che ha ricevuto dai molti morti in battaglia, ma Piero è troppo legato al suo dovere per cogliere tale insegnamento e prosegue la propria marcia. 

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LA GUERRA DI PIERO: COMMENTO PERSONALE

Quando è ormai primavera giunge oltre la frontiera e avvista un soldato solo e amareggiato come lui, ma appartenente al fronte opposto al suo: il narratore nuovamente gli rivolge un appello invitandolo a sparare per primo e a salvarsi la vita (Sparagli Piero, sparagli ora, v. 25). Neppure questa volta il giovane soldato dà retta alla voce narrante perché non vuole vedere gli occhi di un uomo che muore (v. 32). L’altro fa quello che avrebbe dovuto fare lui: spara e si salva, non per crudeltà ma per un naturale istinto di autoconservazione.