Il pensiero e la poetica di Giuseppe Parini

Il pensiero e la poetica di Giuseppe Parini: l'illuminismo, le riforme. La ricerca della "pubblica felicità" e le opere letterarie dell'intellettuale

Il pensiero e la poetica di Giuseppe Parini
getty-images

GIUSEPPE PARINI

Giuseppe Parini
Fonte: getty-images

L’opera letteraria di Parini nella prima fase è in sintonia con il clima di riforma instaurato dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Parini si presenta come un intellettuale illuminista e riformatore che collabora con il potere.

Come gli altri illuministi ricerca la pubblica felicità attraverso la diffusione di idee nuove che possono migliorare la vita sociale e contribuire al bene comune.

Nei confronti dell’Illuminismo francese rappresentato da Voltaire e Rousseau, Parini rifiuta le posizioni anti-religiose ed edonistiche. Della religiosità tradizionale rifiuta alcuni atteggiamenti (o comportamenti) empi, come i roghi delle streghe, le guerre di religione, la Controriforma, tuttavia, ritiene che la religione sia indispensabile come freno alle passioni umane e come stimolo alla convivenza civile e come garanzia di salvezza sul piano personale. Condivide invece i principi egualitari: tutti gli uomini sono uguali e hanno una stessa dignità indipendentemente dal loro ceto sociale.

CRITICA AI NOBILI

Parini critica la nobiltà perché oziosa, vuota e improduttiva. Infatti sperpera le ricchezze che provengono dalle rendite, cioè dal lavoro degli altri, è oziosa, non solo perché non lavorano, ma ricerca solo il piacere e non si dedica ad attività di utilità comune. Queste idee vengono sostenute oltre che nel poema “il Giorno” anche nel “Dialogo sopra la nobiltà”.

Parini è comunque un autore riformista perché non assume posizioni estreme cioè non vuole che la nobiltà sia eliminata come sostenevano i rivoluzionari francesi ma vuole solo che venga educata per svolgere un ruolo attivo all’interno della società come nelle epoche passate.

Ascolta su Spreaker.

CRITICA ALL'ILLUMINISMO LOMBARDO

L’illuminismo lombardo faceva capo al Caffè e all’Accademia dei Pugni.

  1. Sul piano letterario e linguistico essi respingevano il classicismo tradizionale in nome di una letteratura asservita all’utile ossia alla diffusione dei lumi. Parini invece era dell’idea che bisognasse seguire il classicismo, cioè la cura della forma e l’imitazione dei modelli antichi.
  2. Non condivideva neanche l’idea che la letteratura dovesse essere asservita alle scienze poiché la poesia ha una propria dignità e quindi l’utile non può essere separato dal “lusinghevol canto”.
  3. Ancora differiva dall’illuminismo lombardo poiché questo riteneva che solo lo sviluppo del commercio e dell’industria potesse garantire il prospero, la ricchezza e il benessere. Parini sosteneva la somiglianza delle teorie fisiocratiche che l’origine della ricchezza era nell’agricoltura.  

In conclusione Parini aderì alla cultura riformatrice lombarda ma fu lontano dalle tendenze radicali e innovatrici dell’Illuminismo, lo possiamo definire un progressista moderato.

Un consiglio in più