Le Odi di Orazio: riassunto e tematiche

Le Odi sono una raccolta di 103 Carmina, raccolti in tre libri scritti tra il 30 e il 23 a.C. e un quarto aggiunto nel 13 a.C. Appartengono al periodo lirico di Orazio. Riassunto e tematiche delle Odi di Orazio (3 pagine formato doc)

Appunto di ila871

LE ODI DI ORAZIO: RIASSUNTO E TEMATICHE

Le Odi.

Si tratta di una raccolta di circa 100 Carmina, raccolti in tre libri scritti tra il 30 e il 23 a.C. e un quarto aggiunto nel 13 a.C. Appartengono al periodo lirico di Orazio, ma non si possono definire produzioni liriche nel senso moderno del termine in quanto si ricollegano alla lirica greca arcaica. Nel prologo dell’opera Orazio afferma, rivolgendosi a Mecenate cui l’opera è dedicata di voler essere lyricus vates, ovvero di voler emulare Alceo (lyricus) e quindi diventare poeta come supremo artefice, e di seguire le ispirazioni dategli dalle divinità (vates). Dunque le Odi risultano come la sovrapposizione di due concezione distinte: da una parte il concetto di poesia come opera come supremo artigiano, dall’altra l’idea di poesia come ispirazione divina.

Odi di Orazio: traduzione con testi a fronte

LE SATIRE DI ORAZIO

Sempre supponendo un’investitura divina, egli non afferma più come nelle Satire la propria incapacità poetica, ma addirittura afferma di aver ricevuto il titolo di poeta dalla dèa Febo. Inoltre, nel prologo, afferma di voler coltivare la poesia lirica cantata nell’Isola di Lesbo il cui esponente principale è Alceo. Oltre ad Alceo e Saffo altro modello è Pindaro, cui Orazio guarda con ammirazione ma vede come un modello irraggiungibile.  Alceo e Saffo sono i modelli principali anche per quanto riguarda la metrica, vengono, infatti, usati metri saffici e alcaici. Notevole influsso esercitano su di lui anche i testi ellenistici (in particolare gli epigrammi) che facevano parte della cultura neoterica del poeta. Orazio cerca tuttavia di mantenere un certo equilibrio e una certa armonia tra i modelli antichi e la propria indole di poeta nuovo, caratterizzata da un esasperato sperimentalismo.

LE ODI DI ORAZIO TEMATICHE

Le Odi, Orazio conferisce un’impostazione allocutiva, ovvero a differenza della moderna poesia lirica, i Carmina non si presentavano come monologhi ma avevano sempre un destinatario, reale o immaginario che orientava il discorso poetico.
I temi trattati erano spesso topos ma avvalendosi delle tecniche dell’arte allusiva il poeta riesce a svilupparli in modo personale, partendo ad esempio da una citazione per intraprendere un discorso più ampio e soggettivo. E’ necessario quindi che il lettore abbia una certa cultura per poter cogliere le allusioni e i riferimenti, in quanto il nuovo, in Orazio, viene sempre paragonato all’antico.
L’Ode I, 37 si apre con una citazione di Alceo. Trattandosi, infatti, della morte di Cleopatra il poeta invita i concittadini a bere e danzare, per festeggiare il trionfo di Ottaviano, cosi come fece Alceo in occasione della morte di Mirsilo. Tuttavia non troviamo nel carme oraziano la stessa aggressività di quello alcaico. Viene anzi riconosciuta la grandezza della regina che viene definita come fatale mostrum, definizione polisemia che potrebbe significare sia “mostro fatale” sia “fatale manifestazione” cioè voluta dal fato.