Kilpatrick

Pedagogia di Kilpatrick (1 pagine formato doc)

Appunto di ariannasicuso
KILPATRICK
Kilpatrick che fu allievo e collaboratore di Dewey, era convinto che la società può essere trasformata solo attraverso una riforma dell’attività didattica e organizzativa della scuola.
Quindi lo scopo dell’educazione sarà quello di creare “un’autorità interna” (che è quella interna della persona) che abbia il compito di guidare l’individuo secondo una precisa condotta, e quindi l’organizzazione didattica dovrà educare l’alunno soprattutto con le relazioni con gli altri; quindi per fare ciò è necessario rinnovare la scuola che dovrà essere fondata sui principi…
- della LIBERTA’;
- dell’ AUTONOMIA MORALE;
- del RAPPORTO BIUNIVOCO INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO.
Kilpatrick esaminò inoltre le trasformazioni sociali provocate dall’industrialismo e quindi le conseguenze che esse (le trasformazioni sociali) hanno per il ruolo formativo della famiglia e della scuola…(Testo 52).


In un’altra opera, ovvero “FONDAMENTI del METODO”, Kilpatrick sostenne che l’interesse e la conoscenza si sviluppano attraverso l’azione del soggetto stesso che le compie e l’interazione con gli altri, quindi li sviluppa da sé.
Quindi secondo Kilpatrick, il metodo più corretto è quello del “problem solving”, vale a dire che il soggetto per imparare deve risolvere, e quindi cercare di trovare la soluzione ad alcuni problemi, questo perché, tutto ciò, porta il soggetto a imparare in modo auto-diretto (“io mi diriggo da me stesso nell’ambito di diversi processi formativi) e ad acquisire l’abitudine di trovare la soluzione ai problemi, così da arricchire le proprie conoscenze attraverso la ricerca di altri collegamenti.
Quindi questo tipo di educazione è INTRINSECO, vale adire proviene direttamente dal soggetto stesso che impara.


Invece Kilpatrick era contrario all’educazione ESTRINSECA, perché 
- tende a soccombere gli apprendimenti desiderabili (interessi e i bisogni) dal fanciullo; 
- ed inoltre così facendo danneggia i metodi di studio dei ragazzi;
- indebolisce la morale dell’insegnante e la sua personalità.


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