Balla e Boccioni: biografia e opere

Essenziale descrizione della vita e delle opere dei due esponenti del Futurismo: Giacomo Balla e Umberto Boccioni (3 pagine formato doc)

Appunto di puzzipuzzi

BALLA E BOCCIONI: BIOGRAFIA E OPERE

Umberto Boccioni e Giacomo Balla.

Umberto Boccioni. Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, figlio di un impiegato statale, viaggiò molto in Italia perché attratto sin da giovane dall’arte. Inizialmente il suo stile era di tipo tradizionale, quello che le scuola stesse imprimevano negli allievi. Conoscerà successivamente a Roma Gino Severini, altro grande futurista, dal quale verrà profondamente influenzato insieme alla figura di Giacomo Balla, che sarà il suo tutore nel campo artistico.
Boccioni non era ricco, non lo fu mai, ma era pieno di talento, un po’ come la maggior parte degli artisti del tempo. Il trovarsi poi a diretto contatto con la società (non solo in Italia ma anche ad esempio in Francia ed in Russia) lo porta a trovare una grossa quantità di temi su cui creare. L’Europa infatti era in continuo cambiamento con nuove scoperte e i mutamenti da esse derivanti. In particolare fu nel 1908 quando si trasferì a Milano che iniziò ad interessarsi seriamente alle problematiche sociali. Milano infatti era una città che si stava velocemente industrializzando ed in essa e questa sua trasformazione esso troverà i suoi soggetti.

Umberto Boccioni: biografia e opere

UMBETO BOCCIONI: OPERE

Nelle sue opere infatti si esalterà la nuova vita, quella urbana, un esempio ne è l’opera “Officina di Porta Romana” o anche “ La città che sale” con anche gli avvenimenti di scontro come nell’ opera “Rissa in galleria”. Di Boccioni elementi importanti (a cui esso diede particolare importanza) furono: la luce, il movimento e la spazialità. Per quello che riguarda la luce, essa non è la luce naturale, ma bensì quella artificiale, cioè quella elettrica. La corrente elettrica al tempo infatti fu una grossa innovazione, vista come lo strumento con il quale l’uomo può controllare la notte. Ciò si nota nell’opera: “Idolo Moderno”, che sarebbe un ritratto femminile, dove però la testa della donna passa in secondo piano rispetto ai fari dietro di essa. Boccioni, in generale, non puntò a creare opere che rispecchiassero la realtà, cioè non voleva creare un qualcosa dal punto di vista estetico il più vicino possibile ad essa. Esso utilizza infatti un certo simbolismo o meglio in questo caso un divisionismo, i colori infatti sono nettamente divisi fra loro, non vi sono sfumature ma pennellate ben distinte. Questo forse anche per dare più l’idea di un turbine di nuova energia, di rinnovamento rispetto alle vecchie tecniche.

UMBERTO BOCCIONI FUTURISMO

Per il movimento invece possiamo dire che la visione futurista era particolare rispetto a quella del tempo. Per rappresentare infatti un qualcosa in movimento di solito è convenzione ( o era) ritrarre ciò che si sta muovendo in un particolare istante del suo movimento, istante fermo dove l’unica cosa che fa intuire il movimento magari è la posizione particolare dell’oggetto. Con il futurismo invece è il contrario, l’oggetto viene ritratto non in un suo istante fermo, ma in un istante dove però esso si muove. Questo spiega alcune particolari opere illuministe dove si può assistere alla rappresentazione di oggetti in movimento totalmente diversi da quello che ci si aspetta. Perché in un unico istante è come se si fossero fuse più opere ognuna riportante “un istante immobile” dell’oggetto, che risulta quindi deformato dal suo stesso movimento. Per Boccioni in particolare il movimento corrisponde al dinamismo. Un esempio è l’opera “Visioni simultanee” dove è ritratta una donna che si affaccia al balcone e guarda il traffico cittadino sottostante. Le persone sono rappresentate come degli aerei si potrebbe quasi dire, dato che lasciano la scia del loro movimento-percorso dietro di loro. Questo perché nel momento in cui li si sta osservando essi non sono fermi ma si muovono. Si ha quindi un intrecciarsi di varie scie che si compenetrano a volte le une nelle altre. Il movimento di un corpo nello spazio produce infatti un movimento apparente in direzione opposta dello stesso spazio intorno al corpo e quest’ultimo è come una massa elastica che si deforma in modo aereodinamico. Altra opera importante è “A 300km sulla città”, dove vieni visto un paesaggio urbano da un aereo in movimento. Paesaggio ( o meglio visuale del paesaggio) che si modifica a seconda di come l’aereo si muove, sempre con il criterio delle scie e della massa elastica. Infine la spazialità, per spiegare questo aspetto non ci si può non avvalere dell’opera:”Forme uniche nella continuità dello spazio”. Questa a differenza delle altre è una scultura. Ritrae un uomo durante la corsa, ma non (come al solito) in un istante fermo di essa, ma durante l’intero movimento, in quella scultura quindi non vi è una sola posizione dell’uomo che corre, ma tante. L’opera appare quindi molto strana, se non fosse per le gambe infatti non si capirebbe neanche che è un uomo quello raffigurato. E’ nelle gambe infatti che è possibile notare come siano stati fusi fra di loro i vari momenti della corsa, si notano infatti vari polpacci, o meglio il percorso che i polpacci compiono. Si può dire che la spazialità è strettamente relazionata al movimento e anche alla velocità, lo spazio è ciò in cui si sviluppa il movimento ma è anche ciò che circonda  il movimento ed inoltre ciò che può essere visto attraverso il movimento. Parlando di come può essere visto un paesaggio in questo caso in un opera) si parla anche di linee di forza. Le linee di forza sono le linee guida del quadro, ciò che gli da un ordine, ve ne può essere una oppure tante. Quello che è rappresentato nel quadro segue queste linee e si modifica e seconda di esse. Più linee vi sono più può risultare caotico il quadro di solito.

GIACOMO BALLA: OPERE

Giacomo Balla. Giacomo Balla nacque a Torino il 18 luglio del 1871. Viaggiò anch’esso a Parigi e tornato in Italia diventa un divulgatore delle tecniche divisionistiche. Avrà come allievi Severini, Boccioni e Sironi. Nel 1910 aderirà al manifesto dei pittori e degli scultori futuristi. Forte attrazione in lui fu la fotografia, preceduta da una fase divisionista. Come gli altri futuristi esso cercherà di mostrare il movimento in quanto tale, e non come un qualcosa di fermo. Famose sono le opere: “Cane al guinzaglio” dove viene ritratto un bassotto che passeggia insieme alla padrona, di cui si vede solo il piede. Sia nel cane (cioè nelle zampe e la coda) che nel piede si riportano vari momenti che nell’insieme danno il movimento compiuto.