Crispi e Giolitti: riassunto

Riassunto dettagliato del governo e politica di Crispi e Giolitti (3 pagine formato zip)

Appunto di carmendimauro

CRISPI E GIOLITTI: RIASSUNTO

Cap 1.

Negli anni della crisi, in Italia si venne a formare una nuova classe dirigente formata dai proprietari terrieri e dalla borghesia, con l’obiettivo di proteggere il mercato interno dalla concorrenza estera. A capo di questo nuovo pensiero politico fu Crispi. A capo del governo, nel 1887, attuò una politica autoritaria accentrando quasi tutti i poteri su di se (ministro interni ed esteri). Represse i conflitti sociali, infatti, in quel periodo vi erano molte manifestazioni e scioperi dovuti all’aumento dei prezzi del pane e dei beni primari da parte dei Fasci dei lavoratori, associazione di braccianti; Crispi agì reprimendo queste rivolte, in Sicilia proclamò lo stato di assedio, sciogliendo i fasci a punendo con detenzioni lunghissime i capi delle rivolte.

GOVERNO DI FRANCESCO CRISPI

Utilizzò anche i prefetti come strumento d’intervento.

Questa politica colpì anche i cattolici [ inizialmente au-to estraniati dalla vita politica, con l’emanazione del Papa del non expedit, ma non impediva la partecipa-zione ai cattolici dei problemi sociali, infatti, con l’Opera dei congressi, i cattolici attuarono una serie d’iniziative, mettendoli di fronte ai problemi della società, che li portarono alla costruzione di un pensiero politico autonomo. Papa leone XIII detto' la Rerum novarum, e i cattolici crearono un’organizzazione di veri e propri strumenti sindacali. A questi organismi aderirono in grande quantità, i cattolici fondarono un proprio partito autonomo.

Governo di Francesco Crispi: riassunto

POLITICA DI CRISPI

La politica autoritaria di Crispi valeva anche per la politica estera espansionistica, l’Italia s’inserì tra le grandi potenze per la spartizione dei territori africani creando gli imperi coloniali, Crispi continuò ad eseguire le azioni precedenti di Depretis, accentuando però gli orientamenti riprendendo l’espansione coloniale in Abissinia. Su questo campo i risultati furono negativi, lo seguirono una serie di sconfitte, soprattutto ad Adua, che costrinse Crispi alle dimissioni, e pose fine alla seconda fase di espan-sione coloniale italiana. Questi avvenimenti crearono una forte crisi politica, che portò alla morte di Umberto I da parte dell’anarchico Bresci che volle vendicare tutti i morti provocati dalle battaglie.

Politica di Crispi: riassunto

CRISPI: RIASSUNTO BREVE

Cap. 2. La crisi politica si verificò in contemporanea ad una grave crisi economica, che fu causata dalla bassa pro-duzione ed esportazione e dai pochi investimenti, questa crisi colpì soprattutto le banche che furono tra-volte da fallimenti a catena. A salvare le banche se ne occupò lo stato, che aiutò le banche in difficoltà, tramite le banche “sane” che le sorressero. Nel gennaio del 1894 venne fondata la Banca d’Italia, ed era l’unica che poteva far circolare danaro. In Italia vi furono le banche miste, dove un parte dei soldi veniva investito nelle aziende. La crisi aggravò le condizioni degli operai e dei contadini, e nel 1897 milioni di brac-cianti iniziarono una grande agitazione sindacale, nel 98 scoppiarono tumulti per il rialzo del prezzo del pa-ne, su ordine di Di Rudinì il generale Beccaris sparò cannonate a Milano sulla folla provocando decine di morti. Si decise di scegliere un governo autoritario che limitava la libertà di stampa e di associazione, raf-forzando il potere esecutivo. Il successore di Di Rudinì, Pelloux, dopo uno scontro parlamentare fu co-stretto a dimettersi, e il parlamento indisse nuove elezioni. Nelle elezioni del 1900 le opposizioni ottenne-ro la maggioranza dei voti, anche se non la maggioranza dei seggi.