L'Italia tra il 1891 e il 1901: Crispi e Giolitti

Riassunto della storia dell'Italia che va tra il 1891 e il 1901: il governo Crispi e il governo Giolitti (3 pagine formato docx)

Appunto di giuliatiberi

CRISPI E GIOLITTI

L’Italia tra 1891 e 1901.

Nel 1891 Crispi fu costretto alle dimissioni e nel maggio del 1892 gli successe il piemontese Giovanni Giolitti. Egli apparteneva alla sinistra liberale, sosteneva la borghesia imprenditoriale ed era contrario alla politica coloniale crispina in quanto non si possedevano le sufficienti forze economiche per avanzare nelle colonie e inoltre era un politica che comportava molti investimenti.

Come prima cosa Giolitti puntò a una riforma del prelievo fiscale che colpisse i redditi più alti e risparmiasse i ceti più poveri, con l’intento di risolvere i problemi di bilancio e l’ingiustizia sociale. Giolitti seguì una politica del compromesso (erede della politica del connubio cavouriana e del trasformismo) e allargò i cittadini alla vita economica e politica.
Favorì inoltre una progressiva apertura dei mercati contro il protezionismo, per far avanzare l’industria, dopo la guerra doganale con la Francia. Quest’ultima aveva causato gravi danni all’economia italiana, specie a quella della Sicilia in cui i lavoratori siciliani si riunirono nella organizzazioni dei Fasci (“fasci” non vuol dire “Fascisti” ma indicava le fascette di paglia che i contadini portavano sulle spalle come simbolo della loro unione e della gravezza della loro vita) e protestarono.

ETA' GIOLITTIANA

Di fronte a queste manifestazioni di scontento, Giolitti non reagì ma ebbe piuttosto un atteggiamento tollerante, debole e fu per questo (ed anche per un’accusa, forse ingiusta, di complicità nell’azione del governatore della Banca Romana, Bernardo Tanlongo, il quale aveva fatto stampare illegalmente 9 milioni di lire per coprire un vuoto di cassa) che incontrò l’ostilità dei ceti dirigenti. Quest’ultime, vedendo la loro proprietà minacciata, lo attaccarono, chiedendo l’abolizione della legge Coppino (1877, obbligava alla frequenza di 2 anni a scuola, prevedeva delle sanzioni per quei genitori inadempienti e uno stipendio per gli insegnanti).

Età giolittiana: schema riassuntivo

SECONDO GOVERNO CRISPI

Giolitti fu dunque costretto a dimettersi in seguito all’episodio della Banca Romana e a fine 1893 torna al potere Crispi. Crispi riprese la sua ferma politica autoritaria e represse con violenza l’azione dei Fasci,sciolse il Partito socialista dei lavoratori italiani e le Camere del lavoro. Moltissimi furono arrestati e/o condannati. Con una legge dell’11 luglio 1894, per evitare il riformarsi del Partito socialista, Crispi sottopose ad una revisione straordinaria le liste elettorali riducendone gli iscritti per analfabetismo. In risposta, il Partito socialista si ricostituì comunque come “Lega italiana per la difesa della libertà” e pubblicò un periodico (l’Avanti). Crispi rispose formulando un programma a favore di alcune richieste dei Fasci e propose anche una riforma del latifondo.