Grande depressione e Seconda rivoluzione industriale

Breve riassunto della grande depressione del 1873 e la Seconda rivoluzione industriale (1 pagine formato doc)

Appunto di lorismuhaj

GRANDE DEPRESSIONE E SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La Grande depressione e la Seconda rivoluzione industriale. Un’epoca il 1873 (la lunga depressione) che segna l’inizio della grande crisi di fine secolo che durò fino al 1890-1900.

Essa trasformò radicalmente il capitalismo, i lavoratori, la produzione industriale e agricola e rilancio la colonizzazione in Africa e Asia.
Crescita demografica e urbanesimo.
Il miglioramento delle rese agricole aveva addirittura fatto raddoppiare la popolazione in molti paesi. Un nuovo, nel quale schiere di persone si riversarono nelle grandi città allettate da proposte di lavoro.
urbanesimo L’ingrandimento delle città favori la nobiltà che era proprietaria di immensi terreni fornendole immensi capitali e spingendola ad entrare nell’industria favorendo le grandi aziende su quelle piccole intaccando la libera concorrenza. Si scardinarono gli equilibri tra agricoltura industria e servizi: aumento la ricchezza prodotta dai trasporti e costruiti perciò sempre più vie di comunicazione ma allestiti anche ospedali e nuove scuole.

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GRANDE DEPRESSIONE 1873: CAUSE E CONSEGUENZE

La grande crisi di fine secolo. Nel 1873 l’intera economia mondiale entrò in collasso: crollò la produzione europea di cereali, il mercato venne invaso dalle produzioni americane che abbassavano i prezzi, c’era stata una produzione sovrabbondante rispetto alla domanda.
-negli USA gli investimenti in ferrovie furono eccessivi, le banche non ridavano il denaro depositato, esplodeva la disoccupazione e i prezzi salirono alle stelle;
- in Gran Bretagna ci fu un crollo delle esportazioni;
- in Germania si rallentò il grande sviluppo che aveva avuto la siderurgia;
- la Francia fu colpita una grande carestia e fu tartassata dai debiti di guerra verso la Germania;
- l’Italia che era rimasta arretrata dovette acquistare macchinari dall’estero producendo a costi non competitivi.
Questa grande crisi convinse Marx che ormai il capitalismo aveva le ore contate.

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LA GRANDE DEPRESSIONE: RIASSUNTO

L’uscita dalla crisi. Contrariamente dalle previsioni di Marx, il capitalismo seppe difendersi:
- sui bassi prezzi americani vennero alti dazi di importazioni attuando il protezionismo;
- venne meccanizzata l’agricoltura facendo abbassare i prezzi di produzione, con mietitrici,trebbiatrici, seminatrici;
- vennero differenziate le culture, come patate, barbabietole, canapa, lino, frutta, ortaggi, olio e vino.
La grande svolta del capitalismo.  Le imprese più penalizzate erano le medio-piccole che non riuscivano a reinvestire il capitale, mentre i gruppi
maggiori capirono che occorreva mettere in moto processi che facessero concentrare nelle loro mani il capitale:
- holdings: grandi consociazioni per il controllo finanziario di diverse imprese;
- cartelli o pools: consorzi tra aziende dello stesso settore che si accordavano sulla produzione e sui prezzi;
- trusts: concentrazioni di capitale fra imprese prima indipendenti.
Per contrastare questi accordi tra imprese furono emanate leggi Antitrust con scarsa efficacia.

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SOVRAPPRODUZIONE SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La Seconda rivoluzione industriale inizia nel 1873 ed ebbe come protagonisti l’acciaio, l’elettricità, la chimica e il petrolio.
7 L’acciaio “metallo Nuove tecniche permisero una produzione economica dell’acciaio immettendolo nel mercato nel 1870. Elastico e
perfetto” robusto fu utilizzato per rotaie, navi, utensili, macchinari, e nell’edilizia affiancato al cemento. Esso venne affiancato nel 1886 dall’alluminio
8 l’elettricità A metà dell’ 800 alla forza del vapore di affianca quella dell’elettricità. La prima applicazione pratica si ebbe con il telegrafo con cui si comunicava con il codice Morse. Nel 1880 Edison costruisce la prima lampadina affidabile per qualità e durata che illuminava 10 volte di più di un lume a gas e si prefisso di far entrare la sua creazione in ogni edificio. Iniziarono a veni costruite cosi centinaia di centrali elettriche sfruttando dighe, il vento o il carbone. L’elettricità permise anche l’invenzione del telefono da parte di Antonio Meucci.