Rivoluzione americana, riassunto

le colonie americane nella seconda metà del settecento, i contrasti con la madrepatria, la nascita degli Stati Uniti, Confederazione e Federazione (5 pagine formato doc)

Appunto di nicolasplebani

RIVOLUZIONE AMERICANA RIASSUNTO - Le colonie americane nella seconda metà del Settecento.

Un mosaico socio-politico. Alla fine della guerra dei sette anni, conclusa con la pace di Parigi del 1763, l'Inghilterra governava sulle 13 colonie della costa atlantica, sulla Florida e sul Canada.
La popolazione era composta da emigrati europei, in maggioranza inglesi, schiavi africani e nativi americani.
Le colonie del sud erano legate alla madrepatria, diffida anglicana e con un'economia basata sull'agricoltura di piantagione.
Il sistema di piantagione comportava il ricorso alla manodopera, costituita da schiavi africani.
Le colonie del nord, erano di fede puritana, e di maggioranza inglese.
Nei centri situati sulla costa si erano sviluppati i commerci, la pesca, l'industria cantieristica, l'agricoltura.
Le colonie del centro erano costituite da olandesi, svedesi, irlandesi, scozzesi e tedeschi.
Esse erano contraddistinte dal pluralismo e dalla tolleranza religiosa; il commercio era molto sviluppato.
Negli insediamenti americani non esisteva alcuna nobiltà ereditaria: esistevano classi privilegiate e una classe media, e per cui la mobilità sociale era molto elevata.

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RIVOLUZIONE AMERICANA RIASSUNTO DETTAGLIATO - Grazie alla disponibilità di terre e alla diffusione delle proprietà, si ridussero i divari fra le classi.
La maggior parte dei contadini possedeva infatti la terra che coltivava.
Sul piano giuridico il modello dominante era quello anglosassone, che aveva sancito alcuni diritti e principi considerati irrinunciabili.
S riguardavano la popolazione bianca e non si applicavano agli schiavi africani, che erano considerati come non-persone senza diritti.
La legge coloniale escludeva le donne dal diritto al voto e la possibilità di accedere alle scuole superiori.
Le relazioni fra le colonie erano di conflitto, Per questioni economiche e per dispute di frontiera.
Nel corso della guerra dei sette anni, i rapporti inter coloniali si intensificarono.
Questo andava il contrapposizione alla "divide et impera", una regola secondo la quale le colonie dovevano servire gli interessi della madrepatria ed era conveniente che restassero separate.

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RIVOLUZIONE AMERICANA IN BREVE: RIASSUNTO - Ogni colonia era retta da un consiglio, con un governatore di nomina regia, che deteneva il potere esecutivo, era a capo delle forze armate e dell'amministrazione civile, e poteva convocare e sciogliere assemblee.
Il consiglio era affiancato da un'assemblea legislativa direttiva.
Le 13 colonie erano inserite in una rete di scambi mercantili con la madrepatria, sempre più frequenti.
I traffici per l'America erano regolati da una regime monopolistico: le colonie dovevano vendere i loro prodotti nei porti inglesi.
Questi divieti venivano aggirati con la pratica del contrabbando delle merci sottoposte a regime di monopolio, attuato dai coloni.
I produttori americani realizzavano enormi profitti.
Nelle colonie del nord si era consolidata una classe borghese autonoma, mentre al sud si affermarono sempre di più i grandi proprietari di piantagioni.

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RIVOLUZIONE AMERICANA SINTESI - I contrasti con la madrepatria. I coloni Anglo americani decisero di spingersi a ovest, ma la corona intendeva impedire quest'espansione.
Nel 1763 Londra emanò un provvedimento, "Royal Proclamation", che affermò la sovranità britannica sui territori occidentali, vietò ai sudditi di colonizzare terre aldilà dei monti Appalachi.
Dopo la guerra dei sette anni, il debito nazionale britannico era raddoppiato.
Pensavano che i coloni fossero coloro che avevano guadagnato di più.

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