Il mio infinito di Margherita Hack: riassunto

Riassunto del libro di Margherita Hack, "Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea" (3 pagine formato doc)

Appunto di pinaginaserafina

IL MIO INFINITO

Recensione libro: “Il mio infinito” di Margherita Hack
Casa Editrice: Dalai Editore
Data Pubblicazione:26/04/11, Udine
Il romanzo di Margherita Hack è suddiviso in dodici capitoli, più l’introduzione iniziale. 
1° CAPITOLO: All’inizio si parla del creato, su come si sia formato tutto ciò che ci circonda.

Esistono teorie scientifiche e religiose, senza però alcuna certezza che siano la vera origine di tutto.
Tre sono le teorie principali: la prima indicava l’esistenza di un essere supremo, di un Dio, capace di averci donato la vita; la seconda è la teoria scientifica del Big Bang, la grande esplosione secondo cui si è formato l’universo; la terza è la teoria della Genesi, secondo la quale Dio ha creato tutto.
2°CAPITOLO: Si parla ancora di teorie riguardanti la nostra origine, ma anche sull’universo, l’atomo, la terra, la luna. Con il passare del tempo, si è constatato il cambiamento di pensiero da parte di scienziati e filosofi, che in quei tempi sono riusciti a compiere le prime misurazioni della sfera terrestre. Il primo è stato Erastotene, vissuto nel 200 a.C.. Egli basandosi sulla posizione del Sole riuscì ad ottenere una proporzione con la quale si ricavò la circonferenza terrestre, equivalente a circa 46.000 km. Lo seguirono Ipparco e Aristarco, che misurarono la circonferenza lunare, dando risultati sbagliati e ancora imprecisi. Fu un periodo di nuove intuizioni e teorie.

Una vita tra le stelle di Hack: riassunto

IL MIO INFINITO. DIO, LA VITA E L'UNIVERSO NELLE RIFLESSIONI DI UNA SCIENZIATA ATEA

3°CAPITOLO: Si parla dei moti terresti. Il primo a scoprirli è stato Aristotele, dopo i tentativi di Aristarco e Ipparco (che è stato l’astronomo migliore dell’antichità). Tre secoli dopo, Tolomeo, fu il primo a dare alle stelle ben due classificazioni: la luminosità equivaleva agli stati Magnitudo da 1 a 5; la loro posizione aveva uno stato fisso. Spiegò i moti con gli epicicli, e riteneva Saturno il più lontano pianeta dal Sole. Fino al 1500 non ci furono cambiamenti, finchè non si affermò la teoria Copernicana, seguita nel 700’ dalla legge di gravitazione universale di Newton e dalla scoperta della Via Lattea. Si arrivò così al 1900, secolo di grandi scoperte, con una distanza minima l’una dall’altra grazie al progresso.
4°CAPITOLO: Il XVI secolo è stato un secolo di cambiamenti: economici e di pensiero. Niccolò Copernico, scienziato polacco, ne è stato una figura fondamentale. Le sue scoperte sono state molto importanti tant’è che quel periodo fu rinominato “Rivoluzione Copernicana”. Da subito suscitò l’ammirazione di Galileo e Keplero. Essi furono gli inventori della scienza moderna, basata su osservazioni e esperimenti. Galileo, grazie all’invenzione del cannocchiale, scoprì le nebulose, la Via Lattea e alcuni moti delle stelle attorno a Giove, anticipando una legge di Keplero. Approvò dopo pochi anni e pubblicamente la teoria copernicana, causando dissapori con la chiesa. Per salvarsi dalla morte ritirò tutto ciò che aveva detto, affermando che fossero menzogne. La chiesa riconobbe l’errore di essere andati contro la veridicità della scienza, solo nel 1992. Parlando di Keplero, abbandonò le teorie Aristoteliche, formando le sue tre leggi. Le prime due nel 1609, la terza nel 1618. Spiegavano i moti terrestri, anticipando la legge di Newton.

Così parlano le stelle di Margherita Hack: recensione

L'UNIVERSO DI MARGHERITA

5°CAPITOLO: Isaac Newton, fu il primo scienziato a inventare il telescopio. Egli formulò nel 1686 la legge di gravitazione universale. Tutto partì da un esperimento: lanciò un sasso e studiò la traiettoria e la velocità, che dettava i tempi di caduta e la forza con il quale era stato lanciato. Scoprendo la gravità terrestre, la sua idea fu subito quella di inviare satelliti artificiali nell’universo. Molti altri astronomi e scienziati contemporanei fecero nuove scoperte. Halley, con varie osservazioni, giunse alla conclusione che le comete fanno parte del sistema solare; Herschel scoprì Urano nel 1781 grazie al telescopio; Gregory dettò le prime distanze planetarie, ridefinite in seguito da Titus; l’astronomo tedesco Gallè scoprì Nettuno e per finire, il danese Ole Roemer misurò per la prima volta la velocità della luce, nel 1675. Equivaleva a 225.000 Km/s, e la ottenne grazie alla risalente distanza Sole-Terra.
6°CAPITOLO: La prima parallasse stellare (si intende lo spostamento parallattico, cioè lo spostamento apparente di un oggetto su uno sfondo più lontano) fu misurata nel 1838 da Bussel. L’unità di misura di queste distanze è il Parsec, che corrisponde a 3,26 anni luce. Dopo anni di osservazione, nacque la domanda: la Via Lattea occupa tutto l’Universo? Rispose nel 1750 Wright scrivendo che non era così, perché la Via Lattea corrispondeva solo a una parte dell’ampio sistema orbitale a cui apparteneva. Avvenirono in seguito gli studi approfonditi di Herschel e Kapteyn sulla Via Lattea.