Edipo Re di Sofocle: trama e commento

Trama e commento approfondito della tragedia greca di Sofocle, Edipo Re (3 pagine formato doc)

Appunto di ariannabassetti

EDIPO RE DI SOFOCLE: TRAMA E COMMENTO

Sofocle.

La tragedia dell’Edipo Re alza il sipario sull’immagine disastrosa della città di Tebe afflitta dalla pestilenza. La soluzione a tale flagello giugne con Creonte, il cognato del re, inviato a Delfi per consultare l’oracolo: occorre scoprire ed esiliare l’assassino di Laio, il predecessore di Edipo sul trono della città. Le indagini sono dunque organizzate in fretta e furia ma, convocato Tiresia, l’indovino cieco, emerge un’accusa inaspettata quento incredibile: il colpevole sarebbe Edipo stesso.
Il re, sdegnato, scaccia il maleaugurato, senza credere ad alcuna delle sue calunnie. Tuttavia, parlandone con la moglie Giocasta, un tremendo sospetto va prendendo forma nella sua mente: le condizioni in cui il vecchio re fu assassinato sono tremendamente simili a quelle in cui Edipo uccise un viandante ad un bivio, tempo addietro, per futili motivi. Giocasta tenta di calmarlo e dissuaderlo, proclamendo l’insensatezza di tali discorsi. In quel momento giunge la notizia della morte del re di Corinto, presunta città natale di Edipo, dalla quale egli si era allontanato per scongiurare il vaticino dell’oracolo che lo vedeva uccisore del padre e sposo della propria madre. Edipo è convinto che questo dimostri la veridicità della predizione: lui stesso ha ucciso il padre, sfiancandolo con il dolore della sua assenza. Ma fino a quando egli si terrà lontano da Corinto, non vede come possa essere vero che la madre diventerà la sua sposa.

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EDIPO RE PERSONAGGI

Ma il messo ha una rivelazione da fare: Edipo non è il figlio naturale del re di Corinto e sua moglie, ma un trovatello abbandonato ancora in fasce sul monte Citerone e adottato poi dalla famiglia reale. Mentre le tessere del puzzle si ricompongono, l’angoscia di Edipo si fa sempre più grande. Giocasta invece, ha già compreso tutto. Ben ricorda di quel figlio che fece abbandonare sul Citerone, cercando di scongiurare quella profezia che lo vedeva assassino del padre e legato a lei in una relazione incestuosa. Ella non ha nemmeno bisogno della conferma dell’unico teste della strage, che non aveva mai osato parlare prima per paura di ritorsioni, il quale conferma Edipo come colpevole del parricidio. Il sovrano, ormai investito dalla tremenda cosapevolezza delle sue azioni, rientra nella reggia dove, sotto lo sguardo vitreo della madre e moglie, impiccatasi per la disperazione, si cava gli occhi con le fibbie della veste. Infine scongiura il nuovo re Creonte di mandarlo in volontario esilio, dopo avergli affidato le due figlie, Antigone e Ismene.

EDIPO MITO

Tutta la tragedia ruota fondamentalmente intorno alla figura di Edipo e al suo percorso psicologico, che da accusatore si fa accusato, rendendosi conto lentamente di aver commesso involontariamente una colpa tremenda. Tutta la prima parte della tragedia è occupata dalla caccia ad un ignoto criminale, la causa di tutte le disgrazie, il “capro espiatorio” la cui eliminazione sanerà il morbo che affligge la città.  La sete di conoscenza è il motore della tragedia: Edipo, per tutta la vita si è sempre sforzato di conoscere, semplicemente non ha incanalato le sue energie nella giusta direzione. Ecco che emerge qui la riflessione di Sofocle su come anche il più intelligente degli uomini, vincitore della Sfinge, possa essere cieco, se non sa vedere oltre le proprie convinzioni fallaci ed avere un immagine più lata del tutto, la quale non si può raggiungere con la semplice e rozza razionalità umana. Il momento in cui le certezze di Edipo si cominciano ad incrinanare è quello del dialogo con Tiresia.