Il bugiardo di Carlo Goldoni

Introduzione, trama, personaggi, luogo, tempo, stile, messaggio de "Il bugiardo di Carlo Goldoni" (5 pagine formato doc)

Appunto di magali87
INTRODUZIONE “Il valoroso Pietro Cornelio, colla più bella ingenuità del mondo, ha confessato al Pubblico aver lavorato il suo "Bugiardo" sul modello di quello che fu attribuito in Ispagna a Lopez de Vega, quantunque un altro Autore Spagnuolo lo pretendesse per suo.
Io con altrettanta sincerità svelerò a miei Leggitori aver il soggetto della presente Commedia tratto in parte da quella del sopraddetto Cornelio. Vanta l'Autor Francese aver condotto l'opera sua con quella varietà nell'intreccio, che più gli parve adattata al gusto della nazione, a cui doveva rappresentarsi.


VITA E OPERE DI CARLO GOLDONI >>


Tanto ho fatto io nel valermi di un tal soggetto: servito appena mi sono dell'argomento; seguito ho in qualche parte l'intreccio; ma chi vorrà riscontrarlo, dopo alcune scene che si somigliano, troverà il mio "Bugiardo" assai diverso dagli altri due; talmenteché avrei potuto darmi merito dell'invenzione ancora, se sopra un tal punto non fossi io assai scrupoloso, e nemicissimo di qualunque impostura.
Pur troppo nella edizione di Venezia, stampandosi dal Bettinelli le mie Commedie, senza le piccole mie Prefazioni, e non leggendosi questa tale premessa al mio "Bugiardo", non mancherà chi dirà il bugiardo esser io medesimo, arrogandomi l'altrui merito e l'altrui fatica; ed ecco la necessità de' miei ragionamenti al Lettore, la mancanza de' quali fa difetto notabilissimo nella prenarrata Edizione. Io per altro, come diceva, ho dato un giro assai più brillante ad una tale Commedia.

ARTICOLO DI GIORNALE SU LA LOCANDIERA >>


Ho posto al confronto dell'uomo franco un timido, che lo fa risaltare. Ho posto il mentitore in impegni molto ardui e difficili da superare, per maggiormente intralciarlo nelle bugie medesime, le quali sono per natura così feconde, che una ne suol produr più di cento, e l'une han bisogno dell'altre per sostenersi. Il "sonetto" è forse la parte più ridicola della Commedia. Le "lettere" a Pantalone e a Lelio dirette accrescono l'imbarazzo e la sospensione. Tutte cose da me inventate, le quali potevano darmi sufficiente materia per una Commedia, che si potesse dir tutta mia; ciò non ostante, sapendo io d'aver fatto uso del soggetto dell'Autore Francese, non ho voluto abusarmene, e Dio volesse che così da tutti si praticasse, che non si vederebbono tante maschere, tanti rappezzamenti, tante manifeste imposture” Di Carlo Goldon

CARLO GOLDONI, IL VENTAGLIO >>

i TRAMA Lelio, figlio di Pantalone, torna a Venezia da Napoli, città in cui è cresciuto seguendo l'impulso a vivere una continua avventura, affidandosi al suo estro di bugiardo impenitente. Capita subito nel pieno di una serenata che Florindo, amante timido, rivolge segretamente a Rosaura, mentre insieme alla sorella Beatrice sta sul terrazzino di casa. Senza indugio Lelio, assistito dal servo Arlecchino, si fa avanti, attirando l'attenzione delle figlie del Dottore e attribuendosi il merito dell'omaggio canoro. Da questo momento in poi inizia un rutilante gioco di "spiritose invenzioni", come il fantasioso protagonista definisce le sue