La luna e i falò: scheda libro

La luna e i falò di Cesare Pavese: scheda libro accurata del romanzo con note sull'autore, anno di pubblicazione, genere, pagine, riassunto, personaggi, ambientazione, fabula e intreccio e commento (2 pagine formato doc)

Appunto di gloza

LA LUNA E I FALO': SCHEDA LIBRO

Scheda libro La luna e i falò di Pavese - Titolo: LA LUNA E I FALO' Autore: Cesare Pavese Note sull'autore: Cesare Pavese (Cuneo 1908 - Torino 1950), scrittore e poeta italiano.

Nato da una famiglia d'origine contadina, studiò a Torino, dove si laureò e si specializzò in letteratura anglo americana.
Durante la guerra si nascose (1943-1945) presso la sorella Maria, sulle colline del Monferrato.
Da quest'esperienza nacque uno dei libri migliori di Pavese, il romanzo “La casa in collina” (1948). Pavese aveva esordito con la raccolta poetica “Lavorare stanca” (1936). A questo volume seguì il romanzo “Paesi tuoi” (1941). Dall'esperienza del confino derivano i racconti lunghi e politicamente impegnati “Il carcere” (1938-39) e “La spiaggia” (1941). A questi seguirono i racconti di “Feria d'agosto” (1946), il romanzo “Il compagno” (1947) e i racconti lunghi di “La bella estate” (1949). La consacrazione critica definitiva di Pavese avvenne con “La luna e i falò” (1950).
Questo romanzo potrebbe essere considerato l'autobiografia della vita di Pavese. Dopo aver ricevuto per questo romanzo il premio Strega, Pavese si tolse la vita sotto il peso di una depressione a lungo combattuta negli anni, cedendo a quello che aveva chiamato il"vizio assurdo". Dopo la sua morte fu pubblicata un'altra raccolta poetica, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (1951).
Anno di pubblicazione: 1950
Genere: romanzo
Pagine: 173

La luna e i falò: recensione

LA LUNA E I FALO': RIASSUNTO PER CAPITOLI

Trama: Finita la guerra, il protagonista ( di cui si dice solo il soprannome di ragazzino, Anguilla) torna quarantenne nella sua terra, le Langhe, abbandonate vent'anni prima per cercare fortuna in America. Molte cose sono cambiate, ma i luoghi sembrano gli stessi e inducono così a tornare con la memoria all'infanzia. Bastardo, egli era stato allevato con la "mesata" (il sussidio mensile) che l'ospedale di Alba passava per i trovatelli adottati e sfruttati nei campi dalle famiglie contadine nella cascina di Gaminella. Ora lì abita un'altra famiglia, quella di Valino.
Qui Anguilla stringe amicizia con suo figlio, Cinto, un bambino di dieci anni, nel quale il protagonista rivede se stesso e ritrova un vecchio amico d'infanzia: Nuto. L'orfano è zoppo e mingherlino ma pieno di curiosità e d'ansia di vivere. La sua è una famiglia disgraziata, poverissima. Suo padre è un contadino tormentato dai padroni, che sfoga la propria rabbia e la propria tristezza in una violenza insensata, picchiando il figlio, le donne di casa e il cane senza motivo. Un giorno il Valino, disperato, uccide la sua convivente, brucia la casa e s’impicca. Cinto riesce a scampare alla rabbia omicida del padre e raggiunge disperato Nuto e Anguilla. Mosso a compassione, Anguilla decide di farsi carico dell'educazione del bambino, affidandolo perché impari un mestiere, alla tutela di Nuto.

La luna e i falò: recensione libro

LA LUNA E I FALO': COMMENTO PERSONALE

Nuto è un vecchio compagno di servitù, che dalle colline non si è mai spostato, un falegname dedito al lavoro e ai ragionamenti filosofici, che in gioventù suonava il clarino in una banda e faceva musica nei paesi a feste e matrimoni.
Nel libro non succede molto. Anguilla ci parla della sua famiglia adottiva, di Virgilia che gli ha fatto da madre e di Padrino, del sor Matteo, proprietario della grande fattoria della Mora, presso cui deve lavorare una volta che Padrino non può più tenerlo, e delle sue belle figlie Irene, Silvia e Santa, che il ragazzo, data la diversa estrazione sociale, si limita ad osservare da lontano.
Le tre bellissime figlie del padrone Silvia, Irene e Santa erano l'oggetto del desiderio del giovane. Ma egli è solo un servo e il suo amore non sarà mai scoperto. Il protagonista crebbe giocando con gli altri giovani servi della Mora e qui conobbe Nuto. I suoi unici divertimenti si fondavano nella lettura e nell'ascoltare i racconti popolari di cui Nuto era un gran conoscitore.