Gerusalemme liberata: analisi, struttura e personaggi

Struttura, temi e personaggi della Gerusalemme liberata e pensiero letterario di Torquato Tasso (4 pagine formato doc)

Appunto di studentechenonstudia96

GERUSALEMME LIBERATA: ANALISI, STRUTTURA E PERSONAGGI

La Gerusalemme liberata: struttura, temi, personaggi, pensiero letterario dell’autore.

Tasso maturò la prima idea di comporre un poema epico sulla Liberazione del Santo sepolcro quando aveva solo 15 anni. Fu però dopo l’arrivo a Ferrara tra il 1565 e il 1566 che si dedicò pienamente al progetto letterario, portato a compimento nel 1575 col titolo di GOFFREDO, dal nome del condottiero che guidò la prima Crociata, evento quest’ultimo che costituisce l’argomento dell’opera e sul quale Tasso si documenta attraverso le cronache medioevali.
Il poema riscosse subito grande successo, considerate le numerose ristampe che seguirono negli anni successivi,quasi certamente per l’attualità del tema.
Infatti, in quegli stessi anni era diffuso il pericolo dell’espansionismo dei Turchi, nonostante la dura sconfitta da questi stessi subita nella battaglia di Lepanto nel 1571.

Gerusalemme liberata: analisi del canto 1

GERUSALEMME LIBERATA, STRUTTURA

Tasso accompagnò la creazione poetica con la riflessione teorica e nei “Discorsi dell’arte poetica e in particolare del poema epico” delinea la sua idea di poema eroico, così lontano dal modello ariostesco, ma vicino ai modelli dei poemi epici di Omero e di Virgilio, da lui ritenuti modelli di “insuperabile perfezione”. Di questi apprezzava il carattere unitario della materia narrativa, le certezze che animavano i loro eroi, i valori nazionali e collettivi che li ispiravano: sia in Omero che in Virgilio gli eroi combattono una guerra di difesa (Ettore e gli altri troiani) o di conquista(i Greci come Achille e Ulisse che cercano di occupare Troia; Enea che vuole occupare il Lazio)
Tasso, pertanto, proprio sull’esempio del poema classico e in linea con le Regole Aristoteliche pose a fondamento della struttura della GERUSALEMME il principio delle tradizionali tre unità: di tempo, luogo e azione. Come nel poema classico anche nella G.L. emerge un solo eroe: Goffredo (Ulisse nell’Odissea, Enea nell’Eneide), e gli altri personaggi sono subordinati al protagonista; l’azione è incentrata in uno spazio circoscritto: Gerusalemme (come Troia nell’Iliade); un solo tema dà coesione a tutta l’opera: la liberazione del Santo Sepolcro (come il Nostos nell’Odissea, e la missione di fondare Roma nell’Eneide). Da qui si evince chiaramente il rifiuto da parte di Tasso, già nella costruzione formale del poema, del modello ariostesco, caratterizzato quest’ultimo dalla molteplicità delle azioni tra loro intrecciate. E’ pur vero che nonostante l’ossequio alle tre unità, nella G.L. alcune avventure secondarie si svolgono in altri luoghi (Erminia nella sua fuga giunge sulle rive del Giordano; il giardino di Armida si trova nelle isole Fortunate nell’Atlantico), in quanto Tasso conciliò l’unità con la varietà. Egli infatti maturò la convinzione che il poema epico dovesse sì essere vario, dovesse contenere le realtà più diverse (battaglie, amori, tempeste…), ma il tutto doveva essere legato in una struttura rigorosamente unitaria. In un passo famoso del trattato “Unità e varietà del poema epico” Tasso paragona il poema al mondo, che al suo interno presenta un’infinita varietà di aspetti, ma reca l’impronta della mente ordinatrice e unificatrice di Dio.

GERUSALEMME LIBERATA, PERSONAGGI

Altro principio posto da Tasso alla base del poema epico è la concezione dell’arte come imitazione del vero: sempre partendo da Aristotele, Tasso era convinto che il poema dovesse trattare non il vero (ciò che è veramente accaduto), che è proprio della storiografia, ma il verosimile (ciò che sarebbe potuto accadere). In altri termini, il poema epico secondo Tasso doveva tener conto della verità storica, la sola che può dare la necessaria autorità a ciò che viene narrato, ma anche riservarsi un margine di finzione. Da qui il ricorso al meraviglioso, ovviamente un meraviglioso conforme anch’esso alla dottrina cristiana (interventi di forze infernali e celesti, miracoli divini, ecc.). In Ariosto invece, il meraviglioso è pagano, ispirato alla tradizione dei romanzi cortesi cavallereschi, così come pure la materia narrativa si rifaceva alle leggende carolinge.
Per quanto attiene alla materia storica, Tasso sosteneva inoltre che il poema epico dovesse trattare la materia storica non di un periodo troppo vicino, che avrebbe impedito l’intervento creativo del poeta, e neppure di un passato remoto, che sarebbe risultato estraneo al lettore. Per questo, e non solo per l’attualità del tema, Tasso si rifece alla prima crociata, e precisamente agli ultimi mesi dell’assedio e della conquista di Gerusalemme.