Il cervo alla fonte di Fedro: analisi

Un'accurata analisi testuale della favola di Fedro: Il cervo alla fonte (1 pagine formato doc)

Appunto di tonio774

IL CERVO ALLA FONTE: ANALISI

Analisi testuale della favolaIl cervo alla fonte”- Fedro.

Testo tratto dalle favole, Il cervo alla fonte è uno dei tanti racconti ordinati in cinque libri, scritti da Fedro. Egli si pone nella linea della tradizione nata con Esopo, da cui riprende la morale pessimistica, spinto anche da esperienze personali. Egli nacque probabilmente in Macedonia e fu condotto a Roma come schiavo per poi essere liberato dall’imperatore Augusto, grazie alla sua cultura.
Si dedicò all’insegnamento da dove poi nacque la sua produzione poetica: le sue favole infatti erano usate sia in Grecia che a Roma, nelle scuole. Egli visse, nonostante la sua carriera, in un clima autoritario in cui egli soffriva. Visse in corte in una situazione di subalternità. Il prefetto Seiano, collaboratore di Tiberio, sentendosi offeso da alcune illusioni delle sue opere, lo condannò a morte nel 50 d.C.

Fedro: biografia, opere e stile

ANALISI DEL TESTO IL CERVO ALLA FONTE

La sua condizione di vita è sempre riscontrabile nelle sue opere, anche nella favole Il cervo alla fonte. Questa favola, a differenza di altri che pongono la morale negli ultimi righi della favola, Fedro la pone all’inizio del racconto perché considerata importantissima. L’impostazione della favola è prevalentemente tragica, nella prima sequenza riscontriamo un flashback che ha la funzione di descrivere ciò che il cervo compie sulle rive del lago: si specchia nelle acque, valuta il suo aspetto sotto il profilo estetico, guardando con ammirazione le sue lunghe e ramificate corna e manifestando disprezzo per le gambe lunghe e sottili. Il passaggio alla seconda sequenza è segnalato dalla congiunzione avversativa ma, decisiva. In questa seconda sequenza, il cervo all’udire del rumore dei cacciatori si affida alle sue zampe, precedentemente disprezzate, che lo portano nel bosco. L’autore in questa sequenza è solito usare la figura retorica dell’asindeto. Inoltre, in questa favola possiamo dire che il momento in cui egli all’udire del rumore atterrisce, può considerarsi il momento di massima tensione, brevemente la spannung.

IL CERVO ALLA FONTE MORALE

Proseguendo la narrazione,si nota come le corna che egli aveva così tanto elogiato diventano causa della sua morte, perché impigliandosi nei rami lo intrappolano. Fedro in questa sequenza fa uso di periodi ellittici che servono per accelerare il ritmo della storia, aumentando il pericolo. Alla fine della fiaba il ritmo va decelerando e viene introdotta la descrizione che culmina con un monologo del cervo sottoforma di discorso diretto. In questa favola, la critica dell’autore sta nel fatto di non aver saputo valutare l’utilità delle zampe e egli vuole comunicare agli uomini che non bisogna giudicare se stessi sulla base di criteri estetici. Fedro lascia intendere dietro la figura del potente una persona reale. Se solo egli non avesse lasciato intendere ciò non sarebbe stato processato.