Simplicio e Don Chisciotte a confronto

Confronto tra Simplicio, personaggio galileiano e Don Chisciotte di Cervantes (1 pagine formato doc)

Appunto di DaAli

SIMPLICIO E DON CHISCIOTTE

Tema per casa d'italiano consegna: Simplicio: eroe disperato di una astratta perfezione razionale rifiuta con sdegno ogni contaminazione con le volgari percezioni sensibili del mondo, pronto ad ignorare e distruggere la realtà se questa non corrisponde all'ideale.

Richiamare l'analogo atteggiamento nel personaggio di Don Chisciotte pericoloso per se e per gli altri prima di adattarsi alla realtà completa delle cose. “Ipse dixit”. L’analogia tra il personaggio di Galileo, Simplicio, e quello di Cervantes, don Chisciotte è la totale dipendenza da testi classici; quali Aristotele per il primo e i romanzi cavallereschi per il secondo.
Entrambi rifiutano di vedere la realtà: “Voi mi avete fatto vedere questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’Aristotele non fosse in contrario, che apertamente dice, nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera”;

SIMPLICIO GALILEO

Come don Chisciotte non prende mai decisioni proprie ma si comporta come gli suggerisce la tradizione, così i peripatetici non ragionano di testa loro, ma secondo “L’ipse dixit”. Questo comportamento è proprio dei pusillanimi, che come afferma lo stesso Dante ”Visser sanza infamia e sanza lodo”.
Essi si affidano alle loro “Verità cartacee”, di cui conoscono perfettamente ogni parola, teoria, episodio. Come don Chisciotte è preso dalla preoccupazione di traslare la realtà sensibile in quella letteraria, (vede cioè mulini, fantesche, locande, giganti, castelli, dame, eserciti) così Simplicio sostiene che “Bisogna saper combinare questo passo con quello, accozzar questo testo con un altro remotissimo; ch’è non è dubbio che chi averà questa pratica, saprà cavar da’ suoi libri le dimostrazioni di ogni scibile, perché in essi è ogni cosa.”

Don Chisciotte: riassunto e analisi

DON CHISCIOTTE E I MULINI A VENTO

L’episodio più eclatante del rifiuto della realtà di don Chisciotte è lo scontro con i mulini a vento:”Guarda laggiù, amico Sancio Panza, dove ci appaiono trenta o più smisurati giganti[…] sta attento, che quelli là non sono giganti ma mulini a vento[…] nemmeno da vicino don Chisciotte se ne accorse.[…]quel mago , il quale mi rubò la stanza con tutti i libri ha mutato questi giganti in mulini per togliermi la gloria di vincerli[…] per l’amor di Dio!... quelli erano mulini a vento e solo chi non voleva vederli non se ne sarebbe accorto”. Come Sancio Panza rappresenta la ragione nel romanzo di Cervantes, così nel dialogo galileiano questo ruolo è ricoperto da Sagredo, che crede in ciò che vede, basandosi sulla sensata esperienza. Iinoltre entrambi gli autori utilizzano l’ironia e la comicità per descrivere l’uno”l’astrattezza scolastica e la pigrizia degli aristotelici”, l’altro l’influenza dai romanzi cavallereschi che porta don Chisciotte a immedesimarsi nella figura del cavaliere errante.

DISPERAZIONE DI SIMPLICIO RIASSUNTO

L’opera di Cervantes sostiene che i grandi romanzi cavallereschi del passato, non siano più “ Al passo con i tampi”, ma la condanna non colpisce i libri, ma l’uso distorto che se ne può fare; esattamente come Galileo (“Parmi di scorgere in tal ferma credenza, che nel filosofare sia necessario appoggiarsi all’opinione di qualche celebre autore[…]; e forse stima che la filosofia sia un libro e un fantasia d’un uomo, come l’Iliade e l’Orlando furioso, libri nei quali la meno importante cosa è che quello che vi è scritto sia vero”).
Un’altra vicenda significativa nel don Chisciotte è la conquista dell’elmo di Manbrino: in un giorno di pioggia, don Chisciotte incontra sulla via verso il paese un Barbiere che per non bagnarsi si era messo sul capo la sua bacinella d’ottone che il protagonista scambia per il bramato elmo Moro, ricordato sia nell’Orlando innamorato del Boiardo che nel Furioso di Ariosto.