Il crocefisso nelle scuole: saggio breve

Saggio breve sul dibattio del crocefisso nelle scuole. Siamo veramente liberi di credere? (2 pagine formato doc)

Appunto di lela583

CROCIFISSO NELLE SCUOLE: SAGGIO BREVE

Un problema molto discusso negli ultimi anni è quello che riguarda l’affissione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane, pur continuando, nonostante tutto, ad affermare che il nostro Paese è laico.

Certo forse per la costituzione il nostro Stato è una Repubblica democratica laica dove vengono garantiti i diritti di ogni uomo, ma secondo me la presenza del Vaticano influenza in modo notevole la nostra vita. Basta guardare i dibattiti sui PACS. Ma concentriamoci sul problema in esame.
In tutte le scuole d’Italia è sempre stato presente il crocefisso. Ma gli studenti hanno mai notato ciò? Hanno mai pensato a questo oggetto nel suo vero significato di dolore e sacrificio? Io non credo.

Il crocifisso nelle aule scolastiche: tema argomentativo

CROCIFISSO NELLE SCUOLE SI O NO

A confermare ciò c’è un docente metodista di Bologna che ha dichiarato di aver insegnato per molti anni con il crocifisso alle spalle, senza mai notare che la presenza del crocifisso suscitasse negli alunni riflessioni profonde sul destino umano o sul senso della vita; a suo parere, gli sguardi distratti degli alunni degradavano l'immagine sacra del sacrificio stesso. Proprio questa superficialità rappresenta un motivo per cui il crocifisso non deve, secondo me, essere presente nelle classi. Per molte persone la religione è una parte fondamentale della loro vita e secondo me è più rispettoso nei loro confronti rinunciare a ciò che strumentalizzare così un simbolo. Sappiamo benissimo tutti che non c’è quasi nessuno alunno che durante le ore scolastiche prega (per una questione di fede e non di voti) o si sente vicino a Dio, come invece succedeva quando a scuola andavano i nostri nonni. Proprio a questo allontanamento dalla religione si rifà Mario Soldati.

DIBATTITO CROCIFISSO NELLE SCUOLE

Certo devo dargli ragione quando afferma che il ‘900 è un secolo senza Dio in quanto negli ultimi anni la scienza ha fatto tanti progressi da riuscire a dimostrare la falsità di alcuni fondamenti della religione cristiana; allo stesso tempo però mi rendo conto che affermare ciò non è del tutto esatto. La maggior parte dell’Italia, circa i ¾, è cattolica; questa però manifesta la propria religione in modo diverso da come succedeva anni fa, forse in modo più personale, probabilmente in modo meno tradizionale. Per questo alcune volte può sembrare che la religione sia un aspetto secondario della vita quotidiana. Ma perché ostinarsi a manifestare la propria religione in modo tanto pubblico? Perché imporre la propria religione a persone che la pensano diversamente? La fortuna di essere nati in questo secolo e in questa parte del mondo è data dalla libertà di poter esprimere il proprio parere e quindi anche la propria religione. Se il nostro stato è tollerante e io sono atea, musulmana, ebrea o di qualsiasi altra religione perché devo vedere in un ambiente pubblico un crocifisso che non rispetta questo pensiero politico? Con ciò non intendo dire che essi stessi devono imporre all’Italia il loro credo perché ciò allora sarebbe nuovamente contrario alla tolleranza religiosa e politica. Ogni giorno discutiamo di pace e di guerra.