Tema sul 5 maggio

Tema svolto riguardo un commento alla poesia di Alessandro Manzoni, Il cinque maggio (2 pagine formato doc)

Appunto di babyvale93

TEMA SUL 5 MAGGIO

Il 5 maggio di Alessandro Manzoni.

Indubbiamente Alessandro Manzoni raggiunse il più alto livello lirico, nella bellissima ode “Il 5 maggio”, che viene ritenuta una delle più belle concezioni della poesia moderna. Quando fu annunciata la morte di Napoleone, che era passato come un uragano per tutto il mondo, e parve che la terra rimanesse stupita immediatamente.
Il poeta, commosso vivamente, si chiuse nel suo studio, e per tre giorni volle che la moglie rimanesse al piano, a suonare.

L’onda melodica acuiva l’ispirazione del Manzoni, infatti tutte le arti sono in un continuo contatto tra di loro perché ogni loro forma eccita lo spirito, facendogli raggiungere la commozione estetica, ed un artista, commosso dal vivo sentimento determinato in lui da una qualsiasi espressione di arte, può ricevere ispirazione e impulso a creare nella forma d’arte che più predilige: così un pittore può essere ispirato a dipingere dalla lettura di una poesia, o un musicista a comporre un brano di musica dalla vista di un quadro.   

5 MAGGIO COMMENTO

Il Manzoni estasiato dalla melodia, scrisse quell’ode, che rimarrà come esempio di elevatezza di immagini e di stile, di musicalità di forma, di profondità di sentimento suggestivo.    
Il meraviglioso di tale ode consiste nel fatto, che nel breve cerchio delle strofe, il poeta seppe mirabilmente chiudere tutta la visione dell’epopea napoleonica. Quell’immenso tumultuare di conquiste e di vittorie, quell’irrefrenabile corsa, quasi prodigiosa, del grande condottiero, attraverso il mondo, asservito alla sua potenza; la brama della gloria, la voluttà del dominio, la tristezza dell’esilio, lo sconforto della morte solitaria, tutto è fulmineamente, ma artisticamente tratteggiato in queste rime armoniose.   

Il cinque maggio: commento

TESTO 5 MAGGIO DI MANZONI

Si può dire veramente che Alessandro Manzoni ha sintetizzato le più gloriose gesta del grande e che la sua figura vi palpiti, resa con rara maestria.    
Basti ricordare la seguente strofa:    
Dall’Alpi alle Piramidi    
Dal Manzanarre al Reno,    
Teneva dietro al baleno.    
Scoppiò da Scilla al Tanai,    
Dall’uno all’altro mare”.    
Ecco accennate le principali corse del genio instancabile da un capo all’altro della terra, dall’Italia fino all’Egitto, con una rapidità portentosa.    
E dopo aver ricordato le glorie di Napoleone, con quale senso di tristezza lo dipinge nell’isola, che lo accoglie prigioniero e solitario, con quanta verità umana e immediatezza il poeta accenna alla nostalgia dei campi di battaglia, all’ansia di conquista, al tormento dell’ozio forzato che “assalirono” il generale.    
Ed ecco passa una visione di forza per la mente del Grande:    
E ripensò le mobili    
tende e i percorsi valli;    
e il lampo dei manipoli,    
e l’onda dei cavalli;    
e il concitato imperio,    
e il celere obbedir”.

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