Tema horror: un racconto di paura inventato

Come scrivere un tema horror: esempio di racconto di paura per la scuola media dal titolo “Un’aggressione misteriosa sul treno”

Tema horror: un racconto di paura inventato
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TEMA HORROR: UN RACCONTO DI PAURA INVENTATO

Tema horror
Fonte: istock

Era uno dei tanti treni che copriva la tratta Milano-Roma, uno di quelli neri e sporchi. Quando passava si alzavano metri di polvere, il rumore cigolante del mezzo sulle rotaie era assordante, udibile per chilometri e chilometri di distanza.

Era estate, era caldo e il treno stava attraversando una zona di campagna tra l’erba folta e gli alti alberi. Fuori era buio, la luna piena alta nel cielo si rifletteva sull’acqua di un lago provocando strani giochi di luci. Il frinire dei grilli e tutto quello che c’era di tranquillo veniva interrotto dal fischio insopportabile del mezzo. I due fari tondi e accecanti della locomotiva illuminavano decine di metri di prati, penetrando tra gli arbusti più alti.

Il treno era diviso in molti scompartimenti: alcuni totalmente vuoti, altri pieni di giovani amici. I tavolini erano piccoli e sporchi, la luce fioca e il rumore dei vagoni sui binari rendeva l’atmosfera agghiacciante. Il freddo e l’umidità penetravano nella stoffa rossa dei sedili, le pareti erano in ferro, fredde, in parte coperte da tappezzeria sudicia. Il rumore dei passi delle persone nei corridoi rimbombava per l’intero vagone.

L’odore nauseante della muffa, il buio profondo della notte, le pareti scure avvolgevano quel treno sempre più vecchio, sempre più cupo.

Era proprio lì che il signor Mueller stava viaggiando quella notte. Stava andando a Roma per raggiungere il figlio che non vedeva più da anni. Era un uomo piuttosto anziano, a dimostrarlo maggiormente erano i capelli grigi e la pelle chiara e delicata. A causa dell’età si era seduto sul primo sedile trovato libero, era in uno scompartimento buio e freddo.

Solo dopo alcuni minuti ha realizzato che non era solo. C’era un’altra persona lì dentro. Era un uomo di mezza età, vestito elegantemente con un completo nero a buon mercato con una camicia bianca e una cravatta blu. Il suo abbigliamento stonava completamente su quel treno vecchio e sporco. Sembrava un uomo d’affari: capelli corti, neri e ben pettinati, barba ben rasata, postura ben dritta e aveva una borsa in pelle nera poggiata sul sedile accanto. Aveva lo sguardo fisso, perso in chissà quale pensiero.

La luce della luna si specchiava nei suoi occhi scuri come il carbone. Chiudeva e riapriva regolarmente una mano, senza sosta, come se stesse scandendo il ritmo di qualcosa. La gente della sua città diceva che aveva fatto qualche investimento troppo azzardato in alcune aziende tedesche fallite poco dopo e che era finito in rovina, anche se non lo voleva dimostrare. Alcuni sostenevano addirittura che era caduto in una profonda depressione e che aveva rinunciato alla sua vita sociale.

L’arrivo del signor Mueller non aveva provocato alcuna reazione nell’altro uomo, finché non è squillato il cellulare dell’anziano. “Hier Herr Mueller...” Sono bastate tre parole per far scuotere l’altro uomo che è subito uscito dallo scompartimento.

Dopo alcuni minuti un controllore del treno è entrato nel reparto dicendo: “Herr Mueller, tut mir leid aber es gibt ein Problem mit Ihrem Ticket, koennen Sie bitte mit mir kommen?” (Signor Mueller, mi dispiace ma c'è un problema con il suo biglietto, per favore venga con me). Annuendo il tedesco ha lasciato il suo posto a sedere e ha seguito il controllore per tutto il treno lungo il corridoio sporco.

TEMA SU UN RACCONTO HORROR: CONCLUSIONE

Arrivati in fondo sono entrati in una cabina di sicurezza per gli incendi, era infatti tutta isolata e chiusa con una sola porta blindata. Era un posto in cui era vietato l’accesso alle persone non autorizzate. All’interno non c’era praticamente niente, solo qualche sedia e molta polvere.

Il vecchietto, stanco, si è subito seduto e improvvisamente il controllore se ne è andato senza dire niente chiudendo la porta a chiave.

“Il giorno dopo sono andato al bar vicino a casa mia a prendere un caffè. Ho sfogliato un giornale locale e un articolo diceva così: “Trovato in condizioni gravi un anziano tedesco in una cabina di sicurezza del treno 14 Milano-Roma, già identificato il colpevole”. Mi aveva riconosciuto, non mi ero coperto abbastanza bene. Ero stato scoperto”.

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