Il ritratto in Salustio

Analisi sulla funzione del ritratto nelle opere di Sallustio con esempi diretti. La funzione del ritratto nell’opera di sallustio in rapporto anche alla sua visione politica (2 pagine formato doc)

Appunto di stefanogec
Nella letteratura latina mai come nelle opere di Sallustio il ritratto dei personaggi ha avuto un ruolo così fondamentale nell Gecchele Stefano 4D 16/11/04 Saggio breve LA FUNZIONE DEL RITRATTO NELL'OPERA DI SALLUSTIO IN RAPPORTO ANCHE ALLA SUA VISIONE POLITICA Nella letteratura latina mai come nelle opere di Sallustio il ritratto dei personaggi ha avuto un ruolo così fondamentale nell'effetto finale che i testi dovevano suscitare in chi provava a misurare la propria capacità di apprezzamento del bello, tralasciando per una volta l'analisi dei contenuti, con la finezza stilistica e la grande maestria morfo-sintattica del grande scrittore - dire storiografo è forse improprio - sabino.
I ritratti di Sallustio non sono un puro virtuosismo stilistico; egli stesso infatti è il primo a sviluppare quella che sarà in seguito definita “tecnica fisiognomica”, la quale consiste nel mettere in relazione i caratteri psichici con l'aspetto fisico, fornendo un quadro di informazioni che permetta di visualizzare visivamente allo stesso tempo la persona e la personalità descritte.
Sallustio è stato spesso pesantemente - e giustamente - criticato per la superficialità, la mancanza di serenità e l'iniquità dei giudizi; questi aspetti, queste carenze, non riguardano però i tratti prettamente descrittivi delle sue opere, ma più che altro l'ambito dei racconti delle umane vicende: sono i fatti narrati ad essere fortemente intrisi di parzialità e mancanti di parti importanti, e non i ritratti, nei quali invece si può osservare una certa completezza nei diversi aspetti che caratterizzano le varie figure descritte. D'altra parte, comunque, ben scarsa poteva essere la serenità di giudizio di Sallustio quando per esempio parla del tentato “golpe” di Catilina, in quanto erano fatti di un ieri troppo immediato perché non affiorassero convincimenti o pregiudizi personali. Un Sallustio quindi poco obiettivo nel suo narrare a tinte fosche e settarie l'accaduto, ma capace di descrizioni così precise ed incisive da catapultarci davanti con qualche riga soltanto figure vive e parlanti. Appare evidente poi, come ci fa notare il latinista Luca Canali, che Sallustio è particolarmente attratto da personaggi dalla psicologia complessa, dai tratti tenebrosi, intriganti. Così le due maggiori figure - figure del male - risultano essere Catilina e Giugurta, le cui descrizioni sono sicuramente le più riuscite. Catilina e Giugurta sono entrambi dotati di capacità eccezionali, dalla personalità perversa, due veri e propri geni del male. Le loro però sono due malvagità totalmente differenti per il modo in cui sono nate nel loro animo. Proprio su questo Sallustio si sofferma: egli ha capito qual è la diversità, e la riporta attraverso una sottile differenza descrittiva. La personalità del re barbaro è infatti presentata in evoluzione, in simbiosi con il processo di progressiva corruzione che avverrà nel suo animo, in contrasto con il “romano” Catilina, nel c