Antisemitismo: allora come oggi
Saggio breve sull'antisemitismo supportato da documenti e citazioni: Mein Kampf, leggi razziali (2 pagine formato doc)
Per antisemitismo si intende l'ostilità
verso il popolo ebreo organizzata in un movimento
politico-ideologico.
Alla base vi sono delle teorie razziste
elaborate nel corso dell'Ottocento e del Novecento che stabilivano
la superiorità biologica e intellettuale di una razza umana
rispetto ad altre, motivazioni di tipo economico e pregiudizi portati
avanti nel corso dei secoli. E' quasi impossibile risalire al numero
preciso di secoli, e quindi alla data d'inizio del fenomeno, in
quanto uno dei tanti pregiudizi nei confronti degli ebrei è
attribuibile all'antichissima tendenza dell'uomo a giudicare
inferiore a sè chi è diverso da lui, o giudicare se
stesso eccessivamente superiore, che sia per aspetto, per posizione,
o per sesso, ma per quanto riguarda la repressione degli ebrei,
quindi la diversità per fede religiosa, il fenomeno di maggior
spessore si ebbe nel 900 ad opera di Hitler, durante la seconda
guerra mondiale. Con la Rivoluzione francese e l'Illuminismo,
l'antisemitismo subì una critica radicale e agli ebrei furono
riconosciuti tutti i diritti civili di ogni altro cittadino. Ma
proprio questa rapida liberalizzazione della numerosa popolazione
ebraica e la conseguente ascesa sociale di molti ebrei specialmente
nel mondo economico e finanziario sollecitarono una nuova ondata di
antisemitismo, incalzata col passare del tempo da tesi
pseudoscientifiche e ideologiche, come nel caso di "Il permesso
a distruggere la vita delle persone indegne di vivere" degli
psichiatri Alfred Hoche e Karl Binding.