Antisemitismo: allora come oggi

Saggio breve sull'antisemitismo supportato da documenti e citazioni: Mein Kampf, leggi razziali (2 pagine formato doc)

Appunto di poppi91
Per antisemitismo si intende l'ostilità verso il popolo ebreo organizzata in un movimento politico-ideologico.
Alla base vi sono delle teorie razziste elaborate nel corso dell'Ottocento e del Novecento che stabilivano la superiorità biologica e intellettuale di una razza umana rispetto ad altre, motivazioni di tipo economico e pregiudizi portati avanti nel corso dei secoli. E' quasi impossibile risalire al numero preciso di secoli, e quindi alla data d'inizio del fenomeno, in quanto uno dei tanti pregiudizi nei confronti degli ebrei è attribuibile all'antichissima tendenza dell'uomo a giudicare inferiore a sè chi è diverso da lui, o giudicare se stesso eccessivamente superiore, che sia per aspetto, per posizione, o per sesso, ma per quanto riguarda la repressione degli ebrei, quindi la diversità per fede religiosa, il fenomeno di maggior spessore si ebbe nel 900 ad opera di Hitler, durante la seconda guerra mondiale. Con la Rivoluzione francese e l'Illuminismo, l'antisemitismo subì una critica radicale e agli ebrei furono riconosciuti tutti i diritti civili di ogni altro cittadino.
Ma proprio questa rapida liberalizzazione della numerosa popolazione ebraica e la conseguente ascesa sociale di molti ebrei specialmente nel mondo economico e finanziario sollecitarono una nuova ondata di antisemitismo, incalzata col passare del tempo da tesi pseudoscientifiche e ideologiche, come nel caso di "Il permesso a distruggere la vita delle persone indegne di vivere" degli psichiatri Alfred Hoche e Karl Binding.