La condizione delle donne nell'Italia fascista

Tesina sulla condizione femminile nella storia, in particolare durante il fascismo (2 pagine formato pdf)

Appunto di altuccio

LA CONDIZIONE DELLE DONNE

Il fallimento della politica demografica fascista. La politica fascista non servì a niente, poichè il tasso di natalità continuò a diminuire e non riuscirono ad allontanare le donne dalle scuole e dai posti di lavoro.

Il calo della fecondità implicava mutamenti nel modello familiare e rallentava la crescita demografica italiana perchè ostacolava i rapporti tra le generazioni. Le donne Italiane nonostante la dura politica antifemminista adottata dal regime, mantennero e, in alcuni casi, allargarono i propri spazi di scelta autonoma nel campo del lavoro, della scuola e della famiglia.

La condizione delle donne e il femminicidio: ricerca

LA CONDIZIONE DELLE DONNE NELLA STORIA

L’ANTIFEMMINISMO FASCISTA - Il fascismo fu un movimento caratterizzato fin dalle origini da un forte antifemminismo, cioè dal rifiuto di mettere alla pari donne e uomini. L’uso della violenza e i simboli del fascismo (la divisa nera; il manganello;gli slogan) gli attribuivano un carattere tipicamente maschile. Durante il periodo bellico le donne assunsero un atteggiamento troppo trasgressivo: soprattutto nelle grandi città, dove i genitori permettevano alle proprie figlie di frequentare sale da ballo, dove nella moda, la quale sfidava il perbenismo e la tradizione, portavano gonne corte,; capelli “alla maschietto” e le calze trasparenti.

Gli atteggiamenti assunti dalle donne misero l’identità maschile in crisi, i quali “uomini” sentirono minacciata la loro identità virile. Soprattutto la presenza delle donne negli uffici e nelle fabbriche preoccuparono i giovani che difficilmente trovavano lavoro.

La condizione delle donne nella storia: tema

EVOLUZIONE DELLA CONDIZIONE FEMMINILE

La stampa fascista si fece interprete di questi timori, tramite la propaganda a favore del “ritorno a casa” delle donne. Si venne a creare un’alleanza di tutti i giovani contro l’entrata femminile nel mondo del lavoro. L’avversione contro la donna superava l’avversione delle classi sociali, perciò lo squadrismo non va
inteso solo come mezzo d’interesse politico, ma anche come occasione per molti giovani di mettere in risalto le proprie virtù tramite la violenza.LA DONNA COME MOGLIE SOTTOMESSA E MADRE PROLIFERA Non è mai stata offerta la parità dei diritti tra uomo e donna neanche dai governi liberali precedenti al fascismo, ma quest’ultimo ne presentò caratteri nuovi. 

Donne e lavoro: tema

DONNE E FASCISMO

Il 26 maggio 1927 Mussolini presentò il suo progetto di difesa della “razza Italiana” consistente nel favorire la crescita della popolazione da 40 milioni di abitanti a 60 milioni entro il 1950. I motivi principali per il quale nacque l’esigenza di una crescita demografica fuono: abbondare di manodopera a basso prezzo e avere la popolazione necessaria per poter competere politicamente e militarmente. Vennero fatti degli interveti per favorire il crollo del tasso di natalità incontrato alla fine dell’Ottocento. All’epoca il fascismo difendeva la natalità solo per lo scopo di reinserimento della donna nella vita famigliare, escludendola dalla vita esercitata fuori casa e sottomettendola al marito. Furono adottate due misure politiche per raggiungere questo scopo, talvolta repressivo, punendo e scoraggiando chi assumeva atteggiamenti ritenuti ribelli; e d’incoraggiamento, mirati a dare premi o sostegni che erano metodi
positivi adottati gia dai governi precedenti.