Tema su democratici e moderati nel Risorgimento

Tema argomentativo svolto su moderati e democratici nel processo di unificazione italiana. Dibattito politico in corso nel Risorgimento

Tema su democratici e moderati nel Risorgimento
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DEMOCRATICI E MODERATI NEL RISORGIMENTO

Come si è sviluppato il dibattito tra democratici e moderati nel Risorgimento?
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Scrivi un tema storico dal titolo Moderati e democratici nel processo di unificazione italiano

Nel corso dell’Ottocento in Italia si fronteggiavano due linee di pensiero politico: quello dei moderati e quello dei democratici.

I moderati erano più pragmatici e conservatori, e ritenevano che gli obiettivi dovessero essere raggiunti gradualmente mediante un processo riformatore guidato dai sovrani. Pensavano inoltre all’Italia del futuro come a una monarchia costituzionale di carattere liberale.

Tra i sostenitori di questa linea politica troviamo Gioberti, d’Azeglio, Balbo e Cavour.

Quest’ultimo riteneva che il progresso economico e civile del Piemonte, nonché la sua trasformazione in uno stato moderno fossero premesse indispensabili per consentirgli di assumere un ruolo dirigente nella vita politica italiana. Cavour inoltre immaginava una monarchia parlamentare come quella inglese per creare un alleanza tra aristocrazia e borghesia.  

I principali obiettivi che voleva raggiungere erano l’ammodernamento delle strutture economiche, il libero scambio, la modernizzazione dell’agricoltura, la costruzione delle infrastrutture e il miglioramento del sistema finanziario e creditizio con la creazione della Banca Nazionale.

Cavour strinse un accordo fra Centrodestra e Centrosinistra, che venne chiamato connubio, che aveva lo scopo di escludere le ali estreme del parlamento e rafforzare la camera elettiva di fronte al sovrano.

I democratici, più idealisti, ritenevano che il Risorgimento dovesse essere frutto di iniziativa popolare e dovesse realizzarsi attraverso un’insurrezione nazionale. Essi pensavano all’Italia come a una repubblica fondata sul principio della sovranità popolare.

I principali provvedimenti che volevano mettere in atto erano l’abolizione della censura di stampa, la nazionalizzazione delle proprietà ecclesiastiche (con il programma di attuarne la divisione e l’assegnazione ai contadini) e l’elaborazione di una Costituzione democratica.

Le maggiori personalità in questa linea politica erano Mazzini, Ferrari, Montanelli, Garibaldi, Cattaneo, Pisacane.

L’ iniziativa democratica si fece sentire in due diverse fasi: nel 1948 e nel 1953.

  • Nella prima fase i democratici insorsero in Toscana dove il potere fu assunto da un triumvirato democratico con il progetto, non realizzato, di dare vita a una repubblica nell’Italia Centrale a Roma.
    Il papa abbandonò la città e  il potere venne preso dal un altro triumvirato che proclamò la repubblica romana. Questi governi caddero successivamente per l controffensiva austriaca e francese.
  • La seconda fase fu anch’essa disastrosa. Mazzini costruì una nuova rete cospirativa ma l’insurrezione che sarebbe dovuta scoppiare a Milano fallì perché vene scoperta dalla polizia austriaca.

Sempre nello stesso periodo Pisacane organizzò la spedizione di Sapri per migliorare la situazione nel Mezzogiorno ma anch’essa ebbe una tragica fine. Anche gli altri tentativi di insurrezione gestiti da Mazzini a Livorno e a Genova furono soffocati.

Nel 1859 Cavour collaborò tatticamente con la Francia, siglando gli accordi di Plombières che impegnavano quest’ultima a entrare in guerra a fianco del Piemonte, nel caso fosse stato attaccato dall’Austria.

La Francia avrebbe ottenuto in cambio Nizza e la Savoia. Quando l’Austria attaccò l’Italia, Napoleone III non rispettò l’accordo e firmò l’armistizio di Villafranca. Cavour si dimise quindi per tornare l’anno dopo, nel 1960, facendo indire nell’Italia centrale plebisciti per l’annessione al Piemonte.

TEMA SULL'UNITÀ D'ITALIA

Nello stesso anno, dopo la rivolta separatista in Sicilia, Garibaldi decise di organizzare una spedizione con mille uomini, con un progetto monarchico di unificazione anche se la composizione sociale e la provenienza geografica dei Mille rispecchiavano quelle del movimento democratico. Egli sbarcò a Marsala e assunse il governo della Sicilia, sconfiggendo le truppe borboniche. Successivamente arrivò a Reggio Calabria e vinse numerose battaglie invadendo Umbria e Marche, fino all’entrata a Napoli.

Cavour intanto temeva che potesse realizzarsi il progetto mazziniano di un'Assemblea Costituente e che Garibaldi suscitasse la reazione delle cancellerie europee, quindi decise di intervenire militarmente. Egli inviò un corpo di spedizione che sconfisse le truppe del papa a Castelfidardo e occupò Marche e Umbria puntando sulla Campania.

Infine Cavour richiese che anche nelle province governate da Garibaldi fossero convocati i plebisciti per l’annessione al Piemonte. Le Marche, l’Umbria, la Sicilia e il Mezzogiorno votarono l’annessione al Regno di Sardegna.  Il 17 marzo 1861 il parlamento nazionale acclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia.

Sebbene le due linee politiche dei moderati e dei democratici fossero molto diverse dal punto di vista ideologico, furono entrambe  indispensabili per il progetto di unificazione, in special modo durante i diversi avvenimenti che videro intrecciare le loro azioni nel periodo 59-60.

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