La filosofia della storia nell'800 e nel '900

Caratteristiche della filosofia della storia nell'Ottocento e nel Novecento; analogie e differenze tra i pensieri e le riflessioni dei vari filosofi e pensatori dell'epoca: Hegel, Marx, Comte, Nietzsche, Croce, Benjamin, Popper, Francis, Fukuyama (17 pagine formato doc)

Appunto di ariannaa88
Nella prima metà dell'800 nasce la filosofia della storia, cioè la storia, intesa come storia dell'umanità, diventa oggetto di riflessione filosofica.
L'uomo comincia a chiedersi se la storia ha un senso e quale è questo; Hegel e I filosofi della prima metà del 1800 credono che la storia abbia un senso e un suo fine, mentre dalla seconda metà dell'800 e nel ‘900 partendo dal filosofo Nietzsche si negherà tutto ciò.

Nella prima metà dell'800 c'è la convinzione che il corso della storia universale si è sviluppato in maniera razionale, quindi c'è una interpretazione razionalistica della storia, per cui gli eventi della storia universale non sono casuali, ma sono necessari perchè attraverso loro si può ricavare un disegno razionale, c'è perciò una necessità degli eventi. Il divenire storico è necessario e non è affatto casuale. 

La razionalità intrinseca della storia è di tipo finalistico, cioè la storia ha un fine, ha una meta, non procede a caso ma procede verso il fine che deve essere realizzato; la terza caratteristica che troviao nella filosofia della storia dell'800 è la concezione ottimistica, cioè viene data una lettura dello sviluppo storico come progresso storico, come avvicinamento al fine ultimo della storia.

Hegel, Marx e Comte hanno in comune queste tre caratteristiche, cioè tutti e tre hanno una concezione razionalista, finalistica e ottimistica della storia.
Quello che caratterizzerà la crisi della filosofia della storia dalla fine dell'800 in poi sarà il rifiuto del finalismo e del razionalismo; ci sarà la crisi dell'idea che ci sia un fine, uno scopo uultimo verso cui tenderebbe la storia, e la crisi dell'idea che gli eventi della storia non siano casuali. .