Superuomo e volontà di potenza: tesina

Tesina di maturità pluridisciplinare sul superuomo e la volontà di potenza di Nietzsche (16 pagine formato doc)

Appunto di manuela81

SUPERUOMO E VOLONTA' DI POTENZA: TESINA

Il superuomo e volontà di potenza.

Italiano - Il Decadentismo. D’Annunzio: l’estetismo e il tema del superuomo. Filosofia - Nietzsche: il Superuomo. - Storia
La propaganda del regime fascista attraverso le immagini. Diritto - Lo statuto sotto il regime fascista. Il Governo. Geografia - Nazionalismo e Stato forte: la crescita dei divari socio–economici. Il ciclo della povertà.

Italiano. Il Decadentismo. Con il termine Decadentismo si indica la corrente culturale che segna un periodo di profonda crisi della società e che per tale motivo prende anche il nome di “cultura della crisi”.
Esso si sviluppa negli anni che vanno dal 1880 fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, contestualizzandosi dunque a pieno titolo nel clima dell’Imperialismo che domina nei paesi europei e che segna la storia di questi 50 anni. L’atmosfera è, infatti, quella di una profonda conflittualità economica fra gli stati e di un’ulteriore forte tensione sociale all’interno di essi.

Superuomo e volontà di potenza: tesina maturità

SUPERUOMO TESINA

Motivi della nascita del Decadentismo. Dal punto di vista filosofico, gli ideali decadenti trovano la loro prima radice nella crisi del Positivismo, vale a dire nella perdita di fiducia nella ragione. Il progresso, la scienza, la concretezza, sono tutti valori che vengono ora pesantemente messi in discussione. La conseguenza fondamentale di questi atteggiamenti è la nascita di correnti di pensiero irrazionalistiche, che sviluppano i loro concetti sulla base di un categorico rifiuto della ragione e di tutto ciò che è razionale.   
L’ideale che si viene a creare è quello di una realtà che non si può conoscere con metodi oggettivi: è misteriosa, sfuggente, inquietante, profonda.
Si sviluppa un categorico rifiuto di tutti i metodi scientifici utilizzati per la conoscenza, operandone la sostituzione con quelli irrazionali ïÂÂÂÃ?Æ?ÂÂÂÃ?Å? prima fra tutti la poesia. Fra gli artisti si diffonde un atteggiamento di individualismo esasperato essi vivono una condizione di solitudine, di distacco, di smarrimento dalla realtà, che segna la crisi fra artista e società tipica del Decadentismo. Il poeta può tuttavia manifestare questa condizione in due modi diversi: attraverso l’autoesaltazione, cioè il porsi al di sopra delle persone comuni, ovvero attraverso una condizione di sottomissione e di ripiegamento su se stesso, provando sentimenti di inadeguatezza e di soggezione nei confronti della società.

VOLONTA' DI POTENZA NIETZSCHE

In Francia il movimento letterario che sviluppa gli aspetti del Decadentismo si chiama Simbolismo, che pone l'accento sugli aspetti della musicalità della lingua, in cui non ha importanza la realtà esterna, ma quella più profonda che solo la poesia riesce a percepire e a rappresentare per mezzo di simboli, colori, avvicinando aspetti che a prima vista sembrano lontani fra loro, ma che in profondità hanno un rapporto profondo (analogie).
I grandi poeti simbolisti sono: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmè.
In Italia sono a pieno titolo poeti decadenti, seppure per aspetti talvolta diversi: Pascoli, D’Annunzio, Gozzano (crepuscolare), Pirandello, Svevo, Ungaretti e Montale.

ETERNO RITORNO

Gabriele D’Annunzio. VITA. Gabriele D’Annunzio nasce nel 1863 a Pescara da una famiglia borghese e agiata, che asseconda fin dall’inizio la sua vivacità e precocità intellettuale. Nel 1881 si trasferisce a Roma, dove conosce gli ambienti più eleganti e vive una vita ricca e piena di scandali e di fatti che gli garantiscono la notorietà, come ad esempio la sua relazione con la grande attrice Eleonora Duse. Nel 1891 si trasferisce a Napoli, dove scopre Nietzsche e comincia a seguirne le opere. Nel 1895 ritorna a Roma, dove viene eletto due anni più tardi deputato per l’estrema destra, ma nel marzo 1900, dopo la repressione del governo Pelloux, passa clamorosamente a sinistra. Nel 1898 si stabilisce in Toscana, dove vivrà nel lusso fino al 1910. Allo scoppio della prima guerra mondiale si ripara a Parigi, dove si schiera a favore dell’intervento antitedesco. Nel 1915 rientra in Italia sotto la veste di uno tra i più fervidi interventisti. Nonostante sia più che cinquantenne, prende servizio al fronte, dando una valutazione estetizzante della guerra così come di ogni altro aspetto della vita.