Tesina maturità su Totò: Nutre l'anima solo ciò che la rallegra

La comicità e la tragedia insita nella vita di Totò, laddove questi, nonostante fosse un attore comico, accennasse nei suoi componimenti (e anche nei film stessi) ad argomenti drammatici di un certo spessore, come la morte o il suo essere "Signore". Tesina maturità su Totò (10 pagine formato doc)

Appunto di giorgialaplaca

TESINA MATURITA' SU TOTO': NUTRE L'ANIMA SOLO CIO' CHE LA RALLEGRA

Nutre l'anima solo ciò che la rallegra: Totò, fra comicità e tragedia.

«Non ci si stancherebbe mai - scrisse il grande regista della Dolce vita - di parlare di lui, di avere notizie di lui, di sentir aneddoti, storie, ricordi del sua apparizione in questa vita.» E aggiunse, significativamente: «Considero una fortuna appartenere una generazione che può testimoniare di aver visto veramente su un palcoscenico e, lagrimando gioia e di godimento, di averlo applaudito insieme platee esultanti di contentezza e di gratitudine». Federico Fellini

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TESINA ANTONIO DE CURTIS

Uno degli argomenti che mi ha sempre affascinato è il cinema d'autore, in particolare un tipo di cinema in cui non contano le più banali scene di seduzione o le scontate battute dei cinepanettoni, quanto il talento dell' attore che interpreta un suo ruolo, in questo caso la mia attenzione va proprio su Totò che, a mio parere, può essere ritenuto uno fra i maggiori attori italiani del '900.

Totò è un attore di straordinaria versalità, capace di coinvolgere il pubblico con la sua incredibile mimica facciale. In realtà Totò è una maschera e a questo proprosito il giornalista italiano Antonio Ghirelli ha scritto di lui come "un pulcinella disgnato da Picasso", poichè egli attraverso la scomposizione del suo volto è riuscito a creare un personaggio tanto elogiato.

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NUTRE L'ANIMA SOLO CIO' CHE LA RALLEGRA

Nell'assimetria del suo volto Totò riesce ad inserire una incredibile pluralità di maschere e di tradizioni precedenti (dal cabaret all'avanspettacolo, dalla farsa partenopea al mimo, da Buster Keaton a Stan Laurei, da Petrolini al maestro napoletano Gustavo De Marco), ma poi la piega a un'estetica del comico che colpisce per la modernità delle sue aritmie e per la spregiudicatezza con cui agisce sui movimenti muscolari (quel distendersi e contrarsi del collo, quel muovere gli arti con scatti da marionetta, quel disarticolarsi del corpo in gesti imprevisti) per fare di sé una macchina perennemente intenta alla produzione (o alla distruzione) del senso. Guardando già una sua immagine è possibile notare che i tratti fisiognomici sono il frutto artificiale combinato di un pugno troppo forte tiratogli quand'era ragazzo da un istruttore di boxe e di lunghi esercizi preparatori sull'arte dello "sganciarsi della mascella". I tratti culturali vengono invece dalla scuola impagabile dei vicoli di Napoli, in cui il piccolo Antonio de Curtis è cresciuto, assorbendone d'istinto l'innata vocazione alla teatralità. Perché Totò è in tutto e per tutto una maschera partenopea. I suoi tratti fisici ci fanno comprendere la doppia vita di Totò: quella dei vicoli napoletani e quella dei più colti cinematografi internazionali.

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TOTO' E PIRANDELLO

Totò nacque infatti a Napoli e crebbe con la madre al rione Sanità e sin da subito egli fece notare il suo straordinario talento nelle imitazioni di personaggi dello stesso rione. Inizialmente il marchese De Curtis non lo riconobbe, ma in seguito Totò andò alla continua ricerca di una sua affermazione personale, anche grazie al riconoscimento del padre. Dunque la maschera De Curtis cominciò a subire un lento mutamento che lo portò dai primi esordi come macchiettista (in seguito al servizio militare) al teatro Jovinelli sino alla straordinaria collaborazione con Pier Paolo Pasolini in "Uccellacci- uccellini". In quanto maschera è lampante il richiamo a Luigi Pirandello, Totò infatti obbedisce in tutto a quello che è l'insegnamento dell'autore siciliano. "Maschera" è la parola fondamentale, laddove con spregiudicatezza Totò si impone con la sua straordinaria mimica facciale.