Visioni e risvolti del mondo contadino: tesina maturità

Tesina di maturità sul mondo contadino e i suoi rapporti con il mondo operaio, coscienza di classe e rivolte (22 pagine formato doc)

Appunto di geli18

VISIONI E RISVOLTI DEL MONDO CONTADINO: TESINA MATURITA'

La città e la campagna sono due ambienti fondamentali per la vita dell’uomo, spesso contrapposti tra loro.

La campagna veniva spesso considerata il luogo della purezza mentre la città indicava la perdizione. Pur descrivendo i drammi legati ad una vita, di ristrettezze tipica dei ceti umili,  Verga è un buon esempio per il concetto di sanità rusticana e malattia cittadina anche se non idealizza la campagna.

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ESEMPIO TESINA MATURITA'

Le sofferenze delle classi subalterne sono oggetto di compassione, che non diviene però denuncia in chiave sociale. In tale mitica stilizzazione di un mondo patriarcale si collocano le più notevoli novelle di Vita dei campi: Jeli il pastore, struggente evocazione di una vita semplice, vissuta a contatto con la natura, e Rosso Malpelo, caso limite di un abbrutimento e di un'esclusione che sono la logica conseguenza del sistema di sopraffazione su cui è strutturata la società.

Interessante il fatto che anche l’amicizia di Rosso con Ranocchio è un esempio di sfruttamento brutale illuminato, da rari lampi di affetto,  attraverso il quale Rosso vuole dimostrare di avere potere sulla vita di qualcuno, nonostante la sua misera condizione e la sua scarsa intelligenza. Un caso degno di nota è quello della protagonista della novella “La Lupa”, gna Pina, che è emarginata dalla società a causa della sua immoralità e viene quasi considerata una manifestazione del diavolo in quanto la gente si fa il segno della croce al suo passaggio. Persino il soprannome di gna Pina, la Lupa, fa riferimento al suo vizio infatti, esso deriva dal latino “lupatria”che indica una donna di facili costumi.

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TESINE MATURITA' LICEO LINGUISTICO

Il tirocinio di Vita dei campi prelude a I Malavoglia (1881), celebrazione epico-lirica di una società patriarcale senza tempo e senza storia. Un prototipo di Mastro don Gesualdo, protagonista della seconda opera del ciclo dei Vinti, si trova ancora nelle Novelle rusticane, precisamente nella figura di Mazzarò, protagonista della novella “La roba”, che con l ‘avarizia e il duro lavoro effettua una grande scalata sociale diventando proprietario terriero.
 Come Mastro don Gesualdo, Mazzarò si ritrova privo di affetti. Mastro don Gesualdo, però, è un personaggio più complesso, che si scontrerà con l’impossibilità di trovare una collocazione sociale, visto che l’alta borghesia lo rifiuta e la sua classe d’origine non lo riconosce più.
 L’analisi di Verga si presenta disincantata senza nessuna volontà di idealizzazione e, attraverso il processo di straniamento che porta ad una visione più oggettiva possibile dei fatti narrati, mostra il principio che è alla base della vita comune: la necessità economica.  Tale principio risulta più evidente nei ceti sociali bassi, per questo Verga non approfondirà mai l’analisi dei ceti aristocratici.
Anche Pavese si occupa della condizione contadina nella sua opera “La Luna e i Falò”, dove pur rimanendo ferma la condizione economica di miseria, che anche in questo caso porta all’abbruttimento e alla follia come nel caso di Valino che in un attacco di ira dà fuoco alla Gaminella, luogo in cui vive e lavora con il figlio menomato Cinto.

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COLLEGAMENTI TESINA MATURITA'

L’ambiente è descritto in base alle percezioni e ai sentimenti dei personaggi, che donano coloriture differenti al contesto campagnolo.
In Pavese è dunque importante l’analisi degli stati d’animo dei personaggi, i cui pensieri sono spesso espressione della mentalità contadina.
In “La Luna e i Falò” si nota anche una maggiore solidarietà tra i personaggi rispetto a quelli di Verga: Nuto, simbolo della stabilità di chi non ha mai lasciato la propria terra, è il punto di riferimento del protagonista che è alla ricerca delle proprie radici mentre il protagonista stesso alla fine del romanzo dichiara di volersi prendere cura del povero Cinto. Elemento di notevole importanza è il senso di smarrimento del protagonista che, nato orfano, viene adottato per interessi economici visto  che chi si faceva carico di un orfano aveva diritto a un sussidio chiamato “mesata”. Anguilla, questo il soprannome del protagonista, dopo essere stato in America come migrante riflette sul fatto che in effetti il mondo è fatto di piccoli paesi e quindi forse non si sbagliava di molto quando credeva che il mondo fosse racchiuso nel paese dove era cresciuto e decide infine di ristabilirsi nei luoghi della propria infanzia.