I Bestiari medievali: tesina

Tesina con immagini sui bestiari medievali con descrizione della nascita di questo fenomeno, contesto storico-culturale, numerosi estratti da bestiari (antilope, balena, castoro, cervo, donnola, elefante, fenice, leone, liocorno, drago) e un cenno finale ai bestari moderni di Woody Allen (11 pagine formato doc)

Appunto di slynkj

I BESTIARI MEDIEVALI: TESINA

Bestiari del Medioevo.

Pierre de Beauvais
, autore del Bestiarie, uno dei più antichi bestiari francesi, nella breve introduzione, spiega il titolo della sua opera, dicendo: “Qui comincia il libro chiamato bestiario, così denominato perché parla delle nature delle bestie” e avverte: “tutte le creature che Dio creò sulla terra, le creò per l’uomo, e affinché l’uomo possa ricavarne esempi di religione e di fede”. Su queste stesse premesse, anche se non sempre dichiarate, si fonda la totalità dei testi, latini e volgari, facenti parte del genere medievale del bestiario.
Questi testi, benché spesso differenti tra di loro per struttura, stile, toni e contenuti, derivano tutti dal Physiologus greco, del quale essi sono versioni variamente modificate ed ampliate, sia nel numero e nel tipo di presenze animali, che nel carattere delle singole descrizioni.
Per affrontare adeguatamente il tema dei bestiari medioevali è quindi opportuno analizzare il testo che da origine al genere.  

Mentalità medievale: riassunto

BESTIARI MEDIEVALI: TIGRE

Il Physiologus greco. D’autore anonimo, di data e d’origine incerta, ma presumibilmente composto ad Alessandria d’Egitto nel II o III secolo d.C. il Physiologus primitivo si compone di 48 (nella redazione più antica) o 49 capitoli relativi ad animali, pietre o piante, disposti senza un criterio preciso. In rari casi, tuttavia, si notano accostamenti basati sull’affinità delle “nature” descritte o su più generiche associazioni tematiche. Piante e pietre, pur non analizzate in sezioni indipendenti, appaiono, in qualche modo, radunate nella parte finale e comunque la loro scarsa presenza denota un interesse orientato particolarmente verso la componente zoologica. La struttura dei capitoli è costantemente bipartita: infatti, abbina sempre la descrizione di una o più proprietà o nature (ovvero qualità riconosciute come peculiari, o comportamenti sempre uguali, perché dettati dall’istinto) al rispettivo significato simbolico, solitamente mistico-teologico.

Arte medievale: riassunto e caratteristiche

BESTIARI MEDIEVALI: LEONE

Delle due parti, scientifica e allegorica, all’incirca equivalenti per estensione, è la seconda il vero centro d’interesse: lo dimostra il fatto che, la sequenza allegorica ha solitamente una lieve ma sicura preponderanza quantitativa e condiziona il contenuto di quella scientifica che viene frequentemente adattato secondo le sue esigenze. Quindi il celebre testo, realizzato a scopi didattici, è più un manuale di dottrina cristiana, che una sintesi di conoscenze scientifiche. Del resto, lo stesso termine fisiologo non va inteso come naturalista, esperto di scienze naturali, quanto piuttosto come interprete, critico della natura secondo i canoni della fede cristiana.

La vita quotidiana nel Medioevo: tema svolto

BESTIARIO MEDIEVALE: DRAGO

Il testo del Physiologus ebbe, fin dalle origini e per ben undici secoli, una straordinaria diffusione, grazie anche alle numerose traduzioni effettuate a partire dal V secolo. Non stupisce quindi che la struttura dell’opera, dopo un così lungo cammino, si presenti spesso radicalmente diversa da quella iniziale. Le tre redazioni fondamenti del Physiologus greco (quella antica del II secolo, quella bizantina del V-VI secolo, e quella pseudo-basiliana del X-XI secolo) presentano linee di tendenza diverse e definite, che determineranno gli sviluppi differenziati dei bestiari latini del XII-XIII secolo. Ad esempio, già nel Physiologus bizantino si registra la tendenza a sostituire i simboli mistico-teologici con simboli etico-morali, basati sull’esempio fornito dalle proprietà degli animali e sulla conseguente esortazione ad emularne o meno il comportamento.
Nulla di preciso si può dire sull’originaria presenza d’illustrazioni, anche se appare plausibile la nascita simultanea di testo e disegno in un’opera che, come affermerà Richart de Fornival (Bestiarie d’amours XIII secolo) “tratta una materia che richiede immagini. Riguarda infatti la natura di bestie e di uccelli che si possono conoscere meglio per mezzo di immagini che di descrizioni”.