Tesina sugli opposti: il contrasto generatore

Partendo da Eraclito, alla filosofia cinese e all'informatica si analizzano vari esempi in cui l'interazione tra opposti crea una nuova realtà. Tesina sugli opposti: il contrasto generatore (2 pagine formato doc)

Appunto di rb4

TESINA SUGLI OPPOSTI: IL CONTRASTO GENERATORE

Il contrasto generatore.

Introduzione. L’idea che vi sia un dialogo fra opposti alla base e come nucleo della realtà è comune ad antiche filosofie sia della nostra cultura, sia di culture lontane. Lo si trova infatti in Eraclito, che dichiara ΠÏÂÂÂŒλεμος á¼Âπάντων πατήρ, ovvero la guerra, lo scontro è padre di tutte le cose, poiché ogni cosa è definita dal confronto col suo opposto, a cui è indissolubilmente legata; lo si trova nella filosofia cinese, come simboleggiato dal Dao, nell’interazione tra i principi interdipendenti dello yin e dello yang, dell’attivo e del passivo, cui ogni cosa appartiene, ma non rigidamente, contenendo già entro sé i semi del suo opposto e arrivando a trasformarsi poi in esso, come il giorno che si trasforma nella notte, la vita nella morte.
Ma anche nella tecnica si può trovare un’applicazione di questo concetto (seppure in modo ovviamente diverso): la programmazione dei computer, infatti, si basa sul sistema binario, quindi su una serie di opposizioni on/off, che, combinate in vari modi, vanno a costruire dati e sistemi sempre più complessi, fino alla creazione di vere e proprie realtà virtuali.

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TESINA SUGLI OPPOSTI: LICEO SCIENTIFICO

Filosofia: dialettica nell'Idealismo. In particolare quest’anno ho ritrovato quest’idea di opposti che si determinano a vicenda e creano una superiore realtà in alcuni aspetti della filosofia idealista di Fichte e di Hegel.
Il primo a teorizzare questo pensiero è J.

G. Fichte, che cercando un principio da cui dedurre tutta la conoscenza lo individua nell’autoposizione del soggetto pensante. Con tale atto, strutturato in tre momenti, inizialmente l’Io, unità alla base di ogni processo del pensiero, si causa, come condizione primaria perché possa esservi un atto di coscienza, ma allo stesso momento pone qualcosa  che è il suo contrario, l’oggetto, chiamato Non-io perché limita l’essenza dell’Io, nel momento in cui è riconosciuto come qualcosa di altro da esso. Poiché, tuttavia, l’Io è attività infinita, non dovrebbe poter essere limitato; questa apparente contradizione viene risolta riconoscendo che ad opporsi al Non-io è un Io divisibile, individuale come sono individuali i Non-io, ma entrambi gli enti fanno parte dell’attività infinita dell’Io assoluto. Nel terzo momento si arrivano quindi a riconoscere gli opposti come parti di una stessa realtà, ma ad ogni nuovo atto di coscienza se ne porranno altri ed il processo continuerà a reiterarsi all’infinito.
Più avanti Hegel riproporrà qualcosa di simile, ma ponendo un obiettivo ultimo al processo dialettico ed al cammino filosofico in generale, nella realizzazione dell’Assoluto. La coscienza individuale, dunque, compie un cammino che la porta a riconoscere in sé il proprio opposto e poi entrambi in una realtà superiore, e così via progressivamente, fino a riconoscersi nell’Assoluto. Durante ogni processo conoscitivo, infatti, la coscienza passa dall’avere come oggetto quello che è effettivamente l’oggetto in sé alla rappresentazione, il sapere che ne ha. Quindi dopo che il soggetto è stato negato dal suo opposto lo riconosce come proiezione di sé (in quanto rappresentazione), dunque lo interiorizza e “avanza di grado”. E questo non è un processo che riguarda la sola coscienza individuale, ma, proprio perché la tappa finale è la totalità dell’Assoluto, si definisco come svolgimento dell’intera realtà.

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TESINA SUGLI OPPOSTI: LICEO LINGUISTICO

FISICA: L’ELETTROMAGNETISMO
Passando dall’ambito puramente logico ad uno più concreto, delle opposizioni che creano qualcosa di nuovo si trovano alla base dell’elettromagnetismo. Esso si occupa infatti delle forze originate dai due possibili stati di elettrizzazione della materia, con carica positiva o negativa; ed in particolare riconduce a quella stessa origine due tipologie di interazione, l’elettrica e la magnetica, inizialmente rilevate distintamente ed indipendentemente l’una dall’altra, ma che si sono rivelate strettamente legate.
Tale legame fu scoperto grazie ad una serie di esperimenti e calcoli effettuali principalmente da Oersted, Faraday e Maxwell, nel corso del XIX secolo. Il primo dimostrò, osservando il comportamento di un ago magnetico nei pressi di un filo percorso da corrente, che essa produceva un campo magnetico; il secondo osservò che la variazione nel tempo del flusso magnetico attraverso la superficie delimitata da un circuito induce nel circuito stesso una corrente elettrica, dovuta a un campo elettrico indotto non conservativo. Tale corrente, secondo la legge di Faraday-Neumann-Lenz, produrrà a sua volta un campo magnetico che si opporrà a quello che l’ha causata. Infine, il terzo scienziato cercò una soluzione alla apparente asimmetria lasciata dalle scoperte dei suoi predecessori, ipotizzando che anche i campi elettrici variabili originassero campi magnetici; dopo essere riuscito a osservare che ciò accadeva, nel caso si inserisse un dielettrico in un condensatore sottoposto a variazione di carica, dedusse che la cosa si potesse generalizzare.