Tesina di maturità sull'illusione

Tesina di maturità sull'illusione per liceo socio-psico-pedagogico: Leopardi, Schopenhauer e Oscar Wilde (25 pagine formato pdf)

Appunto di valezanda93

TESINA DI MATURITA' SULL'ILLUSIONE: COLLEGAMENTI

Indice:
1.

L'illusione aiuta l'uomo ad affrontare il vero: Giacomo Leopardi: il pessimismo storico e le dicotomie natura/ragione e
antichi/moderni. Il pessimismo cosmico;
2. L'illusione maschera la realtà: Arthur Schopenhauer = Opera:”Il mondo come volontà e rappresentazione” e La propaganda nazista contro gli ebrei;
3. Il confine tra realtà e illusione: Magritte e il surrealismo;
4 Quando l'illusione diviene una strategia per sopportare ed interpretare la realtà: Bettelheim: La fiaba.
Guido Petter: fiabe si o fiabe no? e Oscar Wilde: opera: “The picture of Dorian Grey”.
L'estetismo e l'illusione dell'eterna giovinezza.
Tutto intorno a noi è illusione. Non ce ne accorgiamo, o non vogliamo rendercene conto... ma basta una visione più attenta per intuirlo. Le illusioni hanno sempre fatto parte della nostra vita. Basta soltanto trovarle!!!”.

Illusione: tesina di maturità


ILLUSIONE TESINA, INTRODUZIONE

Giacomo Leopardi (1798-1837). “L'illusione aiuta gli uomini”. L'Ottocento è il secolo in cui trionfa la modernità che sconvolse radicalmente tutti i
rifermenti tradizionali ed il modo di percepire e sentire la vita. Il rapporto con il mondo e con la natura si fa sempre più mediato. Leopardi, la cui intera filosofia è cosparsa dal tema dell'infelicità umana, è per eccellenza il poeta che ha analizzato il rapporto tra l'uomo e la natura, cercando in essa le cause della sua triste condizione. Secondo il poeta l'infelicità umana è dovuta alla continua ricerca del piacere da parte dell'uomo, ma tale piacere è “infinito” nello spazio e nel tempo e quindi, per definizione, è impossibile da raggiungere (teoria del piacere).

Illusione tra realtà e apparenza, tesina di maturità


TESINA MATURITA': ILLUSIONE E REALTA'

Da questo nasce l'infelicità dell'uomo. Il suo pensiero si suddivide in due periodi completamente diversi: il pessimismo storico e il pessimismo cosmico.
Il pessimismo storico (1820) è caratterizzato dalla dicotomia natura-ragione e antichi-moderni: l'infelicità non dipende dalla natura, anzi, essa è considerata come come un'entità positiva e benefica perchè produce l'immaginazione e delle solide illusioni che rendono l'uomo capace di virtù e di grandezza. La civiltà umana ha però distrutto le illusioni che rendevano la vita sopportabile a causa dello sviluppo della ragione e ha mostrato agli occhi dell'uomo l'arido vero. L'uomo non era destinato ad essere felice in questo modo, ma le illusioni lo proteggevano dal rendersene conto, e potevano fargli credere che la felicità fosse comunque raggiungibile o sul punto di essere raggiunta. L'infelicità dell'uomo è dunque un fatto storico: gli antichi erano ancora capaci di grande illusioni, mentre i moderni le hanno perdute quasi completamente, perciò l'uomo è l'unico responsabile del suo male poiché si è allontanato dalla natura a causa del progresso della società.