Tesina maturità ritorno alle origini: la Puglia

Tesina maturità Ritorno alle origini: la tutela della tradizione pugliese, la ricerca di modelli da imitare e il rifiuto del proprio passato (15 pagine formato doc)

Appunto di barbyguala

TESINA MATUITA' RITORNO ALLE ORIGINI

Ritorno alle origini.

Introduzione. La Puglia, regione d'Italia, ha visto la riscoperta delle sue tradizioni a partire dagli anni ’70 del secolo scorso: i canti popolari sono stati riproposti da numerosi gruppi musicali, i quali si sono impegnati nel recupero della storia e della tradizione salentina, da tempo abbandonata e dimenticata.
Per “tradizione” si intende la trasmissione nel tempo, attraverso diverse generazioni, di memorie, notizie e testimonianze, ma anche di consuetudini, usi e costumi. Il termine, nella sua accezione generica, indica gli oggetti stessi della trasmissione, ovvero l’insieme di comportamenti e credenze che si trasferiscono da una generazione all’altra.
In antropologia culturale esso viene utilizzato spesso in quanto sinonimo di cultura, essendo anch’essa tramandata da una generazione all’altra.

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TESINA MATURITA SULLA PUGLIA

La demologia, ovvero lo studio delle tradizioni popolari, è un aspetto fondamentale dell’antropologia italiana.

Tale componente è stata riconosciuta grazie a Ernesto De Martino (1908-1965), studioso che analizzò sul terreno il folklore religioso della cultura contadina meridionale. Egli effettuò fondamentali ricerche inerenti alle credenze, le pratiche rituali, le cure tradizionali, gli usi funebri. Tra le sue opere più conosciute si ricordano Il mondo magico (1948), Morte e pianto rituale magico nel mondo antico (1958), La terra del rimorso (1961). Proprio De Martino, col suo libro La terra del rimorso , ha reso possibile ricostruire la storia delle tradizioni pugliesi.
Gli aspetti fondanti della tradizione salentina sono costituiti dal tarantismo, antico fenomeno culturale, e dalla pizzica, genere e ballo ad esso collegato.
La pizzica ha probabilmente avuto origine dai riti dionisiaci risalenti all’antica Grecia, e, a partire dal Medioevo, è confluita nel tarantismo, in quanto unica forma di terapia efficace.
Il tarantismo, infatti, consiste in una malattia che mitologia e credenza popolare associano al morso della tarantola. In realtà il ragno è un animale simbolico: esso viene individuato come la fonte dello stato di inquietudine e torpore che caratterizza il tarantismo, malattia che colpiva i contadini salentini - in particolare le donne - durante il raccolto. Il malessere, che impediva ogni attività umana, veniva alleviato con il suono di tamburelli e violini: il ritmo incalzante trascinava gli “attarantati” in un ballo sfrenato che permetteva loro di guarire dalla puntura.

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TESINA MATURITA' SUL SALENTO

Nel Settecento il fenomeno si amalgamò con la religione, in quanto si diffuse la convinzione che San Paolo potesse guarire dal morso della tarantola. Annualmente, il 29 giugno, gli “attarantati” di tutto il Salento venivano portati a Galatina nella cappella del Santo, dove bevevano dal pozzo l’acqua benedetta e ballavano trasportati dal ritmo dei tamburelli, aspettando il miracolo della guarigione.
La pizzica, dunque, è nata come ballo terapeutico, funzionale al rito dell’esorcismo degli “attarantati”. Progressivamente, essa ha assunto autonomia in quanto ballo e genere musicale, divenendo un fenomeno popolare di vasta diffusione.
Mentre il tarantismo scompariva per le trasformazioni sociali, la pizzica si consolidava nella tradizione, acquisendo importanza nell’identità salentina. Entrambi i fenomeni, tuttavia, persero rilevanza nella seconda metà del novecento, a causa dei mutamenti economici italiani.

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TESINA SULLA PUGLIA

Storia. La rinnegazione del passato si è diffusa in Salento a partire dagli anni ’60.
Se da un lato l’emigrazione di massa ha allontanato molti Salentini dalla loro terra, e quindi dalla loro tradizione, dall’altro il boom economico che ha caratterizzato i paesi del Nord ha comportato anche nel Meridione la diffusione di nuovi modelli culturali. La televisione trasmetteva messaggi di progresso, contrapposti alla miseria vissuta nel passato. La cultura popolare, dunque, venne considerata un simbolo di arretratezza, e si diffuse la volontà di rinnegarla, per poter dimenticare le sofferenze del passato: realtà come il tarantismo e la pizzica vennero abbandonate dalle nuove generazioni, che si rivolgevano alle proposte culturali della nuova epoca, portatrici di ricchezza e prosperità.
Gli anni ’70 furono caratterizzati da un forte fervore politico e dall’affermazione di comunismo e socialismo. Come accadde nelle altre regioni italiane, anche in Puglia vennero riproposti canti della tradizione, rivisitati in chiave politica con lo scopo di accrescere il consenso popolare ai partiti.
Tuttavia alcuni giovani, indifferenti alla lotta politica, ripresero i canti popolari mirando al recupero della memoria storica salentina: nacquero numerosi gruppi folkloristici, primo fra tutti il “Canzoniere Grecanico Salentino”, fondato nel 1975.