Tesina maturità sulla Sicilia

Tesina maturità sulla Sicilia: un viaggio all'interno dell'isola, da Verga a Pirandello, da Consolo a scrittori contemporanei come Alessandro d'Avenia, fino ad arrivare a Francesco Collura, giovane artista palermitano (38 pagine formato docx)

Appunto di ritaruccione

TESINA MATURITA' SULLA SICILIA: COLLEGAMENTI

Istituto Magistrale “Pietro Domina” - Tesina multidisciplinare: “La sicilianità come sfida”.


Indice: premessa; storia: origini e lotta alla mafia, fascismo e mafia, movimento indipendista siciliano; letteratura: Sicilia di Verga, Pirandello e la negazione dell'eros, umorismo pirandelliano, novelle, follia nelle opere pirandelliane, le vicende di Vitangelo Moscarda, il teatro, la pazzia di Enrico IV; filosofia: l'attualismo di Giovanni Gentile; psicologia-pedagogia: teoria dell'educazione di Giovanni Gentile; Alessandro d'Avenia, "Bianca come il latte, rossa come il sangue", "Cose che nessuno sa"; biologia: leucemia; filosofia: la piena accettazione della tragicità della vita in Nietzsche; storia dell'arte: Francesco Collura; Francese: Naturalisme et Emile Zola.

Arabi in Sicilia: tesina


TESINA SULLA SICILIANITA'

Premessa. La ragione per cui ho deciso di trattare questo argomento.


Con questo percorso multidisciplinare cercherò di tessere l’elogio della Sicilia.
Durante il periodo di preparazione a questa tesina, informandomi e chiedendo consigli sui numerosi forum studenteschi che si possono trovare su internet, non ho trovato altro e non mi hanno consigliato altro che tesine sulla mafia.
Ma io oggi non voglio parlarvi della parte mafiosa della Sicilia, perché la Sicilia non è solo mafia, e la mafia non è solo in Sicilia.
Una cosa che mi ha colpito e che, devo ammettere, mi ha molto addolorato, è stata una scena del film della Disney Pixar “Alla ricerca di Nemo”, nella quale uno squalo cattivo veniva doppiato con accento siciliano. Perché insegnare questo ai bambini? Perché far entrare nella loro testa così ingenua e credulona la convinzione che i cattivi sono solo in Sicilia? Perché tutta la bellezza e l’arte della nostra terra viene mascherata dalla mafia?

Tesina maturità sulla Sicilia


TESINA SULLA SICILIA, LICEO LINGUISTICO

La Sicilia che cercherò di esplorare è quella vista attraverso gli occhi di chi cerca latitudini sempre nuove. Poeti, scrittori, artisti che vivono a Milano, Roma, Bonn, daranno sempre lo stesso risultato: le loro opere parlano e parleranno sempre dell’isola lontana; gli occhi sempre persi oltre ogni orizzonte visibile, a sognare lo Stretto.
Saranno così patriarchi della letteratura come Verga, Pirandello, Vittorini, e Camilleri a raccontarci diacronicamente la Sicilia oscillando, nei loro racconti, tra la realtà e l’immaginazione di una terra mitica.
Ma perché questa ossessione? «La Sicilia è una terra molto intensa nelle sue contraddizioni – scrive Dacia Maraini – non a caso tanti scrittori sono siciliani. E spesso hanno il dono della visionarietà. Vedono molto di più di quello che si presenta in apparenza. E vedono lontano, oltre lo Stretto anche quando vivono al di là»1.

Tesina di maturità sulla mafia


TESINA SULLA SICILIA, LICEO SCIENTIFICO

STORIA: 1.    Le origini del movimento mafioso e la lotta alla mafia. Cerchiamo di fare un breve escursus sulle origini di questo movimento che infanga le bellezze della nostra terra.
Quando è nata la mafia? La mafia è nata subito dopo l’unità d’Italia.
Ciò che accadde nel 1861 realizzava il sogno secolare di poeti, politici ed intellettuali. L’Italia “Una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”2 invocata da Manzoni non era più un’astrazione. Ma quali tragedie ed ingiustizie la accompagnarono?
La questione meridionale esplose in  tutta la sua drammaticità fin dai primi anni dell’Italia unita. Anzitutto era forte la delusione delle classi contadine, che avevano sperato nella riforma agraria e che avevano visto invece rinforzata la vecchia aristocrazia latifondista.
Uno dei primi effetti della tensione fu il fenomeno del brigantaggio meridionale. Si trattò di una grave piaga dell’ordine pubblico, ma anche di un esplicito segnale del disagio con cui le regioni del Sud vivevano l’unificazione. Le bande dei briganti erano composte per lo più da contadini: si trattava di un movimento guerrigliero che praticava il saccheggio e la violenza, ma che aveva ampio appoggio popolare. Lo Stato era percepito come ostile, lo stesso servizio militare obbligatorio (che non esisteva sotto i Borboni) e i tentativi di scolarizzazione elementare, erano recepiti al Sud come “perverse strategie per rubare braccia all’agricoltura” e alle famiglie bisognose di braccia che lavorassero, e non che partissero per la leva, o andassero a scuola.