Storia della musica dal 1856 al 1950

Storia della musica dal 1856 al 1950: riassunto degli eventi storici, dei generi in auge e dei protagonisti

Storia della musica dal 1856 al 1950
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STORIA DELLA MUSICA

Storia della musica tra il 1850 e il 1956
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Due grandi eventi furono quelli che introdussero gli uomini e le donne di tutto il mondo alla vita moderna: le due esposizioni universali tenutesi a Parigi nel 1889 e nel 1900. Tali mostre raccolsero i frutti degli straordinari progressi tecnologici maturati durante la Seconda Rivoluzione Industriale.

Opinion comune fu quella di ritenere questa Rivoluzione molto più incisiva rispetto alla prima, proprio perchè "più rapidi furono i suoi effetti, più prodigiosi i risultati che determinarono una trasformazione rivoluzionaria nella vita e nelle prospettive dell'uomo" (cfr. Geoffrey Barraclough, Guida alla storia contemporanea).
Le innovazioni e le nuove tecnologie interessarono tutti i campi, ma quelle che furono maggiormente importanti per la nascita della musica moderna furono tre: le migliorie apportate ai sistemi dei trasporti, a quelli della comunicazione e la nascita della produzione in serie industriale. Ma la Rivoluzione, in effetti, investì anche la musica.

Già gli artisti romantici (in particolare Brahms, Mahler, Schumann, Schubert, Mendelssohn e Chopin) avevano iniziato a modificare ed arricchire quel sistema sinfonico che era già allora considerato classico, ma fu in particolar modo il lavoro di Schoenberg che diede il via all'esplorazione musicale che ebbe luogo nel XX secolo.

Egli, infatti, sviluppò un nuovo sistema sinfonico basato su una serie di dodici note e detto, appunto, dodecafonia. Questo sistema, detto serialismo, si protrasse sino agli anni '50 durante i quali raggiunse il suo apice grazie ad artisti come John Cage e Pierre Boulez. Inoltre, gli artisti romantici rivalutarono la musica ed i canti popolari, portando nel mondo borghese balli come il valzer, la polka e la mazurka. La fine del secolo '800, che accolse esperimenti d'ogni tipo ed inerenti a qualunque campo della vita, accolse anche gli esperimenti musicali: si voleva trovare un modo nuovo di far musica, un modo più vicino alle nuove classi emergenti (borghesia e proletariato), si voleva creare una musica capace di entrare nelle case, nelle fabbriche, nelle piazze e nei teatri indistintamente. Praticamente, si voleva trovare una musica adattabile ad ogni ambito della vita, ad ogni situazione: una musica più malleabile di quella che era stata composta da Mozart o Beethoven che s'adattava bene ai teatri ed ai ceti sociali più alti, ma che non era neanche lontanamente vicina alle città industriali che ospitavano unicamente famiglie proletarie.

LA NASCITA DEL POP

Proprio alla fine dell'Ottocento nasce, in risposta alle nuove esigenze appena discusse, la musica leggera, che verrà poi definita popular o, più semplicemente, pop in seguito all'affermazione delle logiche di mercato nel campo della musica. La musica leggera trasse origine dalle due maggiori tendenze di fine secolo: il melodramma ed i canti e le danze popolari. Alla fine dell'Ottocento il melodramma era il tipo di spettacolo musicale più diffuso in tutta Europa e le arie d'opera più famose erano conosciute da tutti. Un esempio partenopeo di questa clamorosa ed improvvisa diffusione della musica è la canzone 'O sole mio, composta nel 1898 da Giovanni Capurro ed Edoardo di Capua. Questa canzone, divenuta famosissima e conosciuta ancor oggi, venne cantata in tutto il mondo (in America fu interpretata anche da Elvis Presley e Frank Sinatra).

Interprete ineguagliabile di questa canzone fu Enrico Caruso, un tenore italiano di così gran talento da essere divenuto in seguito l'esempio del tenore per eccellenza, il quale fu anche il primo ad usufruire della nuova tecnologia (snobbata dalla maggior parte degli artisti), incidendo nel 1902 dieci dischi con arie d'opera per conto della casa discografica inglese Gramophone & Typewriter Company. Si tiene a sottolineare che il grammofono, successore del fonografo, fu inventato nel 1877 da Thoman Edison, questo lo colloca tra le prodigiose invenzioni introdotte dalla Seconda Rivoluzione Industriale.

I nuovi (ed eccellenti rispetto ai precedenti) mezzi di trasporto portarono i suoi dischi anche oltre Oceano, facendo ottenere al tenore un contratto con il Teatro Metropolitan di New York City dove esordì con Il Rigoletto. È doveroso dire che la musica fu trasportata nel mondo anche dai numerosissimi immigrati che vollero andare a cercar fortuna ed una nuova vita lontano dalla propria patria natia. L'accompagnamento musicale che veniva offerto sulle navi e sui treni che trasportavano questi sognatori in terre a loro sconosciute e che compivano viaggi per lo più molto lunghi in termini di tempo, divenne uno dei modi più efficaci per diffondere la nuova musica. Questa diffusione venne favorita anche dalla mescolanza etnica che caratterizzava questi viaggi della speranza.

LA CANZONE

Parallelamente a questi viaggi, avvenuti per la maggioranza alla fine dell'Ottocento, con la riproduzione nei salotti della musica leggera eseguita ai concerti, e con il suo riadattamento a scopo di intrattenimento, nacque il genere musicale della canzone le cui caratteristiche principali erano: una linea melodica semplice ed orecchiabile (ispirata a temi e danze di origine popolare); una struttura formale monopartita (strofica) o bipartita (strofa e ritornello); un accompagnamento che fosse possibile eseguire con un unico strumento (venivano principalmente usati chitarra o pianoforte); un testo facilmente comprensibile che seguiva per lo più tematiche sentimentali e amorose. Questo genere si diffuse maggiormente in Italia negli anni Venti e Trenta e, durante la dittatura Mussolini, fu utilizzata anche come strumento propagandistico e, comunque, favorito ai nuovi generi stranieri in nome della politica nazionalista.

LA RADIO, IL CINEMA E L'AMPLIFICAZIONE

Frutti della Rivoluzione IndUstriale e dei decenni ad essa immediatamente conseguenti erano stati anche la radio, il cinema sonoro, l'altoparlante e l'amplificazione audio. I primi due diffusero i nuovi generi e le nuove tendenze musicali anche tra i ceti più bassi del popolo, inoltre in televisione era possibile vedere le prime esecuzioni dal vivo. L'altoparlante e l'amplificazione audio, invece, permisero ai musicisti di utilizzare assieme strumenti (ad esempio chitarra, pianoforte e batteria di tamburi) che non potrebbero farlo altrimenti perchè il suono di alcuni di questi prevaricherebbe completamente gli altri.

IL BLUES E IL JAZZ

In America, dalla tradizione popolare africana giunta nel continente assieme agli schiavi d'Africa, nacquero dapprima il ragtime ed il blues urbano (che sfociò poi in blues primitivo perchè cantato nelle campagne). Questi due generi diedero vita al jazz, un nuovo tipo di musica che combinava la musica bandistica e da parata con forti dosi d'improvvisazioni e particolari caratteristiche ritmiche e stilistiche quali il ritmo swing spesso sincopato, una forte malinconia data dall'uso delle blue note e la poliritmia.

Il jazz incorporò in se stesso tutti i tipi di musica all'epoca emergenti, nascendo come una musica per tutto il popolo e non certo per gli ambienti borghesi; celebre è la frase, che forse meglio rappresenta questa prima attitudine, di Duke Ellington: “In genere, il jazz è sempre stato rappresentato come il tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia”, riferendosi appunto all'inadattabilità di questo genere agli ambienti più ricchi e dabbene della nuova società industriale. Il jazz fu una musica di larghissimo consumo fino agli anni Venti e Trenta quando nacque il rock 'n' roll, proprio da una variazione dello stesso jazz. Da quel momento in poi quest'ultimo divenne una sorta di “musica per musicisti”, un'espressione artistica rivolta ai pochi palati fini del mondo della nuova musica.

Il Blues, invece, deve il passaggio a musica colta a George Gershwin che con la sua produzione assai vasta e il suo talento riuscì a comporre dei classici ad oggi ancora inesauribili. Opere come Rhapsody in Blue e Blue Monday sono sufficienti per capire lo spessore di questo grandissimo artista.

L'ASPETTO ECONOMICO

Ovviamente, con la diffusione mondiale della musica, entrò in gioco l'aspetto economico di quest'arte, lasciando spazio a produttori e manager che resero il mondo della musica il mondo dello spettacolo per eccellenza. Si imposero i primi diritti sulla produzione musicale e furono creati sindacati appositi per i musicisti. Inoltre, la nascita di un ambiente che potesse coltivare gli artisti e potesse diffondere la loro musica favorì inevitabilmente la globalizzazione di quest'ultima. Le note di Louis Armstrong risuonarono in ogni angolo del mondo, così come fu per quelle di Frank Sinatra, Elvis Presley e tutti gli altri grandi che vissero il loro stesso periodo e li succedettero. Nacque, quindi, anche la figura della star, il musicista carismatico e di successo, che tutti ascoltano, che tutti vorrebbero impersonare, che tutti vorrebbero almeno per una volta vedere ed ascoltare dal vivo. Il mercato della musica costrinse i produttori ed i manager a cercare sempre più nuovi ed innovativi talenti favorendo, così, la musica di tutti. Chiunque potesse permettersi uno strumento, all'epoca, era già ad un passo dal successo.

GLI ARTISTI EMERGENTI

Bisogna anche ricordare che i costi di produzione e, di conseguenza, anche quelli di vendita degli strumenti più comuni (come ad esempio le chitarre) si erano notevolmente abbassati grazie all'utilizzo della catena di montaggio e della produzione in serie agevolate dalle macchine. Ne conseguì, quindi, un vero e proprio boom per il mercato degli strumenti musicali ed insieme a questo un boom per la fascia degli artisti emergenti. Famosa è la Tin Pan Alley, un vicolo di New York nel quale erano così numerose le sale prova che il frastuono dei pianoforti ricordava quello del cozzare delle pentole stagnate (da cui il nome del vicolo). Questo vicolo impersonava così tanto lo spirito della nuova musica che il suo nome simboleggiò l'industria musicale nordamericana. Alcuni segnano il declino della Tin Pan Alley con l'avvento della radio; molti altri, invece, lo fanno coincidere con l'avvento del rock 'n' roll e la nascita delle star della musica: il pubblico non voleva più un gruppo di artisti improvvisati, ma un unico divo esemplare e da ammirare.

ROCK AND ROLL

Ed è proprio da questa nuova ricerca di musicisti da rendere esemplari, in concomitanza con la nascita del rock 'n' roll, che emerse la figura di Elvis Presley, considerato tutt'oggi il Re di questo genere, a discapito di personaggi come Chuck Berry o Little Richard i quali, essendo neri, non potevano essere eletti a tale carica dall'America ancora razzista, e ritenuto fonte di ispirazione per il futuro rock 'n' roll. In 24 anni di carriera Presley pubblicò 61 album, vendendo oltre 1 miliardo di dischi in tutto il mondo e risultando uno degli artisti di maggior successo commerciale nella storia della musica.

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