Etruschi e Romani a confronto

Etruschi e Romani a confronto: regione di appartenenza, famiglia e società, città ed arte, religione e culto dei morti

Etruschi e Romani a confronto
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Etruschi e Romani a confronto

Etruschi e Romani a confronto
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Tra Etruschi e Romani ci sono più somiglianze che differenze, soprattutto parlando del primo periodo di Roma, dalla sua fondazione (21 aprile 753 a.C), alla repubblica (509 a.C.). Geografia, storia, società, politica, economia, religione, arte sono molto simili.

Regione

Innanzi tutto in comune c’è la regione di appartenenza. Anche se gli Etruschi discendono dai Villanoviani (e quindi  vengano dall’Emilia), è tra Tevere ed Arno, tra Appennini e Tirreno, che si sono maggiormente sviluppati ed è quest’area laziale-toscana-umbra che porta il nome di Etruria. Le più importanti città etrusche furono soprattutto toscane (Arezzo, Chisi, Volterra, Vetulonia, Populonia, Roselle) e laziali (Cerveteri, Tarquinia, Veio).

Lazio e Toscana hanno un clima mediterraneo lungo la costa e la pianura (pianure toscane: Versilia, Valdarno e Maremma; pianure laziali: Maremma laziale, Agro Romano, Agro Pontino); il clima si fa  continentale nell’interno, avvicinandosi all’Appennino; tra pianura e montagna c’è una fascia collinare intermedia (Colline Metallifere in Toscana e  Monti della Tolfa nel Lazio, sono responsabili della grande ricchezza mineraria degli Etruschi).

La vicinanza al Tirreno (porti etruschi di Gravisca e Pyrgi e porto romano di Ostia Antica) è un altro elemento importantissimo per lo sviluppo dei commerci, e la presenza della pianura in parte paludosa (bonificata prima dai Romani e poi dal fascismo) spinse entrambi i popoli a costruire le città non proprio in riva al mare, ma su alture poco distanti (Tarquinia, Volterra, per gli Etruschi, i sette colli per Roma).

Società e politica

Poco dopo la sua fondazione Roma si trasformò in una città stato di tipo etrusco: murata (Servio Tullio, re etrusco, cinse Roma di grandi mura), con pianta a scacchiera (cardo e decumanus), con abitazioni in muratura costruite in tufo (soltanto più tardi fu usato il laterizio, mattone di argilla cotta sulla quale si posero i bolli) con la tecnica dell’opera quadrata. 

La famiglia è patriarcale (patronus e obbedienza ai genitori), riconosce un ruolo attivo delle donne (alle matronae romane, però, non è permesso partecipare ai banchetti ma solo alle cerimonie solenni), riconosce il focolare come luogo sacro della casa (culto privato – Lari, Mani, Genius- oltre a quello pubblico).  

I governi inizialmente furono simili. Come nelle città etrusche il lucumone viene sostituito prima dai tiranni, poi dagli aristocratici, così a Roma il re lascia il potere ai patrizi. La società etrusca in un primo tempo è egualitaria ma poi prevede una divisione in classi, non molto diversa da quella romana tra patrizi e plebei e che provoca tante lotte (Monte Sacro, tribuni della plebe con diritto di veto e poi 12 tavole).

Religione

La religione è simile, almeno agli inizi, anche se l’espansione successiva di Roma portò necessariamente ad un forte sincretismo religioso.

La religione è politeista e sempre molto presente nella vita quotidiana di entrambi i popoli (sembra che il termine etrusco abbia etimologia greca e significhi “sacrificio”). Hanno molti dei in comune (Minerva, Aplu-Apollo, Nethu-Nettuno…) e con gli Etruschi entra a Roma la triade Giove-Giunone-Minerva, di origine greca; tutti e due i popoli danno grande importanza a presagi e indovini (auguri, aruspici), al culto degli antenati e al culto dei morti. Molte feste romane sono di origine etrusca (luperci).

Etruschi

La religione è il fondamento della civiltà etrusca. Ogni loro momento era legato ad una cerimonia in onore degli dei (Tagete, un bambino nato dalla terra rivela agli uomini la volontà degli dei). Come per i Greci, la religione è politeista ed è assai importante la figura dell’indovino (auguri e aruspici). I Villanoviani utilizzarono esclusivamente l’incinerazione (urne cinerarie a capanna circolare), mentre gli Etruschi, oltre all’incinerazione, realizzarono anche tombe per la sepoltura, simili a case perché credevano nella sopravvivenza del morto nelle sue spoglie. Abbiamo ancora splendide necropoli con tombe a dado, a camera, a tumulo: Cerveteri (tombe a tumulo) e a Tarquinia (tombe ipogee affrescate). I primi sarcofagi ritraevano il morto disteso, in un secondo momento il morto era sdraiato sul fianco sinistro, con la spalla alzata per poter comodamente mangiare sul triclinio (Sarcofago degli Sposi – Villa Giulia). Anche i corredi funerari erano molto ricchi.

Romani

La religione politeista romana è influenzata da Etruschi e Greci e vive un forte sincretismo con i popoli che Roma conquista. Giove, Giunone e Minerva sono la triade più importante, ma vi sono moltissimi altri dei nei boschi, nei fiumi, sull’Olimpo, negli Inferi che richiedono sacrifici vegetali ed animali (vittime nere per gli Inferi e bianche per l’Olimpo). Esiste un culto pubblico ed uno privato. In casa il capofamiglia è sacerdote del focolare e venera dei Lari, Penati, Mani e Genius; inoltre, una volta all’anno, si celebra il culto dei morti (preghiere e rito con fave nere) per cacciare la morte dalla casa. Come gli Etruschi, i Romani credono negli indovini e se il presagio è sfavorevole ci si può purificare per cambiare il suo verdetto. La religione pubblica è fondamentale: ci sono feste di campagna (palilie, dedicate a Pale, la dea dei raccolti e delle greggi) e di città (saturnali). Una guerra può essere vinta solo col favore degli dei, perciò ogni guerra inizia e finisce con una preghiera e gli strumenti di guerra (trombe ed armi) vanno sempre purificati: prima della guerra ci si affida  a sette sacerdoti (feziali) che praticano riti, in campo nemico,sotto forma di ultimatum, a guerra conclusa si omaggiano gli dei nemici (ecco perché il sincretismo).

Storia

Naturalmente Romani ed Etruschi furono costretti allo scontro: tra alleanze e guerre con la Lega Latina, Roma (Furio Camillo) conquistò Veio per il controllo della via del sale che portava all’alta valle del Tevere.

I Romani riuscirono a vincere grazie alle loro furbe alleanze militari (è sempre stata una loro tattica!) e questa è una delle più grandi differenze con gli Etruschi che mai fecero alleanze militari, ma solo religiose e commerciali (dodecapoli).

Anche l’atteggiamento romano di fronte alla guerra non è molto diverso da quello etrusco: si pregano gli dei, in loro favore si fanno sacrifici propiziatori e feste (i Romani purificano persino armi e trombe di guerra!). Servio Tullio, re etrusco, riforma l’esercito romano introducendo alcuni strumenti etruschi: scudi rotondi, lance, spade e corazze in bronzo.

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