I totalitarismi: riassunto

I totalitarismi del Novecento, dalle politiche estere aggressive alla repressione delle libertà individuali, fino alla manipolazione delle masse attraverso strumenti culturali: riassunto

I totalitarismi: riassunto
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I totalitarismi

Breve riassunto sui totalitarismi
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Il totalitarismo è un tipo di governo che emerse nel corso del Novecento e si caratterizzò per il controllo assoluto dello Stato sulla vita dei cittadini. Regimi totalitari come il nazismo in Germania, il fascismo in Italia e il comunismo in Unione Sovietica negarono le libertà individuali e soppressero ogni forma di opposizione politica. Questo portò a gravi violazioni dei diritti umani e a terribili tragedie come la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto

Totalitarismo: significato

Il termine totalitarismo fu introdotto nel 1923 da Giovanni Amendola, che accusò Benito Mussolini di aver imposto un regime totalitario in Italia. Secondo Amendola, il fascismo negava la libertà di coscienza degli individui e si caratterizzava per una concezione integralista, che non consentiva lo sviluppo di posizioni diverse da quella imposta. Inoltre, i regimi totalitari presuppongono la costruzione di un "uomo nuovo", una figura che rispecchia le ideologie e gli interessi del regime.

Le espressioni storiche del totalitarismo sono state il fascismo in Italia, il nazionalsocialismo in Germania (Nazismo), lo stalinismo in Unione Sovietica e il franchismo in Spagna. Questi regimi rappresentavano nuove forme di organizzazione del potere, basate sulla massificazione della società moderna e sulla negazione delle libertà individuali. In questo articolo, approfondiremo le caratteristiche dei regimi totalitari del Novecento e le conseguenze disastrose che hanno avuto per le società in cui sono stati imposti.

Caratteristiche dei totalitarismi

Tutte queste espressioni storiche hanno alla base ideologie radicali che hanno come obiettivo quello di trasformare radicalmente l'esistenza di ogni individuo. Non vi è il pluralismo politico, quindi vi è un unico partito e vengono cancellate tutte le libertà dell'uomo. Vi è sempre un capo che deve essere carismatico, cioè con forte personalità. Tutti questo totalitarismi si sono affermati, quindi hanno tra i loro primi obiettivi l'affermazione del consenso. Raggiungono questo obbiettivo tramite la formazione di miti e di rituali. La conseguenza di questo e il controllo assoluto e demagogico dei mezzi di comunicazione di massa. Si ha un primato dello stato sulla società civile.

I regimi totalitari del XX secolo si sono caratterizzati per l'uso di strumenti repressivi come lo squadrismo, le SS, le grandi purghe e i gulag. Inoltre, hanno avuto politiche estere aggressive e hanno manipolato le masse attraverso strumenti culturali. Questi regimi hanno pervaso ogni settore sociale ed economico, reprimendo i diritti naturali dell'uomo, comprese le libertà individuali come quella di proprietà privata.

In queste società, il rispetto per il singolo è stato completamente negato, portando al degrado dei rapporti e dei legami sociali. I momenti di incontro e confronto sono stati gestiti attraverso rituali aggregativi che non consentivano un vero confronto tra le parti. Queste forme totalitarie rappresentano una degenerazione della società di massa che si è sviluppata attraverso i mezzi di comunicazione, diventati pervasivi e strumentali. Questo ha reso impossibile la vigilanza della democrazia e ha portato a conseguenze disastrose per le società in cui questi regimi sono stati imposti.

Interpretazioni

Al fenomeno sono state date tante interpretazioni. Hannah Arendt è stata una delle studiose del totalitarismo che si occupò di farne un' indagine storica e filosofica.

Don Luigi Sturzo dopo la pubblicazione Delle leggi speciali di Mussolini individua altri caratteri oltre a quello partito unico, il centralismo dello stato, l'uso della forza. Sia Sturzo che Amendola individuavamo il fascismo come un regime che aveva le sue radici nello sconvolgimento delle prima guerra mondiale e del primo dopoguerra. Mussolini, insieme a Gentile, filosofo del fascismo, affermò nell'enciclopedia italiana che il fascismo fosse un totalitarismo perché nulla esiste al di fuori dello stato, il liberalismo è individualistico, il fascismo è per la libertà.

Il dibattito nel secondo dopoguerra

Hanna Arentd (1906-1975) è di origine ebrea e nasce a Koninsberg. Fu autrice di un'opera fondamentale: Le origini dei totalitarismi. Fa un'analisi molto puntuale partendo dall'idea di politica di Aristotele e dalle sue riflessioni sulla polis greca e quindi i temi della sua filosofia sono: la politica e i totalitarismi. Le origini dei totalitarismi è un'opera che compare in un momento cruciale della storia, dopo la seconda guerra mondiale, e viene considerato un capolavoro. Analizza le cause, i funzionamenti e le conseguenze dei regimi totalitari che sono visti come conseguenza dell'avvento della società di massa, società in cui gli individui sono sradicati da ogni relazione umana, non hanno spazio pubblico. 

È un'opera politica perché è uno sguardo sulla politica moderna, ma allo stesso tempo è anche filosofica. Il libro è diviso in 3 parti: 

  1. La prima è sull'antisemitismo che è la condizione preliminare del totalitarismo.
  2. Nella seconda parla dell'imperialismo (dall'800 fino alla prima guerra mondiale) e del ruolo da protagonista che la borghesia ha avuto e della sua tendenza a avere il dominio economico e politico. I totalitarismi sono scaturiti per l'antisemitismo e l'imperialismo. Fra le cause dell'instaurarsi dei totalitarismi c'è anche la società di massa che rende tutti uguali, non ha all'interno individualità ma gruppi e quindi è più facile manovrare.
  3. La terza parte analizza i caratteri propri del totalitarismo, che riesce a affermarsi utilizzando il binomio terrore e ideologia. La parte più importante ė la terza e mostra l'intreccio perverso tra ideologia e terrore. Il terrore viene esercitato con la polizia segreta, lo spionaggio, i campi di concentramento(che servono a annientare l'opposizione politica: gli oppositori sono visti come nemici da combattere). 

Vi è un'altra importante interpretazione scritta da due studiosi: Friedrich e Brzezinnski. Il saggio che scrivono esce nel 1956 in USA. Oltre a considerare i tre elementi presi da Hannah Arendt in considerazione come cause dei totalitarismi essi aggiungono il controllo centralistico dell'economia e monopolio dei mass media e tralasciano un po' lo spazio libero di confronto e le libertà individuali che invece Hannah aveva posto al centro della sua analisi.

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