Tesina sull'adolescenza

Adolescenza, tesina di terza media. Definizione, le fasi, i cambiamenti che caratterizzano l’adolescenza e il confronto tra adolescenti di ieri e di oggi.

Tesina sull'adolescenza
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Tesina sull’adolescenza, un periodo di passaggio e di crescita

Tesina sull'adolescenza
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L’adolescenza può essere definita come un lento processo che porta al suo interno rotture e disarmonie che interessano il corpo, la personalità, i comportamenti e le relazioni che l’individuo ha con se stesso e con gli altri. Queste trasformazioni possono essere dovute ad influenze precedenti o future, infatti l’adolescenza assume il termine di continuum evolutivo, perché il soggetto sarà costantemente sottoposto a delle situazioni che lo influenzeranno positivamente o negativamente. Durante questo periodo si ha l’abbandono di aspetti tipicamente infantili.

  • A livello cognitivo, si verifica un superamento del pensiero operatorio concreto e il conseguimento della logica formale e del pensiero deduttivo (capacità astrattiva).
  • A livello affettivo, si verifica invece l’abbandono degli oggetti d’amore infantili con la conseguente ricerca di un impegno in legami affettivi al di fuori dell’ambito familiare.
  • A livello sociale, per un abbandono progressivo della dipendenza dalla famiglia e il raggiungimento di un’autonomia che viene esercitata al di fuori del contesto familiare.

Il periodo designato come adolescenza può essere diviso a sua volta in tre fasi:

  1. la preadolescenza: corrisponde all’età compresa tra gli 11 e i 14 anni, è caratterizzata dai cambiamenti puberali e presenta gli elementi più problematici;
  2. l’adolescenza (dai 14 ai 17 anni) è caratterizzata dall’identificazione del ragazzo con coetanei o adulti e consiste nel superamento della maggior parte dei problemi legati al complesso di Edipo;
  3. la post-adolescenza (generalmente dai 17 ai circa 20 anni) e consiste nell’acquisizione da parte del ragazzo di un preciso ruolo sociale.

Non bisogna comunque considerare queste fasi come divise tra loro, poiché le caratteristiche di una si sovrappongono con quelle delle altre fasi. Ad esempio, la suddivisione non è così definita a seconda che si consideri uno studente o un giovane lavoratore, un ragazzo di campagna o uno di città, in cui le richieste della società sono diverse, oppure ragazzi o ragazze. In genere i ragazzi che entrano precocemente nel mondo del lavoro anticipano le fasi di cui abbiamo parlato, così come anche le ragazze, che però sono tuttavia più precoci dei ragazzi.

Abbandono del corpo infantile

Durante la preadolescenza si ha una sorta di cambiamenti di tipo fisico e, dato che il corpo è alla base del senso di identità psicologica, cambia l’idea che si ha sul corpo e cambiano le capacità di controllo che si hanno su di esso. Abilità motorie che venivano padroneggiate ora faticano ad esprimersi, l’andatura è goffa, e si avverte un profondo senso di insicurezza, soprattutto nei ragazzi, ma anche le ragazze possono provare imbarazzo in questo periodo. Per tanto gli adolescenti cercano di ripristinare il controllo sul loro corpo, con un esercizio fisico eccessivo, con un esasperato controllo di ciò che si mangia, e con un’ossessione per la pulizia e l’esteriorità. Essendo il mito della bellezza diffuso nella nostra società, per molte ragazze è difficile accettare un corpo che non rispetta gli ideali prestabiliti.

Le trasformazioni fisiche riportano ad un corpo sessuato, si entra nella fase in cui un’adolescente si rende consapevole di cosa vuol dire essere maschio ed essere femmina, e si identifica con modelli dello stesso sesso. Con la pubertà si entra anche nello stato fisico di adulto, poiché è possibile procreare, ma ci sono dei fattori sociali che impediscono all’adolescente di comportarsi come tale, per tanto questo comporta nuove ansietà e insicurezze, in genere l’amicizia e l’amore sono molto importanti in questo periodo, fanno sentire il corpo amato e accettato. 

Abbandono degli oggetti d’amore infantili

Dal punto di vista psicologico i processi che avvengono nel corso dell’adolescenza possono essere paragonati al processo di separazione/individuazione delineato da Mahler; secondo la psicologa, infatti, oltre ad una nascita fisica ci sarebbe anche una nascita psicologica che porta l’individuo a considerare se stesso come un individuo autonomo, indipendente e quindi separato dalla madre. Tutto ciò accade anche nell’adolescenza: avviene sia una nascita fisica poiché il corpo dell’adolescente mantiene poco dell’aspetto infantile, ma anche una nascita psicologica poiché vi è l’abbandono degli oggetti d’amore infantili e l’assunzione di altri, nuovi. Nel corso dell’adolescenza vi sono momenti i n cui il ragazzo si allontana dalle figure parentali andando incontro all’esplorazione del mondo esterno e alla sperimentazione di esso, e invece momenti in cui si registra un netto riavvicinamento alle figure genitoriali alle quali il ragazzo richiede il massimo sostegno; in questo periodo l’adolescente critica fortemente i genitori li aggredisce verbalmente ed entra in contrasto con essi, ma nello stesso tempo ne ha un bisogno estremo. Ogni separazione comporta un lutto da parte dell’adolescente, lutto che l’adolescente è in grado di superare solo grazie alla presenza costante dei genitori. Nell’adolescenza, infatti, il ragazzo è chiamato ad acquisire un’identità nuova, più matura, deve abbandonare quella acquisita in precedenza e assumerne un’altra, si tratta di un cambiamento che spesso non è visto di buon grado dal ragazzo e, di fatto, può minarne l’autostima.

Abbandono di un’identità infantile

Per un preadolescente il mondo degli affetti infantili diviene inadeguato ed in questo egli non trova una propria definizione. Il preadolescente, infatti, non dipende più dalle figure adulte né per l’appagamento dei bisogni, né tantomeno per il sentimento di autostima e approvazione: vive però in uno stato di indeterminatezza. La soluzione di alcuni compiti evolutivi è determinante per lo sviluppo dell’autonomia: la capacità di amare, di essere empatici, di tollerare le frustrazioni, di riuscire in ciò che si intraprende. Il fallimento in uno di questi compiti fa emergere il rapporto tra autostima e identità. Anche se con alcune differenze teoriche è emerso che:

  • l’autostima cresce in base a come il soggetto avverte di avere successo in ambiti che ritiene importanti; infatti, se il soggetto ha successo in ambiti che per lui hanno scarsa rilevanza, la sua stima non si incrementa. Questo ci fa comprendere come mai alcuni alunni con prestazioni scolastiche elevate hanno, tuttavia, un’autostima scarsamente elevata; evidentemente, per questi alunni la scuola non ha un significato di valore;
  • l’autostima cresce a seconda che l’apprezzamento di un soggetto avvenga da parte di un “altro significativo” o un altro “generalizzato”: chi si sente, infatti, apprezzato da persone che egli reputa significative, matura un’elevata stima di sé. Questo ci fa riflettere su chi siano le persone più significative per un adolescente: certamente il gruppo dei pari, nonché gli amici, ma talvolta anche figure adulte, sempre, però, al di fuori dell’ambito familiare;
  • in particolare, per le ragazze, l’apprezzamento degli altri per il loro aspetto fisico è determinante per il raggiungimento di una soddisfacente autostima, poiché, sentendosi poco attraenti, hanno minore autostima rispetto ai ragazzi.

Higgins sosteneva che la rappresentazione che ognuno ha di sé, dipende da elementi dovuti al sé reale (come sono), al sé ideale (come vorrei essere) e al se normativo (come dovrei essere).

Vi è però discrepanza fra i diversi tipi di sé. Ciò comporta un coinvolgimento emotivo più o meno intenso che può ridurla. Se la discrepanza riguarda il sé reale e il sé ideale, il soggetto vive emozioni di tristezza e delusione. Se la discrepanza riguarda il sé reale e il sé normativo egli vive un momento di ansia e di agitazione.

Molti individui, pertanto, si scoraggiano nel cercare soluzioni ad eventuali problemi, anche riguardanti situazioni future in quanto, pur mettendoci tutto l’impegno, non ne trovano di adeguate. Decade, perciò, l’immagine di un’identità perché il soggetto perde il punto di riferimento, venendo condizionati dalle mode del momento e da situazioni sociali. Questi disturbi possono essere dovuti a:

  • Iper protezione familiare. Il soggetto avrà difficoltà ad abbandonare gli aspetti tipicamente infantili, perché non ha avuto modo di conoscere alternative possibili legati al mondo del lavoro, della sessualità, pertanto avrà un blocco di identità. Egli è come gli altri hanno voluto che fosse.
  • Povertà di stimoli culturali. Il soggetto sarà limitato nelle scelte, perché sarà costretto a scegliere ciò che gli viene proposto dalla società. Il sé verrà plasmato dal contesto e dalle situazioni che gli vengono imposte.
  • Caratteristiche personali. Se il soggetto non riuscirà a superare la discrepanza fra il se reale e il se normativo, si arrenderà perché soffocato dall’ansia; se cercherà di colmare la discrepanza fra il sé reale e il sé ideale diventerà sempre più ambizioso e la crescita della sua autostima gli permetterà di non arrendersi e di acquisire un’identità e una costruzione del sé più forte. Si può dedurre che la società e il contesto in cui vive un individuo viene costantemente e fortemente causa di influenza.

Adolescenti di ieri e adolescenti di oggi

Mettendo a confronto l’epoca passata, com’era vissuta l’adolescenza nella società passata, con quella di oggi, sono state identificate alcune nette differenze che riguardano alcune sfere o ambiti in particolare:

  • Rapporto con i genitori. Nell’epoca passata era diffusa l’idea secondo cui le figure genitoriali e adulte fossero figure tendenzialmente forti: i genitori e gli adulti erano spesso autoritari, poco disposti al dialogo e ad ascoltare ma sostanzialmente autorevoli, a cui era molto difficile disubbidire. Ed ecco che l’adolescenza diveniva per i ragazzi l’occasione per instaurare una dura lotta contro quelle figure così autoritarie dalle quali bisognava emanciparsi; inoltre, proprio grazie a quella lotta si definiva il carattere forte e sicuro di sé del futuro adulto. Attualmente le cose non stanno più così: durante l’adolescenza non solo il ragazzo non deve scontrarsi con nessuna figura adulta forte e quindi questo non lo aiuta a definire un carattere adulto autonomo e sicuro, ma anche a causa della permanenza in famiglia per tempi molto estesi, la presenza imperante dei genitori che entrano anche nella sfera privata del ragazzo, l’accondiscendenza totale dei genitori limitano il processo di crescita personale perché l’individuo non è autonomo e responsabile riguardo alle proprie scelte.
  • Le cerimonie di passaggio. Le Breton afferma che “vi è un’assenza di cerimonie di passaggio socialmente riconosciute e condivise con il contemporaneo ricorso a cerimonie private ed intime”. Le cerimonie di passaggio sono delle situazioni ritualizzate che attestano la crescita: tempo fa l’ingresso precoce nel mondo del lavoro attestava l’ingresso nella vita adulta, oppure la chiamata di leva sanciva l’allontanamento dalla famiglia, e quindi l’acquisizione di una certa autonomia e responsabilità. Oggi tra i giovani i riti di passaggio sono perlopiù azioni solitarie o in gruppo, ma non riconosciute dalla società. Inoltre, queste azioni continuano a definire l’adolescente in una situazione di non autonomia e non responsabilità ed infatti coincidono spesso con riti privati che hanno a che fare con la trasgressione.
  • L’affettività. Il modo di vivere l’affettività da parte dei giovani di oggi è cambiato rispetto al passato. Il giovane non cerca di investire libidicamente un oggetto (ad esempio la scoperta e l’accettazione dell’altro), ma l’Io stesso diventa un investimento libidico. Cerca la persona che lo fa sentire amato, valorizzato, compreso, per colmare il vuoto provocato dall’abbandono degli oggetti d’amore infantili.
  • Io e super io. Una differenza tra le due generazioni è nella concezione dell’ideale dell’io e del super io. Le vecchie generazioni erano orientate sul risparmiare per investire, il loro io aveva mete sempre più alte, mentre le nuove generazioni si basano di più, sul possesso materiale. Il possesso di questi oggetti diventa la loro unica ambizione, le aspirazioni si appiattiscono sul presente e si ha una limitazione del come vorrei essere in futuro.

Il gruppo dei pari

Il gruppo dei pari costituisce una fonte privilegiata cui richiedere diverse forme d’aiuto a livello emotivo, psicologico, comportamentale e anche cognitivo.

Il dialogo e il confronto con il gruppo dei pari sono funzionali al ragazzo per guardare il problema da diverse prospettive e punti di vista; gli permettono anche di esplorare diversi spazi e ricevere una valutazione esterna riguardo al proprio comportamento.

La devianza

La devianza nei giovani è spesso una devianza di gruppo che porta alla formazione di bande o gang. La devianza all’interno delle bande si differenzia dagli altri gruppi informali perché è più aggressiva e distruttrice, più orientata a ottenere scopi concreti o beni materiali ed è anche più strutturata, con un numero maggiori di regole volte a mantenere la segretezza di ciò che si fa e l’affidabilità dei propri membri. Hanno l’obiettivo di acquisire status attraverso la sopraffazione e la violazione delle regole dominanti. Si tratta di un fenomeno che si sta diffondendo e non riguarda contesti sociali culturalmente ed economicamente deprivati, anzi!

Gli scopi del gruppo

In tutti i gruppi si forma un senso di identità collettiva attraverso la quale i giovani si rapportano al gruppo come qualcosa che supera i singoli individui ed in questo senso il gruppo ha la funzione di sostenere più un processo di dipendenza che di costruzione dell’identità individuale. Infatti, la costruzione dell’identità individuale avviene anche stabilendo un equilibrio dinamico tra il bisogno di appartenenza e il bisogno d’identità.

I gruppi giovanili si posso distinguere in:

  • formali, che fanno riferimento alle attività di diverso carattere (sportivo, religioso, culturale, ecc…) in cui gli obiettivi sono ben definiti e vi è la presenza di uno o più adulti che assumono la funzione di controllo e supervisione;
  • informali, che si costituiscono sulla base di affinità personali più che di differenze individuali.

Un adolescente può partecipare contemporaneamente sia ad un gruppo formale, sia ad un gruppo informale. In genere, durante l’adolescenza si verifica un allontanamento da quelli che sono i gruppi formali ed una maggiore aderenza, invece, ai gruppi informali, nonché quelli amicali. In alcuni gruppi, talvolta, possono verificarsi degli episodi di violenza espressiva: si tratta di una violenza che non è finalizzata ad ottenere scopi precisi, ma solo ad esprimere uno stato di disagio o protesta.

Il gruppo come status

Coloro che fanno parte di un gruppo vivono un forte senso d’appartenenza: ognuno considera se stesso come parte integrante e proprietà del gruppo. L’autostima cresce perché l’identità diventa più forte e si cerca di superare insieme anche le situazioni più difficili. Appartenere ad un gruppo significa avere uno status autonomo, un ruolo che però non viene accettato dalla società stessa. Pertanto, molti ritengono che vi sia uno stretto legame tra il ruolo che occupa un individuo e la posizione che occupa all’interno di un gruppo. Il gruppo può anche essere utilizzato come motivo di confronto e di scontro con i genitori, perché può influenzare le scelte decisionali dei genitori.

Le norme all’interno del gruppo

Quando un individuo non rispetta le regole viene prima richiamato all’ordine, poi emarginato e infine escluso dal gruppo. Queste regole si basano sul contesto e sui valori di un gruppo, il comportamento criminale per alcuni gruppi è la norma. Nei preadolescenti il gruppo è composto da individui dello stesso sesso, i ragazzi tendono a formare gruppi molto ampi, e si dedicano ad attività come l’esplorazione del territorio, non vi è molta complicità tra loro ma sono ad esempio ragazzi dello stesso condominio. Le ragazze tendono a formare gruppi più stretti, e prevale per lo più l’intimità e la conoscenza di se stessi. Con la crescita i gruppi diventano più ristretti, componenti sono persone di sesso opposto, e vi è la formazione di coppie. I componenti di un gruppo sono soggetti a regole esplicite o implicite e all’assunzione di ruoli. Le norme sono utili per il mantenimento delle relazioni all’interno di un gruppo. Coloro che devono maggiormente rispettarle sono i leader per quanto riguarda i gruppi informali, e i responsabili per quanto riguarda i gruppi formali. Saranno loro a decidere se punire o meno determinati comportamenti e situazioni. Pertanto questi aspetti riprovevoli influenzeranno i rapporti con gli altri membri del gruppo. Esso è soggetto a delle norme già dalla nascita, per esempio gli scopi da seguire, vestiti da indossare, nomignoli ed altre caratteristiche.

Approfondimento sull’adolescenza

Con l’adolescenza l’individuo sente il bisogno di affermare la propria indipendenza. Fin da piccolo il bambino ha bisogno dei genitori per sopravvivere. Per tanto in questa età cerca di riscattarsi, quindi ha bisogno di sentire l’appartenenza ad un gruppo, con simboli tipo piercing, tatuaggi. Questo però porta alla dipendenza che diventa uno dei problemi centrali dell’adolescenza. Legata all’adolescenza è l’iniziazione al fumo: è un rito che si consuma in semi-clandestinità, che fa sentire adulti. Generalmente non si fuma per il gusto, amarognolo e nauseabondo, e tanto meno per la sua utilità poiché è un vizio costoso: le motivazioni più frequenti per cui si fuma sono per provare sensazioni di benessere e piacere, per conformarsi agli altri per sentirsi adulti. Inoltre la cultura trasmessa dai mass media e l‘esposizione di modelli nel nucleo familiare che fanno uso di queste sostanze non fa altro che incentivare l’assunzione di queste sostanze da parte dei giovani; non mancano i casi eccezione come la presenza di modelli genitoriali che non fanno uso di tali sostanze, ma che tuttavia i figli ne fanno uso.

Emerge anche il bisogno di “riti di passaggio”, o, come dicono gli antropologi, di riti iniziatici. Nelle popolazioni primitive il passaggio all’età adulta era ritualizzato, ovvero codificato in una serie di azioni che avena un certo valore sociale riconosciuto alla fine delle quali il ragazzo veniva accolto nel gruppo degli adulti. Nelle società moderne, solitamente, questi riti di iniziazione formali vengono sostituiti da riti “informali”, vale a dire da comportamenti che sono perlopiù “trasgressivi” delle regole (come il fumo, l’alcol, la droga), che non vengono codificati nella società e assumono di conseguenza il valore di comportamenti a rischio.

L’autonomia si conquista a piccoli passi, con piccoli scostamenti da quella che è la morale familiare grazie a semplici e informali riti di passaggio. Per molti studenti, uno dei primi è certamente quello di marinare la scuola. La punizione severa di questi comportamenti può provocare risentimenti e piccole rivalse, che si trasformano in una “sfida all’autorità”: una modalità per riaffermare la “propria appartenenza” al gruppo dei pari, al branco (spesso dei peggiori).

Dagli ultimi studi condotti, le metodologie di intervento si limitano ad illustrare i danni prodotti dalle dipendenze, perciò le conoscenze aumentano, ma gli atteggiamenti rimangono sempre gli stessi. Metodi efficaci possono essere le metodologie interattive partecipative orientate:

  • all’affettività: sviluppo e crescita dell’autostima risolvere problemi e prendere decisioni;
  • alla resistenza e al rinforzo sociale: non arrendersi alle pressioni del gruppo e saper dire di “no”.

Si è registrato un cambiamento non solo delle conoscenze ma anche nel confronto con gli altri, ed anche un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti.

Il video: cos'è l'adolescenza?

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