Le donne nel fascismo: tesina

Tesina sulle condizioni delle donne nel fascismo: Virginia Woolf e i diritti delle donne (6 pagine formato docx)

Appunto di cesca15

LE DONNE NEL FASCISMO: TESINA

ISIT Brignoli-Einaudi-Marconi
Staranzano
2011-2012
“La condizione femminile”
Francesca Paparot
Classe 5aig
DISCIPLINE COINVOLTE:Storia,Inglese e Diritto
TRACCIA:La donna nel fascismo,Virginia Woolf e i diritti delle donne
Ho scelto di trattare questo argomento poiche’ sono affascinata dal mondo femminile e ho interesse nel conoscere cio’ che lo riguarda.Essendo donna e’ un argomento che mi coinvolge in prima persona,per questo motivo ho deciso di analizzarlo nei campi di storia,riferendomi alla figura della donna nel fascismo; inglese,analizzando la maggior esponente del femminismo del ventesimo secolo:Virginia Woolf ed infine diritto,per quanto riguarda  i diritti riservati alle donne.

LE SIGNORE DEL FASCISMO

La donna nel fascismo.

La dittatura fascista instaurata da Benito Mussolini costituisce un distinto episodio del patriarcato maschile,il quale tiene per fermo che uomini e donne siano per natura diversi.
Utilizza pertanto questa differenza a vantaggio degli uomini e la sviluppa mediante un sistema repressivo e nuovo mediante il quale definire i diritti delle donne come cittadine,controllandone lavoro salariato,sessualità e partecipazione sociale. Questa concezione antifemminista è presente nel fascismo al pari di quella antiliberale e razzista.
Si afferma una nuova politica biologica basata sull’ antifemminismo e sull’ antisemitismo,al fine di creare programmi per proteggere e perfezionare la razza umana. Il regime affronta il duplice problema dell‘emancipazione femminile e della politica demografica. Per realizzare la politica demografica, il fascismo impone un maggior controllo sul corpo femminile, e in particolare sulle funzioni riproduttive. In risposta alla presenza di un’elevata disoccupazione maschile e per limitare l’impiego della manodopera femminile,il regime elabora un sistema di tutele e divieti volto a regolare il lavoro delle donne.

La condizione delle donne nel fascismo: tesina maturità

FIGURA DELLA MADRE NEL FASCISMO

Lo Stato si impone inoltre come unico arbitro della salute pubblica nella quale le donne non devono intervenire,soprattutto riguardo alla procreazione di figli. Sono viste infatti come antagoniste dello Stato poiché possono decidere di limitare o meno la famiglia. A questo lo Stato risponde attraverso l’imposizione delle gravidanze e il divieto di aborto e vendita di contraccettivi. L’attacco condotto dal regime contro la libertà di riproduzione è uno degli aspetti più importanti della politica sessuale fascista. Nella sua attuazione la dittatura oscilla tra repressioni e riforme. Le misure repressive comprendono la censura sull’educazione sessuale,una speciale imposta sui celibi e il fatto di trattare l’aborto come crimine contro lo Stato. Il lato riformista e’ invece rappresentato dalla creazione dell’OMNI(Opera Nazionale Maternità ed Infanzia) che si occupa delle donne e dei bambini che non rientrano nelle normali strutture familiari,la concessione di prestiti in caso di nascite e matrimoni,assegni familiari , previdenze statali in caso di maternità ed esenzioni fiscali. Vi e’ poi una politica di non intervento verso i cittadini meno abbienti con conseguenza di donne appartenenti alla classe operaia che limitano e pianificano le nascite mediante aborti clandestini.

LA FAMIGLIA NEL FASCISMO

Per quanto riguarda il lavoro il fascismo ne impone una rigida divisione: gli uomini si occupano della produzione e del sostentamento della famiglia; le donne della riproduzione e del governo della casa. La femminilizzazione dei lavori avviene con la legge Sacchi del 1919,grazie alla quale alle donne viene riconosciuta l’idoneità’ nello svolgere tutte le professioni e coprire buona parte degli incarichi pubblici.