L'Italia dal 1900 al 1914: tesina di storia

Tesina sul quadro storico e culturale dell'Italia dal 1900 al 1914: lo scoppio della prima guerra mondiale, le cause, la questione di Fiume e Gabriele d'Annunzio (7 pagine formato doc)

Appunto di laurettaego

L'ITALIA DAL 1900 AL 1914: TESINA

L’Italia dal 1900 al 1914. Quadro storico - Dopo le amarezze della repressione del 1898, proprio con l’ondata reazionaria di fine secolo, il Novecento si apre in un clima apparentemente più disteso.
I primi cinquant’anni del nostro secolo vedono grandi mutamenti in tutti i campi e la crisi di ideologie e istituzioni secolari, il sorgere di nuove idee, forze e istituti che nel complesso hanno conferito una nuova fisionomia alla civiltà.
Con il nuovo ministero Giolitti non si parla più di leggi eccezionali e si ristabiliscono i diritti di associazione e di libertà di stampa tanto a giungere addirittura a parlare di diritto di sciopero.
Una politica largamente liberale si raggiunge soprattutto quando Giolitti prende in mano le sorti del governo, che tiene, tranne qualche breve intervallo, fin quasi alla vigilia della prima guerra mondiale.

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STORIA D'ITALIA IN BREVE

Uno dei principali intenti di Giolitti è quello di favorire l’elevazione delle classi popolari attuando una notevole legislazione sociale che regola il lavoro delle donne e dei bambini, stabilisce la responsabilità degli imprenditori per gli infortuni sul lavoro, istituisce le Casse di previdenza; egli attua in sintesi riforme tali da appagare i bisogni più urgenti delle masse.
Comprendendo pienamente il fatto che lo sviluppo industriale avrebbe conferito maggior peso alle forze lavoratrici, rendendo più consapevole la loro coscienza sociale, tenta di fare in modo  che i problemi si risolvano entro lo Stato onde evitare ogni eventualità di una rivoluzione contro di esso: di qui la legislazione sociale e la ricerca di un’allenza con il socialismo riformista.
I miglioramenti salariali, acquisiti dalle masse popolari, aumentano la capacità di acquisto, che si traduce nell’aumento del benessere e del tenore di vita generale.

Il periodo giolittiano risulta essere appunto notevole per la floridezza della nazione.
Si aggiunga il compimento di imponenti opere pubbliche, tra cui l’acquedotto pugliese ed il traforo del Sempione.
La fiducia nelle classi popolari di è comprovata, nel 1911, dalla nuova legge elettorale con il suffragio universale: gli elettori sono portati a da 3 milioni a 8 circa.

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Giolitti invita alla collaborazione le due forze rimaste estranee al risorgimento ed ostili allo Stato da esso uscito: socialisti e cattolici, forze ormai avviate a riscuotere sempre maggiori consensi.
Il fallimento di tale intento avrà poi gravi ripercussioni nel primo dopoguerra.
Pur avendo dato frutti apprezzabili la politica giolittiana non raggiunge i suoi scopi finali per alcuni limiti intrinsesi (il clientelismo, l’aver favorito il Nord industrializzato non occupandosi abbastanza del Sud), ma anche per il mutamento del quadro politico italiano (sindacalismo rivoluzionario, massimalismo socialista, nazionalismo), delle tendenze economiche (con i liberisti contrari all’intervento dello stato nell’economia), nonché della stessa cultura: Lo scoppio della prima guerra mondiale con la partecipazione dell’Italia al conflitto, segna la sconfitta di Giolitti e la vittoria dell’irrazionalismo.

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IL 1900 STORIA

La cultura.

Le tensioni sempre più aspre create dalla politica imperialistica e coloniale tra le grandi potenze europee; le contraddizioni insite nel sistema capitalistico, fonti di conflitti sociali spesso accesi e violenti; il successo dell’ideologia marxista che favorisce la maturazione nel proletariato di una coscienza di classe sempre più solida, il clima politico e sociale nell’insieme fanno sì che si vada approfondendo, soprattutto tra le giovani generazioni, una crescente insoddisfazione per la cultura positivista, che giunge al rifiuto consapevole di ogni forma di razionalismo.