Tesina multidisciplinare sul Superuomo

Il Superuomo: tesina multidisciplinare sulla figura nata dalla mente del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche con collegamenti con diverse materie

Tesina multidisciplinare sul Superuomo
getty-images

Il Superuomo in Friedrich Nietzsche

L'idea del Superuomo nasce da Friedrich Nietzsche
Fonte: getty-images

Friedrich Nietzsche è forse il miglior interprete della fine di un mondo e del bisogno di rinnovamento della sua epoca.

Poeta insieme della decadenza e della rinascita, Nietzsche è inteso come materialista o antipositivista, esistenzialista o profeta del nazismo. Sarà Gabriele D’Annunzio in Italia a interpretarlo su base estetizzante, esercitando in questo modo anche un indiscutibile fascino sui futuristi.

Nietzsche diventa così il filosofo della crisi, fondatore di un nuovo modo di pensare.

Il suo superuomo o per meglio dire oltreuomo, viene inteso generalmente come giusto trionfatore di una massa di deboli o schiavi, ma non è del tutto esatto. Nietzsche non è l’estensore di un vangelo della violenza, ma cerca di proiettare nella sua filosofia un'idea di sviluppo di una civiltà e di un’idea dell’uomo radicalmente rinnovate.

Scrittore asistematico ed estremamente originale, Nietzsche scrive le sue opere più mature con uno stile aforistico e poetico: lirismo, tono profetico e filosofia si mescolano al punto che l'interpretazione diventa spesso difficile e riduttiva.

Chi è il Superuomo?

Nietzsche non specifica mai espressamente chi debba essere il soggetto della volontà di potenza, quindi il superuomo.

Molti critici hanno identificato il superuomo in un’umanità vivente in modo libero e creativo, mentre altri lo hanno limitato ad un’élite che esercita la sua volontà di potenza verso il prossimo.

Gabriele D'Annunzio

Gabriele d'Annunzio
Fonte: ansa

Gabriele D’Annunzioè probabilmente uno dei responsabili del travisamento del pensiero del filosofo, accostato nel tempo al pensiero nazista senza basi realmente solide.

Nella sua fase superomistica, D'Annunzio è profondamente influenzato dal pensiero di Nietzsche. D'altro canto, spesso banalizza e forza nel proprio sistema di pensiero le idee del filosofo. Dà molto rilievo al rifiuto del conformismo borghese e dei principi egualitari.

Rispetto al pensiero originale di Nietzsche il punto di vista di D'Annunzio è più aristocratico, reazionario ed imperialista.Le opere superomistiche di D’Annunzio sono tutte una denuncia dei limiti della realtà borghese del nuovo stato unitario. Per D’Annunzio devono esistere alcune èlite che hanno il diritto di affermare se stesse, incuranti delle comuni leggi del bene e del male.

Le élite al di sopra della massa devono spingere per una nuova politica dello stato Italiano, portando al dominio sul mondo e a nuovi destini imperiali, come nell’antica Roma.

Il culto della bellezza

Il Superuomo in D'Annunzio parte dalla figura dell'esteta.

Il culto della bellezza è fondamentale per l’elevazione della stirpe, ma l’estetismo non è più solo rifiuto sdegnoso della società, ma diventa strumento di volontà di dominio sulla realtà.

Gabriele D’Annunzio si impegna per imporre, attraverso il culto della bellezza, il dominio di un’èlite violenta e raffinata sulla realtà borghese meschina e vile. Sostanzialmente, quindi, le teorie di Nietzsche vengono applicate in toto alla situazione politica italiana.

Ciò che D’Annunzio scopre in Nietzsche è una mitologia dell’istinto.

Ecco cosa scrive:

Il mondo è la rappresentazione della sensibilità e del pensiero di pochi uomini superiori, i quali lo hanno creato e quindi ampliato e ornato nel corso del tempo e andranno sempre più ampliandolo e ornandolo nel futuro. Il mondo, quale oggi appare, è un dono magnifico largito dai pochi ai molti, dai liberi agli schiavi, da coloro che pensano e sentono a coloro che debbono lavorare.

La guerra

In Italia in quegli anni inizia intanto a crescere il fronte interventista: D'Annunzio porta avanti la bandiera dello sdegno nazionale attraverso le sue accorate orazioni.

D'Annunzio diventa una sorta di eroe, anche se sempre lontano dalle trincee. Alla fine della guerra il tenente colonnello D’Annunzio lascia il fronte in quello che definisce un “misto di gioia e scontento", soprattutto a causa della questione irrisolta della Dalmazia e dell’Adriatico.

Nessuno meglio di lui può parlare alla massa dei reduci insoddisfatti, dei giovani che hanno combattuto e che ora tornano, precari, in un contesto che non li riconosce più come eroi.

Mentre la situazione di Fiume volge al peggio, il 12 settembre 1919 D'Annunzio entra a Fiume alla testa dei granatieri di Ronchi,  e di alcuni reparti dell’esercito regolare che vogliono affrettare l’annessione all’Italia e dare inizio, così, a un’avventura politica che durerà quindici mesi, aprendo la strada ad altre dittature.

Il Fascismo

L’ideale del superuomo viene preso a modello anche dal fascismo, nato principalmente in seguito alla crisi provocata dal primo dopoguerra in Italia, e che porta:

  • insoddisfazione per i risultati della conferenza di pace, che non portò gli ingrandimenti territoriali sperati;
  • peggioramento delle condizioni economiche;
  • disoccupazione, che pesa soprattutto sulle classi popolari;
  • inquietudine della grande borghesia industriale e agraria di fronte alle agitazioni sociali, agli scioperi, all’occupazione di fabbriche e terre, in un'epoca in cui la Rivoluzione russa ha rovesciato in modo violento il regime zarista e minaccia di espandersi.

Quando nascono i Fasci italiani di combattimento, non si costituisce immediatamente un partico, ma un movimento.

La presa del potere

Marcia su Roma
Fonte: ansa

Solo dopo la marcia su Fiume voluta da D’Annunzio il fascismo inizia a rafforzarsi: nelle elezioni del maggio 1921 i fascisti, oltre a due deputati eletti, hanno circa trenta deputati nelle liste del blocco governativo, tra cui Mussolini. Nel congresso di Roma il movimento opera quindi la sua trasformazione in partito, dandosi una più precisa fisionomia ideologica e lo scopo di arrivare al governo.

I fascisti accentuaro le azioni di rappresaglia e il 29 settembre prendono la decisione di marciare sulla capitale. La “Marcia su Roma” ha luogo il 28 ottobre e dopo il rifiuto di firmare lo stato d’assedio presentatogli da Facta, Vittorio Emanuele III decide di affidare a Mussolini il compito di formare il nuovo governo.

La dittatura

Già dal 1922 il fascismo inizia ad agire in modo da arrivare a instaurare un regime totalitario e trasformare le camice nere in Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSV).

Per ottenere il potere assoluto, il Duce fa approvare una legge secondo cui chi ottiene il 25% di voti avrà i 2/3 dei seggi in parlamento. Così, quando le elezioni del '24 si svolgono in un clima di pressione e violenza, e la lista fascista ottiene il 64% dei voti, Giacomo Matteotti chiede l’annullamento delle elezioni, denunciando i fascisti per le loro violenze. L'uccisione di Matteotti (e la successiva ammissione di responsabilità da parte di Mussolini) avviene nel giugno del 1924.

L’organizzazione dello Stato fascista avviene nel 1925-1926 e viene completata nei due anni seguenti. Vengono sciolti tutti i partiti e le organizzazioni sindacali, sono soppresse la libertà di stampa e di riunione. I poteri legislativi ed esecutivi passano di fatto a Mussolini.

Il potere passa così in mano al gran consiglio del Fascismo che se ne serve nel '39 per sciogliere la camera dei deputati e abolire il sistema plebiscitario. Il fascismo si identifica ormai con lo Stato.

L'alleanza con la Germania

Il Duce ricopre tutte le più alte cariche e si presenta come capo assoluto. Viene reintrodotta la pena di morte e si crea una polizia segreta: O.V.R.A. (Opera Vigilanza Repressione Antifascista). La repressione agisce anche in campo internazionale.

La dottrina fascista inizia ad essere insegnata anche nelle scuole e per educare la gioventù agli ideali fascisti del superuomo, viene creata anche l’Opera Nazionale Balilla.

La politica estera di Mussolini tende naturalmente ad affermare la “superiorità dell’Italia”. Per avere maggiori appoggi Mussolini stringe il Patto d’Acciaio con la Germania Nazista, comandata da Hitler nel '39.

La guerra e la caduta del fascismo

I problemi del fascismo nascono allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: inizialmente neutrale, l'Italia entra nel conflitto il 10 giugno 1940, dichiarando guerra alla Francia e all’Inghilterra.

Ma dopo vari ripiegamenti che vedono l’Italia, la Germania e la nuova potenza a loro affiancata, il Giappone, una volta vincitori e l’altra perdenti, l’ingresso in guerra degli Stati Uniti decide le sorti della guerra e la disfatta delle potenze dell’asse.

La fine della guerra e la dura sconfitta dell’Italia portano al definitivo crollo del regime fascista.

Lo sport come propaganda

Lo sport sotto il fascismo diventa strumento di propaganda
Fonte: getty-images

Per costruire la propaganda e plasmare la società tutti i principali totalitarismi del XX secolo creano una serie di strumenti per la formazione del consenso di massa. Tra questi, uno dei principali è proprio lo sport.

Nell'Italia degli anni '20, con l'avvento del fascismo, viene privilegiata l'attività fisica per la formazione dei ragazzi. Viene quindi creata l'Opera Nazionale Balilla per dare vita alla formazione della nuova classe dirigente fascista.

Le Olimpiadi del 1936 in Germania

In Germania sono fondamentali i giochi olimpici del ‘36, tra i più emblematici del XX secolo, non solo per il particolare periodo storico in cui si svolgono, ma soprattutto per i loro sviluppi in campo sportivo, sociale e politico.

Nei progetti del Führer, l’olimpiade dovrebbe essere un'occasione propagandistica per esaltare la “grandezza ariana”. Il regime utilizza anche il mezzo televisivo per sottolineare l’imponenza dei giochi.

Hitler viene ispirato in qualche modo dalla scelta di Mussolini di utilizzare come strumento di propaganda i mondiali di calcio del '34. Respinge, infatti, tutti i tentativi da parte della comunità internazionale di cambiare sede alle Olimpiadi.

Nonostante il forte rischio di boicottaggio da parte delle maggiori nazioni, Berlino viene ugualmente designata come sede delle olimpiadi. Il timore di una discriminazione razziale si rivela del tutto infondato, e i giochi di Berlino vengono ricordati come modello d’organizzazione tecnica.

Hitler accetta che alle olimpiadi partecipino neri ed ebrei, e così per 15 giorni l’attenzione del resto del mondo si sposta sulla capitale tedesca. Per il nazismo si rivela una vittoria quasi su tutta la linea: la Germania vince le olimpiadi scalzando per la prima volta gli Stati Uniti, gli Italiani arrivano terzi davanti ai Francesi e i giapponesi quarti davanti agli Inglesi.

in questo quadro si colloca la storia dell'atleta americano Jesse Owens, che vince quattro medaglie d’oro nello stesso giorno davanti agli occhi di tutto lo stadio maggiore tedesco. Le gare dei 100m, 200m, salto in lungo e staffetta 4X400 sono infatti programmate tutte nello stesso giorno per evitare che questo accadea, ma Owens si rivela superiore nelle prestazioni: la giornata termina coi 100.000 tedeschi presenti nello stadio che inneggiano il nome dell'atleta, che ha compiuto forse la più grande impresa sportiva della storia.

La Costituzione

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel Dicembre 1947, sotto la presidenza del socialista Giuseppe Saragat e poi del comunista Umberto Terracini, la costituente riesce a portare a termine la stesura della Costituzione Repubblicana, che entra in vigore il 1° Gennaio 1948 dopo essere stata approvata con 453 voti a favore e 62 contrari.

la Costituzione diventa così la fonte principale dell’intero ordinamento giuridico italiano e del diritto civile, cioè è la legge fondamentale dello stato.

La Costituzione viene sancita in sostituzione allo Statuto Albertino, costituzione breve, che si limita a elencare soltanto le principali libertà individuali (libertà di stampa, di opinione), ed è flessibile, visto che può essere modificato da una legge ordinaria.

Questo gli permette di rimanere in vigore per 100 anni e di adattarsi in maniera pressoché indolore alla dittatura fascista.

La Costituzione, al contrario dello Statuto Albertino, è lunga, in quanto riconosce ai cittadini, una pluralità di diritti anche in campo economico-sociale, al fronte dei quali la Repubblica si impegna a migliorare le condizioni delle classi meno abbienti.

Viene detta rigida perché non può essere cambiata se non attraverso un complesso e lungo procedimento di revisione (ART. 138) e non con semplici leggi ordinarie.

Anche con l’ausilio dell’ART. 138, non si possono cambiare ne i primi 12 articoli, ne l’ART. 139 (forma repubblicana ).

Inoltre è anche la prima Costituzione italiana votata da un’assemblea democraticamente eletta dal popolo.

Nella costituzione sono presenti, nel preambolo o parte introduttiva, i principi fondamentali inviolabili:

  • principio democratico e lavorista
  • principio di solidarietà
  • tutela delle minoranze linguistiche
  • ripudio della guerra

Nella prima parte vengono elencati i diritti e doveri dei cittadini

  • rapporti civili
  • rapporti etico-sociali
  • rapporti economici

Nella terza parte viene sancito l’ordinamento della Repubblica, che indica gli organi fondamentali dello stato e le loro competenze (parlamento, governo) ed infine 18 articoli (le disposizioni) che rappresentano le norme necessarie per consentire il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento.

Il podcast su Friedrich Nietzsche e il Superuomo

Ascolta la nostra breve lezione su Nietzsche e il suo pensiero filosofico:

Ascolta su Spreaker.
Un consiglio in più